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Corte dei conti: gli investimenti trainano il patrimonio dell’Enpab

L’utile netto è passato da 2.517.047 nel 2012 a 4.013.731 euro nel 2013 mentre il patrimonio netto è cresciuto a 72.970.159 rispett ai 60.673.694 del 2012. Sono i dati contenuti nella relazione della Corte dei conti sul controllo della gestione finanziaria dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza in favore dei biologi (Enpab).
«All’aumento del patrimonio netto nel biennio in esame - spiegano i magistrati contabili - ha concorso, in misura preponderante, l’importo, accantonato a fondo di riserva, risultante dai rendimenti netti annui effettivamente conseguiti derivanti dagli investimenti mobiliari, notevolmente incrementatisi negli esercizi 2012–2013 rispetto al precedente esercizio 2011, al netto della rivalutazione dei montanti contributivi, che in ragione della diminuzione del tasso di capitalizzazione ha subito, invece, un netto decremento».

La relazione, inoltre, ricorda che nel corso del biennio in esame sono state apportate, anche in attuazione delle previsioni di cui all’art. 18 d.l. n. 98/2011 e della l. n. 133/2011, numerose modifiche al regolamento di disciplina delle funzioni di previdenza.
«Le modifiche apportate - afferma la Corte dei conti - e in particolare l’aumento, a decorrere dal 2013, della misura del contributo soggettivo, in ragione dell’1% l’anno fino a raggiungere l’aliquota del 15% e l’aumento, sempre a decorrere dal primo gennaio 2013, dal 2% al 4% del contributo integrativo con destinazione della differenza ad incremento del montante dell'iscritto, dovrebbero concorrere ad attenuare, nel tempo, il profilo di maggior criticità della gestione dell’Enpab, costituito dall’inadeguatezza delle prestazioni pensionistiche».

Per la Corte dei conti l’aumento della misura del contributo soggettivo ha evitato che l’ammontare del contributo soggettivo medio, che negli ultimi anni, compreso il 2012, ha subito un costante decremento a causa della riduzione dei redditi medi degli iscritti, conseguente alla crisi economica, avesse a subire, nel 2013, un’ulteriore riduzione.
«Gli effetti delle suddette misure sui montanti contributivi - conclude la relazione - saranno inevitabilmente condizionati dalla dinamica dei redditi professionali netti e dei volumi d’affari degli iscritti».


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