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Privacy, concorsi pubblici: stop alle graduatorie on line dei posti riservati ai disabili. Bonaccini al Garante: «Massimo sostegno dalle Regioni»

Stop del Garante della Privacy alla pubblicazione delle graduatorie di concorsi riservati ai disabili sui siti istituzionali di alcune province e una regione. I nominativi di centinaia di persone disabili, spesso associati a data e luogo di nascita, risultavano infatti «immediatamente visibili in rete tramite l'inserimento delle rispettive generalità nei più diffusi motori di ricerca. Nei documenti erano riportate in chiaro anche informazioni ritenute eccedenti o non pertinenti (come il reddito, la percentuale di invalidità civile, il punteggio derivante dall'anzianità, il numero di familiari a carico)», riferisce una nota del Garante che ha dichiarato illeciti i trattamenti di dati effettuati dagli enti territoriali. Questo perché «non conformi al Codice privacy, che non consente la diffusione di informazioni sulla salute, tanto più online. Oltre al provvedimento di divieto, il Garante ha prescritto alle Province interessate e alla Regione di mettersi in regola per il futuro con la pubblicazione di atti e documenti on line.

Il richiamo alle Regioni
A settembre dello scorso anno, il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, aveva scritto al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Sergio Chiamparino, per richiamare l'attenzione della Conferenza sulla preoccupante prassi di pubblicare sui siti web degli enti pubblici atti e documenti contenenti dati personali estremamente delicati come quelli riferiti alla salute, in particolare alla disabilità. Il Garante ha chiesto di valutare la possibilità di assumere specifiche iniziative affinché i trattamenti di dati effettuati da soggetti pubblici siano sempre rispettosi delle norme previste in materia di tutela della riservatezza.

Gli enti dovranno attenersi alle disposizioni della normativa e delle Linee guida in materia di trasparenza emanate dall'Autorità, adottando ogni cautela per evitare, in particolare, la diffusione di dati sanitari. L'Autorità, inoltre, si è riservata di «valutare, con separato provvedimento, gli estremi per contestare alle Pa la violazione amministrativa prevista per l'infrazione del Codice». I casi richiamati non sono i primi, ma «si aggiungono a numerosi episodi analoghi per i quali l'Autorità è dovuta intervenire a tutela della riservatezza vietando la pubblicazione dei dati sensibili».

Bonaccini (Regioni): «Condividiamo e assicuriamo sostegno all’iniziativa di Soro»
Il provvedimanento del Garante ha incassato il plauso del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: «Condivido l'appello del garante della protezione dei dati personali, Antonello Soro, sulla esigenza di evitare la pubblicazione sui siti web degli enti pubblici di atti o documenti contenenti dati personali come quelli relativi alla salute e in particolare alla disabilità». E non solo, perché spiega Bonaccini: «Desidero peraltro rassicurarlo perché già il 4 dicembre 2015 l'allora del presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, aveva condiviso questa necessità e aveva invitato tutte le Regioni ad attenersi strettamente alle indicazioni delle ‘Linee guida in materia di trattamento di dati personali', dandone anche specifica comunicazione all'autorità stessa». Ha dichiarato il leader dei governatori: «Quanto alla prospettiva di assumere specifiche iniziative affinché i dati pubblicati siano sempre rispettosi delle esigenze di tutela della riservatezza – ha concluso - desidero ribadire a Soro la massima collaborazione e l'assoluta disponibilità della Conferenza delle Regioni».


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