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Dislessia 2.0, una strategia digitale in tre mosse da Fondazione Telecom, Salute e Miur

di Rosanna Magnano

Garantire una diagnosi precoce della dislessia, formare gli insegnanti tramite e-learning sulla base di un protocollo gold standard, offrire ai genitori una mappa delle scuole certificate e creare un Osservatorio dedicato con una banca dati che fotografi la reale dimensione del problema. Sono queste le finalità di «Dislessia 2.0», un tris di progetti promossi dalla Fondazione Telecom in accordo con ministero della Salute e Miur: «Smart@pp», in partnership con Istituto superiore di sanità; «Dislessia online» con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e «Dislessia amica» in collaborazione con Associazione italiana dislessia. L’iniziativa da parte della Fondazione Telecom comporterà un investimento di 500mila euro, che va ad aggiungersi agli oltre 2 mln già destinati dal 2009 a oggi in diversi progetti sullo stesso disturbo «che hanno coinvolto negli anni - spiega Marcella Logli, dg della Fondazione - 20mila docenti, 700mila studenti e 10mila scuole».

«Il fatto che ci sia una grande attenzione nei confronti della cura di questo grave problema - sottolinea la ministra della Salute Beatrice Lorenzin - è molto importante. E lo è ancora di più in virtù del fatto che l'attenzione arrivi anche dalle fondazioni, quindi dal privato, che investe parte delle proprie risorse in attività come queste che sono addirittura di organizzazione della presa in carico del paziente».

Un fenomeno sommerso ancora da esplorare
Il progetto digitale integrato si realizzaerà nei prossimi 18 mesi, con l’obiettivo di affrontare con un approccio innovativo un disturbo dell’apprendimento che in Italia colpisce 1,9 milioni di persone (pari al 3,5% della popolazione) di cui 350mila in età scolare, pari al 4,5% della popolazione scolastica totale (7,8 mln).

L’incidenza reale è ancora in parte sconosciuta. Le diagnosi nella scuola italiana sono infatti aumentate nettamente dopo la Legge 170/2010 ma ancora non coprono il 100% del totale. E i tempi di diagnosi, tra code e accertamenti, possono arrivare anche a due anni.

Chiarezza sui numeri dovrebbe arrivare a breve. «Nelle prossime settimane arriveranno al ministero dell'Istruzione dati informatizzati - ha anticipato il sottosegretario al Miur, Davide Faraone - che ci permetteranno di conoscere le varie tipologie di disabilità nelle scuole. Saremo in grado di avere questi dati importanti che ci consentiranno di sapere che tipo di sostegno dobbiamo dare agli studenti».

Smart@pp per guidare genitori e pediatri
Ridurre il ritardo della diagnosi tramite nuove tecnologie è l’obiettivo del primo dei tre progetti, Smart@pp. Si tratta di un’applicazione per lo screening dei disturbi della comunicazione, realizzata da Iss e Fondazione Telecom Italia, in collaborazione con il Cnr. L'implementazione della piattaforma e la validazione del protocollo di screening saranno a cura di Massimo Molteni dell'Irccs Eugenio Medea – Associazione La Nostra Famiglia, dell'Associazione Culturale Pediatri e del Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico. «Il progetto intende sfruttare il network naturale di smartphone e tablet - spiega una nota - implementando una piattaforma web che guiderà il genitore (ma che sarà accessibile anche ai pediatri di base per valutare, all'interno dei bilanci di salute, il profilo di rischio del bambino) nella compilazione di questionari gold standard sull'argomento e la cui validità è riconosciuta sulla base dei principi dell'Evidence Based Medicine. La piattaforma consentirà anche l'avvio di una sperimentazione sulle componenti frequenziali della lallazione e sulla prosodia della voce al fine di investigare nuovi possibili biomarcatori ultra-precoci dei disturbi della comunicazione».

Dislessia online per uno screening telematico
L'identificazione precoce e attendibile dei bambini con ritardo di linguaggio consentirà l'attivazione di interventi tempestivi ma anche l’eliminazione delle diagnosi infondate, che riguardano circa il 25% dei casi. E qui interviene «Dislessia online», un servizio di screening telematico «per garantire a bambini, ragazzi e adulti uno screening precoce, rapido ed efficace della dislessia e un graduale recupero attraverso sessioni telematiche di training personalizzato. E, nei casi più gravi, l'invio ai centri diagnostici specializzati». L’ iniziativa è messa a punto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù . Le prove e gli esercizi verranno elaborati dai medici dell’ospedale pediatrico romano.

La mappa delle scuole amiche
La sfida vera, una volta effettuata la diagnosi passa però dai banchi di scuola. Obiettivo del terzo progetto, «Dislessia Amica» è infatti quello di portare nel 30% delle scuole italiane «le migliori pratiche per l'inclusione scolastica degli studenti con Disturbi specifici di apprendimento». Il progetto è realizzato dall'Associazione Italiana Dislessia.
Si tratta di una piattaforma e-learning che sarà lanciata a settembre 2016. Attraverso la piattaforma online verranno realizzati corsi di formazione e webinar per docenti e dirigenti scolastici.


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