Dal governo
Merito e internazionalizzazione per rilanciare l’università, per la ricerca rispunta il Pnr
di Eugenio Bruno
Merito e internazionalizzazione per rilanciare l'università, più borse di studio e lotta alla dispersione scolastico per evitare abbandoni e fuori corso. Via libera al Programma nazionale della ricerca che attende il varo da quasi due anni. Sono alcuni degli impegni per l'anno che verrà messi nero su bianco dalla ministra Stefania Giannini nel suo atto di indirizzo 2016.
Più merito negli atenei. Le novità principali, almeno a giudicare dallo scarno documento in cinque pagine e venti punti messo online nei giorni scorsi, dovrebbero interessare l'università. Si parte dagli studenti che dovrebbero vedere aumentate le borse di studio a disposizione e snellite le procedure per la loro assegnazione per valorizzare il merito. Passando per i ricercatori, che beneficeranno - promette la ministra - di una maggiore mobilità grazie alla portabilità dei progetti e di un nuovo status giuridico, si arriva ai docenti. Non solo italiani. Ma anche stranieri visto che la seconda parola d'ordine alla voce università è quella dell'internazionalizzazione. Oltre a internazionalizzarsi, attraendo matricole, studiosi e prof dall'estero, i nostri atenei dovranno anche diventare - auspica Giannini - più attrattivi. Come? Sfruttando le loro vocazioni, diventando più competitivi e valorizzando l'offerta formativa.
Rispunta il Pnr. Tra i desiderata per la ricerca non c'è solo il nuovo status per i ricercatori che, tra l'altro, andrà di pari passo con la riforma della governance degli enti pubblici («deve essere reso più efficace: più chiara definizione delle rispettive missioni, evitando duplicazioni e/o sovrapposizioni, ottimale distribuzione e utilizzo delle risorse disponibili, valorizzazione dell'autonomia», si legge nel documento). Nel menù di interventi spicca il riferimento al Programma nazionale della ricerca (Pnr): il documento con le linee guida sull'utilizzo dei fondi nazionali e internazionali per l'innovazione e che manca all'appello dall'inizio del 2014. Dopo un varo preliminare che risale all'ex ministra Maria Chiara Carrozza quello definitivo non è mai arrivato. In realtà, il Pnr è più volto rispuntato nel corso della legislatura (su cui si veda ad esempio Scuola24 del 30 gennaio scorso ) anche dopo l'insediamento a viale Trastevere di Stefania Giannini. Salvo fermarsi puntualmente - pare per dissidi con Palazzo Chigi - a un metro dal traguardo: l'approdo al Cipe che dovrebbe dare il via libera tecnico a cui dovrebbe poi seguire quello politico del Cdm. Almeno a giudicare dall'atto d'indirizzo il 2016 dovrebbe essere l'anno buono per il suo arrivo. Quando però saranno trascorsi già due anni dei sette in cui si articola la programmazione europea di Horizon 2020.
Le misure per la scuola. Un accenno infine lo meritano le misure per la scuola. Che occupano i primi otto punti del documento del Miur. Della lista fanno parte tutte le novità introdotte con la Buona Scuola che nei prossimi mesi andranno implementate. Dall'offerta formativa che gli istituti potranno personalizzare alla formazione permanente del personale scolastico; dalla costruzione di un sistema di valutazione organica per presidi e docenti a un monitoraggio degli interventi di edilizia scolastica; dall'innovazione degli ambienti e della didattica all'alternanza scuola-lavoro che deve diventare realtà anche per i liceali. Fino all'inclusione degli studenti con disabilità e al contrasto della fuga dai banchi prima del tempo.
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