Dal governo

Si può curare la corruzione in sanità?

di Carla Collicelli (advisor scientifico Fondazione Censis)

Che la corruzione sia un fenomeno di lungo periodo nell'ambito della gestione della cosa pubblica, e che affondi le sue radici in tradizioni millenarie, particolarmente consistenti nella nostra penisola italica è argomento noto. Meno note sono le caratteristiche del fenomeno oggi, nella sanità come in altri ambiti della vita collettiva. Da un lato la dimensione sommersa e nascosta della corruzione tende oggi più che mai a sfuggire ad accertamenti e controlli, e ciò nonostante le attenzioni, anche mediatiche, del periodo più recente. In secondo luogo si ha la sensazione, soprattutto in sanità, che si stia assistendo ad un peggioramento progressivo della situazione, causato da diversi fattori, tra i quali l'impatto di una tecnologia sempre più complessa e sfuggente, la crescente frammistione tra pubblico e privato, la complessità delle norme di riferimento, e la carenza di una programmazione strategica di contrasto. In terzo luogo le dimensioni economiche raggiunte dal settore sanitario, e le note difficoltà finanziarie e di sostenibilità dei sistema, pongono con una urgenza inedita la questione della messa a fuoco della realtà corruttiva e del suo contrasto.

Il Progetto “ Healthcare Integrity Action” nasce proprio dalla esigenza di contribuire a dare una risposta ai quesiti posti, grazie alla collaborazione triennale tra Transparency International Italia, Censis, Ispe sanità e Rissc, nell'ambito della Siemens Integrity Initiative, un programma mondiale per il contrasto della corruzione e la promozione della trasparenza e della legalità.

I dati raccolti fino ad oggi sono eclatanti. La ricerca svolta presso più di 150 direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere, interrogati dal Censis, ha permesso di sapere che nel 37% delle realtà si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi cinque anni, e in circa un terzo dei casi non sono stati affrontati in maniera appropriata. L'esame dei Piani anticorruzione rivela che molto è stato fatto negli ultimi anni con la produzione di codici di comportamento, regolamenti per le procedure d'acquisto e procedure per la segnalazione di casi di corruzione e azioni a tutela dei dipendenti che le effettuano (i whistleblower). Ma dalla ricerca condotta da Rissc emerge che nel 40% dei casi ci si è limitati agli adempimenti formali, e non sono stati attuati né l'analisi dei rischi di corruzione, né le misure di prevenzione. Molti altri dati sono desumibili dal Rapporto di ricerca presentato il 6 aprile nell'ambito della Giornata nazionale contro la corruzione in sanità al tempio di Adriano a Roma.

Il progetto non si limita alla descrizione del fenomeno, in quanto intende puntare ad ottenere risultati concreti, riducendo sprechi e tangenti, aumentando la consapevolezza sulla consistenza e gravità del fenomeno, dando un contributo per la formazione dei dirigenti e degli staff del settore, e implementando e testando sul campo strumenti anti-corruzione innovativi e modelli organizzativi specifici. A ciò sono finalizzati gli interventi in corso che coinvolgono referenti istituzionali e stakeholder. Il più importante obiettivo del progetto è difatti proprio la promozione della responsabilità personale di chi prende le decisioni e gestisce i servizi, da basare su una sana autonomia e discrezionalità, ma anche sulla chiarezza degli obiettivi e delle norme, sulla etica professionale condivisa e su controlli e sanzioni.

Questo è ad esempio il compito del Tavolo di lavoro pubblico/privato, costituito nell'ambito del progetto, con la partecipazione di numerosi esperti e referenti istituzionali e con lo scopo di concordare una strategia di contrasto della corruzione e di supporto della legalità e trasparenza attraverso la stesura di un Policy Paper e di un Policy Statement contenenti raccomandazioni e proposte. E questo è anche e soprattutto il compito dei “progetti pilota” e delle attività formative e di coaching che si svilupperanno nel corso del 2016 presso alcune Aziende sanitarie che hanno aderito all'iniziativa.

La sanità rispecchia, come ogni altro ambito, il sistema sociale, ed è dunque fondamentale intervenire essendo consapevoli del ruolo giocato dalle cause profonde, dalle carenze dell'etica pubblica, e dal prevalere di interessi particolari, di clientela e lobby, rispetto agli interessi collettivi. In un sistema che vive dell'intreccio tra soggetti pubblici e privati, come la sanità, ciò assume caratteristiche peculiari, con modalità e ruoli che di volta in volta si configurano in maniera diversa a seconda dei soggetti coinvolti e degli ambiti di azione. La frammistione tra politica e gestione è un altro elemento determinante e l'ampiezza delle risorse di settore, assieme alla complessità delle procedure di regolazione contribuiscono a favorire i fenomeni di corruzione.

Bisogna allora insistere in modo particolare sulla responsabilità individuale e sulla attenzione ai diritti dei cittadini/utenti. Ed è quanto il progetto intende promuovere, lavorando sulla consapevolezza e integrità di chi prende le decisioni e gestisce i servizi, su di una sana autonomia e discrezionalità, ma anche sulla chiarezza degli obiettivi e delle norme, sull’etica professionale condivisa e sui controlli e sanzioni e sulla trasparenza dei dati, accesso pubblico agli atti e pubblicazione delle informazioni, come ulteriori strumenti.


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