Dal governo

8 marzo, Mattarella: «Donne cuore e struttura portante dell'Italia»

Le donne italiane «rappresentano il cuore, il volto, la struttura portante dell'Italia. Le loro speranze, i loro progetti, le loro sofferenze animano il tessuto sociale del nostro Paese». Queste le parole con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso i suoi auguri a tutte le cittadine italiane durante la cerimonia della Giornata internazionale della donna al Quirinale. Con la celebrazione di oggi, ha ricordato Mattarella, si apre «la celebrazione dei settant'anni della Repubblica. Anniversario che coincide col primo voto espresso dalle donne. E, come abbiamo visto, non si tratta soltanto di una coincidenza temporale».

Non dissipare la «conquista» del voto alle donne
Nel suo intervento, il presidente si è soffermato sulla politica, il cui compito è oggi quello di «riguadagnare la fiducia dei cittadini, con coerenza e serietà, con attenzione al bene comune e ai principi di legalità». Il potere infatti «non si legittima da se stesso ma dal servizio che rende alla comunità». In questo scenario, il pieno riconoscimento dei diritti politici delle donne «costituisce elemento fondativo della nostra Repubblica», ha aggiunto il capo dello Stato: «Dopo tanta fatica per conquistarlo, non bisogna dissipare o accantonare il diritto al voto».

Contro l'astensionismo, «ferita da non trascurare»
Al centro dell'intervento di Mattarella anche il crescente astensionismo che ha caratterizzato le elezioni degli ultimi anni, definito «una ferita che nessuno può permettersi di trascurare: la partecipazione politica dei cittadini oggi si è ridotta, e purtroppo questo avviene di più tra le donne». Il potere, ha aggiunto il capo dello Stato, «non si legittima da se stesso, ma dal servizio che rende alla comunità», e «la disaffezione e la distanza, che i cittadini avvertono, va ridotta con una ripresa di vitalità delle istituzioni e dei partiti, che restano strumento essenziale della vita democratica».

Violenza su donne «piaga da contrastare con tutte le energie»
Dopo aver toccato il tema cui è dedicata la Festa delle donne 2016 – “Donne per la Repubblica: 70 anni dal voto alle donne” – il presidente della Repubblica ha voluto soffermarsi sulle violenze, soprattutto domestiche, vera e propria emergenza di questi anni. Per Mattarella «non c'è libertà quando la donna al lavoro è vittima di violenze fisiche o morali o viene costretta a spazi di sofferenza». Nonostante una maggiore sensibilità su questo fronte, «la violenza sulle donne è ancora una piaga della nostra società, che si ritiene moderna, e va contrastata con tutte le energie di cui disponiamo e con la severità di cui siamo capaci, senza mai cedere all'egoismo dell'indifferenza».

L'assenza di lavoro femminile tra le cause del calo demografico
Uno dei passaggi più applauditi del discorso di Mattarella è stato quando il presidente ha evidenziato il «legame negativo» oggi esistente « tra il lavoro che manca e il calo demografico. Non è vero che il lavoro allontana la donna dalla maternità. È vero il contrario: proprio l'aumento del lavoro femminile può diventare un fattore favorevole alle nascite». «Senza un aumento del lavoro femminile - ha poi ribadito Mattarella - il Paese non avrà la crescita che tutti noi speriamo e non potremo parlare davvero di uscita dalla crisi». Tra le priorità, il superamento dello scarto esistente tra l'occupazione maschile e quella femminile, che oggi «è di oltre venti punti percentuali». E la mancanza di lavoro femminile «è il dato che pesa maggiormente sul tasso di occupazione nazionale, constringendolo a livelli molto

Boschi ricorda la «diffidenza» che accolse il voto alle donne
Al centro della cerimonia ospitata al palazzo del Quirinale le testimonianze nazionali e internazionali sul ruolo delle donne nella società, i progressi fatti e quelli da fare. Presenti, nel gruppo delle autorità, la ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini e quella per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che nel suo intervento ha voluto ricordare il «clima di diffidenza» che settant'anni fa accolse «la grande conquista del voto alle donne». Un importante quotidiano nazionale dell'epoca, ha ricordato poi Boschi, «titolava in modo un po' sarcastico sottolineando che in un momento in cui non c'era il pane, ci si occupava del voto alle donne».


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