Dal governo

Privacy, Soro: «Dati sanitari vulnerabili mettono a rischio i pazienti». La relazione annuale del garante

di L.Va.

«La vulnerabilità del dato sanitario «rischia di determinare errori diagnostici o terapeutici, con conseguenze anche letali». A spiegarlo è stato il presidente Antonello Soro, presentando la relazione annuale al Senato. Secondo il Garante «la carente sicurezza dei dati e dei sistemi può rappresentare in altri termini, una causa esiziale di malasanità mentre, per converso, la protezione dei dati e dei sistemi è un fattore determinante di efficienza sanitaria». «La digitalizzazione della sanità - ha detto il Garante - è una sfida «cruciale» per il nostro paese, «rispetto alla quale però la frammentazione, l'assenza di un piano organico di sicurezza e la disomogeneità che hanno segnato le prime esperienze, appaiono ancora più pericolose». Perché «la perdita, la sottrazione, l'alterazione di un dato sanitario mette a rischio banche dati essenziali e, insieme, viola quanto di più intimo vi è nella persona, esponendola a gravi discriminazioni».

Nel 2015 l’Authority ha adottato 692 provvedimenti collegiali; ha risposto a circa 5mila quesiti, reclami e segnalazioni; ha deciso 307 ricorsi; ha reso 44 pareri a governo e Parlamento; ha contestato ben 1.700 violazioni amministrative e riscosso circa 3 milioni 500mila euro, segnalando 33 casi all'autorità giudiziaria. È il bilancio in cifre di un anno di attività dell'Autorità per la protezione dei dati personali, diffuso contestualmente alla
Relazione annuale al Parlamento. I quesiti, reclami e segnalazioni affrontati hanno riguardato, in particolare, marketing telefonico (in forte aumento); credito al consumo; videosorveglianza; credito; assicurazioni; Internet; giornalismo; sanità e servizi di assistenza sociale.

Pioggia di ricorsi
I 307 ricorsi hanno coinvolto soprattutto banche e società finanziarie, datori di lavoro pubblici e privati. Nel settore pubblico l'attività di verifica si è concentrata particolarmente sul sistema della fiscalità, specialmente sulle misure di sicurezza e sul sistema degli audit, e sulla sanità elettronica, dal fascicolo sanitario elettronico al dossier sanitario, alle prenotazioni di prestazioni online.
Le sanzioni amministrative riscosse ammontano complessivamente a circa 3 milioni e 500 mila euro. Le violazioni segnalate all'autorità giudiziaria sono state 33, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati.
Per quanto riguarda l'attività di relazione con il pubblico, il Garante ha risposto a oltre 25.600 quesiti, che hanno riguardato, in particolare, le problematiche legate alle telefonate promozionali indesiderate, a Internet, alla videosorveglianza, alla pubblicazione di documenti da parte della Pa, al rapporto di lavoro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA