Dal governo

Via libera ai nuovi comparti, Aran e sindacati firmano. Cosmed: «Ora contratti e risorse»

Firma definitiva all’Aran del Contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree contrattuali. I sindacati e l'Agenzia che rappresenta il Governo hanno sottoscritto questa mattina l'accordo che ridisegna i settori della contrattazione, ridotti da 11 a 4.

La firma arriva dopo sette anni dalla legge che ha prescritto la razionalizzazione. L'intesa preliminare era stata raggiunta il 5 aprile e aveva ottenuto l'ok da parte del Consiglio dei ministri il 15 giugno. La firma è precondizione per l'apertura del confronto sui rinnovi contrattuali.

Cosmed: «Ora non ci sono più alibi, adeguare le disponibilità economiche per i rinnovi contrattuali»
Ora quindi i sindacati scaldano i motori e premono sulla riapertura effettiva e immediata della stagione contrattuale. La firma di oggi, ricorda la Cosmed, «segna il definitivo completamento di un lungo iter legislativo e negoziale che ha portato al riconoscimento dell'area autonoma della dirigenza medica e sanitaria che disporrà di un proprio contratto autonomo, specifico e distinto. E' stata accolta pertanto la richiesta fondamentale della Confederazione - commenta Giorgio Cavallero, segretario generale della Cosmed (Confederazioni Medici e Dirigenti) - e di tutte le sigle che la compongono con il riconoscimento della specificità della dirigenza medica e sanitaria».

Continueranno a far parte del contratto della dirigenza sanitaria del Ssn anche i medici e i dirigenti sanitari delle Arpa. Viceversa la dirigenza tecnica, professionale e amministrativa del Ssn trova adeguata collocazione nell'area della dirigenza delle Regioni e delle autonomie locali; le sigle della dirigenza amministrativa di Regioni e Ssn mantengono la loro rappresentatività e tutte le loro prerogative negoziali in uno specifico e distinto contratto. È stata ribadita la collocazione nelle aree dirigenziali dei medici e dei sanitari del ministero della Salute e degli enti pubblici (Aifa, Cri) nonché dei medici e dei sanitari che operano negli Enti pubblici non economici (Inail e Inps) e tutti i professionisti aggregati in precedenza alla dirigenza. Tutti questi soggetti faranno parte della dirigenza delle Funzioni Centrali.

«La firma del contratto quadro rende possibile l'apertura dei tavoli negoziali per il rinnovo di tutti i contratti di categoria che nel pubblico impiego sono fermi da 7 anni: adesso – prosegue Cavallero - non ci sono più alibi o ostacoli normativi per la riapertura della stagione negoziale, fermo restando la necessità di adeguare le disponibilità economiche per i rinnovi contrattuali».
«Appare decisivo un intervento nella prossima legge di stabilità - continua Cavallero - che implementi le risorse disponibili sia direttamente che indirettamente mediante decontribuzioni e detassazioni delle parti variabili dei salari e degli aumenti stipendiali, l'estensione al settore pubblico delle agevolazioni del cosiddetto “welfare aziendale”, il recupero dei tagli lineari ai fondi contrattuali aziendali che in questi anni hanno ridotto le retribuzioni effettive. Parallelamente dovranno cessare i tagli al pubblico impiego che in questi anni ha perso oltre 300.000 posti di lavoro e ha visto aumentare il lavoro precario. La spesa complessiva per le retribuzioni dei dipendenti pubblici si è ridotta di 13 miliardi annui.
Se il lavoro pubblico non deve essere la vittima sacrificale per altre operazioni, i tagli devono cessare e i risparmi vanno redistribuiti per difendere i servizi pubblici e la dignità dei dipendenti che vi lavorano. La questione è strettamente politica e implica delle scelte immediate da parte dell'esecutivo».

Cimo: «Investire sui medici»
«Il contratto di lavoro dei medici ospedalieri - sottolinea Riccardo Cassi, presidente di Cimo - è bloccato da sette anni, questo assieme al blocco del turn over ha drammaticamente peggiorato le condizioni di lavoro all'interno degli ospedali e delle altre strutture del Ssn.
Al mancato aumento stipendiale si sono inoltre sommate erosioni continue di tutti i fondi previsti dal contratto nazionale che hanno impedito di remunerare l'incremento di lavoro al quale i medici sono stati costretti per poter continuare a garantire i servizi H24 per 365 giorni l'anno e finanziarie che hanno ridotto drasticamente le possibilità di progressione della carriera. Tutto questo non è più tollerabile e deve finire».

Il contratto di lavoro per Cimo deve essere «lo strumento per poter valorizzare il merito e la competenza dei medici del Ssn, ma per far questo occorrono risorse: per prima cosa è necessario bloccare tutti i meccanismi che sono previsti all'interno dell'ultima finanziaria che riducono ancora i fondi accessori. Questi fondi sono quelli che premiano il merito e il valore professionale e pagano il lavoro straordinario a cui il medico è costretto per sopperire alla carenza di personale aggravata dalla inefficienza gestionale delle Regioni che non riescono a riorganizzare la rete ospedaliera».

Le preomesse e gli annunci non bastano più. «Il Ministro Lorenzin ha promesso a Rimini durante la III conferenza nazionale della Fnomceo ma non basta. Sappiamo bene che la questione dipende da tutto il Governo e non solo dal Ministro della Salute. Ed è per questo che ci appelliamo al Presidente del Consiglio Renzi affinché si renda conto che la Sanità è una realtà che chiede attenzione, così come è avvenuto per la Scuola e la Pubblica Amministrazione. La ricchezza del servizio sanitario nazionale non sono solo le strutture e l'alta tecnologia, ma soprattutto l'elevata competenza professionale di chi ci lavora, che ha diritto a vedersela riconosciuta. I medici italiani sono il valore aggiunto per la sanità pubblica. Il personale medico italiano è molto qualificato per questo molti dei nostri colleghi trovano facilmente lavoro all'estero».

«Adesso è quindi necessario a tornare ad investire sui professionisti - conclude Cassi - valorizzando la qualità del loro lavoro e delle loro competenze. Non serve riempire gli ospedali di nuove attrezzature se non si ha un personale medico qualificato e motivato, in grado di utilizzarle al meglio».


© RIPRODUZIONE RISERVATA