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Pma, aumentano gravidanze e nati vivi. Centri a macchia di leopardo. Il punto nella Relazione trasmessa dalla Salute al Parlamento

di Red.San.

I bimbi nati nel 2014 grazie alla fecondazione assistita sono 10.976. È quanto emerge dalla relazione sullo stato di attuazione della legge 40 trasmessa dal ministero della Salute al Parlamento . Dal ministero confermano «la tendenza secondo cui la gran parte dei trattamenti viene effettuata nei centri pubblici e privati convenzionati. Spicca un andamento differente fra tecniche di inseminazione semplice - per le quali diminuiscono coppie, cicli di trattamento, gravidanze e nati - e tecniche di fecondazione di II e III livello, per le quali invece aumentano». La percentuale di gravidanze per ciclo resta stabile: 10% per inseminazione semplice e 19,4% per tecniche a fresco di II e III livello. Restano costanti le gravidanze gemellari (sono 1.633, il 17,7% di tutti i parti), i parti trigemini sono l’1,2%, il doppio della media europea ( 0,6%). Costante anche la perdita di informazioni rispetto agli esiti delle gravidanze: nel 2014 non si ha notizie dell’esito dell’11,8% delle gravidanze accertate (11,4% nel 2013).
Altri dati contenuti nel report: aumenta del 29,9% il numero degli embrioni crioconservati e aumenta il numero di cicli con congelamento di embrioni, mentre continua a diminuire quello dei cicli di congelamento degli ovociti. Continua infine ad aumentare l’età delle donne che accedono alla Pma, che è 36,7 anni per le tecniche a fresco di II e III livello, e la percentuale di donne che vi accedono con oltre 40 anni, che è del 32,9%. Le gravidanze iniziate da 43 anni in su hanno un esito negativo nel 49,5% dei casi.

La mappa dei centri. Quelli iscritti al Registro nazionale e autorizzati dalle Regioni di appartenenza nel 2014: erano 362, cioè 7 in meno di quelli rilevati nel 2013, con i centri di primo livello che diminuiscono di 4 unità e quelli di secondo e terzo livello di 3 unità.
La maggior parte (63,8%) dei centri attivi nel 2014 si concentravano in sole 5 regioni: Lombardia (62 pari al 17,1%), Lazio (50 pari al 13,8%), Campania (44 pari al 12,2%), Sicilia (40 pari al 11,0%) e Veneto (35 pari al 9,7%). La presenza dei centri di I livello è maggiormente concentrata nelle regioni del Nord Italia (54,3%), mentre i centri di II e III livello sono più diffusi nell’area Sud ed Isole (32,3%). Anche nel 2014 non sono presenti centri di Pma in Molise.
I 162 centri di primo livello attivi nel 2014 erano: 40 pubblici (24,7%), 3 privati convenzionati (1,8%) e 119 privati (73,5%). La proporzione di centri che hanno offerto cicli sostenuti dal Sistema continua a diminuire passando dal 27,7% nel 2013 al 26,5% del 2014,
situazione dovuta alla assenza di 1 centro pubblico rispetto al 2013 in Veneto, Abruzzo e Puglia, per un totale di 3 centri pubblici in meno di I livello in Italia.
La maggioranza dei centri pubblici è presente nelle aree del Nord del paese, mentre quelli privati sono più equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale.
In totale il numero di centri di II e III livello attivi nel 2014 è pari a 200 (3 in meno rispetto al 2013) di cui 74 (37%) pubblici, 19 (9,5%) privati convenzionati, che insieme rappresentano il 46,5% (-0,3% rispetto al 2013), e 107 (53,5%) che hanno offerto un servizio di tipo privato.
I centri pubblici e privati convenzionati sono maggiormente diffusi nel Nord Ovest (76,3%), mentre sono più presenti i centri privati nel Nord Est (51,3%), nel Centro (57,1%) e nel Sud (67,6%).
In particolare le regioni con una maggiore presenza di centri pubblici o convenzionati col Ssn sono la Valle d'Aosta, la Liguria, la provincia di Trento, il Friuli Venezia Giulia, la Basilicata, la Sardegna tutte con il 100%, la Lombardia (88,0%), la Toscana (71,5%) e le Marche (66,7%). In Calabria tutta l’offerta regionale è stata erogata da 4 centri privati.

Cicli “a offerta variabile”. L’indicatore relativo al numero di cicli iniziati totali per milione di abitanti a livello regionale restituisce una grande diversificazione dell'offerta che varia dai 2.966 cicli della Valle d'Aosta ai 179 cicli offerti nelle Marche. In generale, la maggior parte delle regioni del Nord e del Centro presenta un indicatore superiore alla media nazionale che è di 1.102 cicli, mentre nelle regioni del Sud tale indicatore è al di sotto della media nazionale. Anche il secondo indicatore, relativo al numero di cicli iniziati totali per milione di donne in età feconda (tra i 15 ed i 45 anni), presenta una grande varietà di offerta, dai 16.511 cicli offerti in Valle d'Aosta ai 984 cicli offerti nelle Marche. Anche in questo caso, la maggior parte delle regioni del Nord presentano un valore superiore alla media italiana pari a 5.855 cicli, mentre tutte quelle del Sud hanno un valore inferiore.

La migrazione. Dal punto di vista della distribuzione geografica, il fenomeno della migrazione interregionale, resta più intenso nelle aree del Nord Est e del Centro, seppur con dinamiche assai diverse. Infatti mentre i centri presenti nelle regioni del Centro aumentano la quota di cicli su pazienti non residenti (+5,3%) raggiungendo il 48,7%, i centri presenti nel Nord Est diminuiscono la quota di attività svolta su pazienti non residenti (-2,7%) raggiungendo il 30,9%. La Toscana si conferma la regione che accoglie il maggior numero di pazienti extraregionali (64,3%), quasi interamente trattati in centri pubblici o convenzionati col Ssn (64%). Nel meridione, la ricettività extra regionale dei centri è limitata al 9,6% dei cicli effettuati. Anche nel 2014 è confermata la tendenza delle coppie di pazienti che decidono di rivolgersi a un centro situato fuori la propria regione, di farlo accedendo preferibilmente a centri di grandi dimensioni (più di 1.000 cicli in un anno), possibilmente pubblico o comunque convenzionato con il Ssn, come del resto avviene anche per altri tipi di patologie.


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