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Istat, residenti italiani in calo, più funerali e meno culle: nascite a picco sotto il mezzo milione

di Lucilla Vazza

Meno nascite, più decessi, più stranieri, ma anche più italiani con la valigia. Ecco l’Italia nel ritratto del Bilancio demografico nazionale diffuso oggi dall’Istat. Non ci sono dubbi, il Paese sta cambiando, anzi è già cambiato. In Italia vivono 60,5 milioni di persone, gli stranieri sono 5 milioni. Il numero dei residenti ha registrato una diminuzione consistente per la prima volta negli ultimi novanta anni, con un saldo negativo di 130.061 unità. Il calo riguarda esclusivamente la popolazione di cittadinanza italiana con 141.777 residenti in meno, gli stranieri aumentano di 11.716 unità.

Più funerali meno culle
E che ci siano sempre più funerali che fiocchi rosa o celesti appesi alle porte non è certo una novità. Di nuovo c’è forse che le morti crescono di un bel po’ rispetto all’anno precedente. Nel 2015, i decessi sono stati 647.571, un dato superiore di 49.207 unità in confronto al 2014 ed è il valore più elevato dal 1945. Le nascite sono state 16.816 in meno rispetto all'anno precedente (-3,3%) e più di 90 mila in meno negli ultimi sette anni.

Rispetto all'aumento «fisiologico» dei decessi che ci si può attendere in una popolazione che invecchia, quello del 2015 è stato più evidente. Il motivo? Su questo bisogna fare delle valutazioni. I picchi dell’anno scorso si registrano particolarmente nei primi mesi dell'anno, quando si verifica la maggior diffusione di epidemie influenzali , e nel mese di luglio, nel quale si sono sperimentate temperature particolarmente elevate per un periodo di tempo prolungato.

Vecchissimi più fragili rispetto a caldo e influenze
A ciò va aggiunto un effetto di «rimbalzo» della mortalità che, nel 2014, si era attestata su valori più bassi rispetto agli anni precedenti, con un guadagno in sopravvivenza da parte di individui anziani o molto anziani; l'85% dell'eccesso di decessi del 2015 è stato infatti registrato nella classe di età 75-95 anni. Il progressivo aumento del contingente dei grandi anziani (85 anni e più) comporta un aumento di popolazione in condizioni di fragilità e quindi più' esposta al rischio di mortalità per eventi climatici atipici (inverni particolarmente rigidi e/o estati torride) o dovuto al contesto epidemiologico (sindromi influenzali particolarmente aggressive).

Natalità a picco
Diverso il discorso sulla bassa natalità. Nel report si legge che «la concomitanza tra la crisi economica e la diminuzione delle nascite, ravvisabile in quasi tutti i paesi europei, suggerisce un legame tra i due fenomeni. Lo stesso può dirsi per la diminuzione dei matrimoni, registrata proprio a partire dal 2008». Ma il report registra una progressiva riduzione delle potenziali madri dovuta da un lato all'uscita dalle età riproduttive delle generazioni molto numerose nate all'epoca del baby-boom, dall'altro all'ingresso di contingenti di donne sempre meno numerosi, per effetto della prolungata diminuzione delle nascite a partire dalla metà degli anni ’70.

E va rivisto anche il contributo delle donne straniere, che finora avevano risollevato le medie. Infatti, se l'incremento delle nascite registrato fino al 2008 era dovuto principalmente a loro, negli ultimi tre anni anche il numero di bimbi stranieri nati in Italia, pari a 72.096 nel 2015 (il 14,4% del totale dei nati), ha iniziato progressivamente a ridursi (-7.798 nati stranieri dal 2012). Il boom era stato particolarmente rilevante a partire dall'inizio del nuovo millennio, da quasi 30mila del 2000 a 80mila del 2012 - il numero massimo di bambini stranieri nati nel nostro Paese - portando l'incidenza sul totale dei nati dal 4,8 al 14,9%.

Valigie tricolori
Da alcuni anni si registra un rallentamento dell'immigrazione dall'estero, mentre cresce l'emigrazione: partono gli italiani. Lo afferma l'Istat nel Bilancio demografico nazionale. Gli iscritti in anagrafe provenienti da un Paese estero sono stati 280 mila, stranieri nel 90% dei casi. Gli italiani che rientrano dopo un periodo di emigrazione all'estero sono 30 mila. Al contrario, circa 147 mila persone hanno lasciato il nostro Paese nel 2015, di cui oltre 100 mila di cittadinanza italiana.


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