Dal governo

Salute&ambiente, da Ispra un kit multimediale per insegnare l'inquinamento indoor

di Ro. M.

Restare, anche se per poco tempo, in una stanza mentre viene verniciata. Toccarsi occhi,
naso o bocca con le mani sporche di polvere. Stare vicino a una stampante mentre è
in funzione. Sono alcune delle «cose da non fare» contenute nella scheda su «Inquinanti chimici e fonti indoor d'inquinamento» del nuovo sito web AirPack . Uno toolkit educativo multimediale per le scuole (pensato per bambini fino a 11 anni , disponibile anche in inglese e albanese), che ospita un insieme di strumenti didattici sull'inquinamento dell'aria indoor nelle aule e sulle azioni che le scuole stesse possono intraprendere per migliorarne la qualità, capire i rischi ed evitarli. Un ventaglio di informazioni per insegnare ai più piccoli che cosa è lo smog, quali sono le sostanze chimiche più pericolose, come leggere le etichette, quali sono le scelte più giuste per il trasporto intelligente. L’iniziativa è stata presentata oggi nel corso di un convegno promosso dal ministero dell'Ambiente e organizzato dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione ericerca ambientale), in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale del Lazio (Usr), FederAsma e AllergieOnlus (Alama). Si tratta dell’ultima declinazione del più ampio progetto Search (School environment and respiratory health of children) attivo dal 2006 in 10 Paesi (Ungheria, Italia, Albania, Bosnia & Erzegovina, Repubblica Slovacca, Serbia, Kazakistan, Tagikistan, Ucraina e Bielorussia).

«Lo strumento multimediale presentato oggi – ha dichiarato il Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente Barbara Degani - è il frutto di un importante lavoro di indagine internazionale, volto a verificare l'interazione tra lo stato dell'aria negli ambienti scolastici e le principali allergie e problemi respiratori dei bambini. Questo studio rappresenta un punto dal quale partire per migliorare le condizioni di vita dei nostri figli durante le ore in aula, che sono numericamente elevate. In molti casi le scuole richiedono interventi strutturali pesanti, altre volte invece piccoli accorgimenti che possono fare la differenza ed è qui che il sito web realizzato diventa importante per sensibilizzare, docenti e famiglie, sull'importanza di un buon ambiente scolastico. Il mio invito è che da questo progetto pilota in Lazio, AirPack venga utilizzato in tutta Italia perché da un suo buon utilizzo dipenderà il miglioramento dello stato di salute dei grandi e dei piccoli frequentatori delle scuole».

L’impatto sanitario dell’inquinamento indoor è rilevante e in aumento
Su una classe di 30 alunni, 3 soffrono di asma. Su 10 bambini, quasi la metà soffre di allergie. Su oltre 900 bambini tra i 10 e 13 anni delle scuole italiane investigate nel Progetto internazionale Search II - promosso dal ministero dell'Ambiente - oltre il 12% era in trattamento medico per asma e oltre il 14 % riportava episodi di difficoltà respiratoria. Nel totale dei quasi 8.000 bambini studiati nei Paesi partner del progetto Serach i valori italiani si attestavano tra le percentuali più alte di casi diagnosticati di allergie respiratorie (pollini, acari) e di altri sintomi delle vie respiratorie. In Italia, asma e malattie allergiche sono la prima causa di malattia cronica nella fascia di età pediatrica 0-14 anni (dati Istat 2015). Salendo con l'età (18-19 anni), i soggetti allergici arrivano al 14,2% e il fenomeno sembra in crescita.

Infatti, asma e allergie sono in crescita. Un recente studio del 2015 ha evidenziato che su un campione di 3000 cittadini dell'area di Pisa - zona che non rientra nelle aree più inquinate del nostro Paese - seguiti per 25 anni - la prevalenza di asma è salita dal 6,7 al 7,8; gli attacchi acuti sono saliti dal 3,4 al 7,4; i casi di bronchite cronica sono più che triplicati, passando dal 2,1 al 6,8 mentre quelli di rinite allergica sono più che raddoppiati arrivando al 37% della popolazione seguita (Fonte: Cnr).

«Una buona qualità dell'aria può evitare crisi respiratorie e allergiche - sottolinea l’Ispra - ma va tutelata anche quella che si respira in ambienti chiusi, dove si sommano gli inquinanti provenienti dall'esterno a quelli che possono provenire da materiali, prodotti per le pulizie o pulizie fatte in momenti sbagliati e, non in ultimo, da alcune nostre (cattive) abitudini. Questo è soprattutto vero per gli ambienti scolastici dove milioni di studenti vi trascorrono fino a 8 ore al giorno e per almeno dieci anni. E per chi tra loro è allergico o asmatico allergeni e inquinanti irritanti possono rappresentare quella che è stata più volte definita come una barriera invisibile al diritto allo studio. È stato stimato che in una classe di 30 alunni, da 1 a 3 potrebbero soffrire di asma, mentre 4 alunni su 10 possono soffrire di una forma di allergia (Fonte: Federasma) ».


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