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Corruzione, firmato l’atto integrativo tra Salute e Anac. Arriva il Registro degli ispettori

Istituzione del Registro del personale ispettivo a supporto delle attività di verifica e monitoraggio, disposizioni per regolare la costituzione dei team ispettivi e attivazione di specifiche attività formative per l’addestramento del personale preposto. Sono questi i principali contenuti dell’atto integrativo del protocollo d’intesa (siglato lo scorso 21 aprile) fra il ministero della Salute e l’Autorita nazionale anticorruzione, firmato oggi a Roma dal ministro Beatrice Lorenzin e dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone.

L’atto integrativo permette, tra l’altro, l’attuazione di un piano di attività di verifica, controllo e valutazione - anche sul campo – dell’attuazione delle misure previste dai piani per la trasparenza e per la prevenzione della corruzione adottati dalle aziende sanitarie del nostro Paese.

«Con questo atto - ha sottolineato Lorenzin - avremo la possibilità di interagire con tutte le aziende sanitarie, la possibilità di monitorare l’attuazione del piano anticorruzione, di verificare quello che viene fatto. L’obiettivo è prevenire azioni e comportamenti illegittimi o illegali, che possono dar luogo a casi di corruzione. Sono entusiasta perché stiamo rispettando i tempi previsti, anche per gli step operativi; alla fine del percorso avremo la possibilità di interagire con tutte le Aziende sanitarie e gli Enti assimilati del Servizio sanitario nazionale, mettendo in atto le attività di verifica, controllo e valutazione dell'attuazione e della coerenza delle misure di trasparenza ed integrità e di prevenzione della corruzione adottate, riuscendo a prevenire comportamenti illeciti».

Dal canto suo Cantone ha parlato di «un esperimento molto importante». «Sin qui i Piani di prevenzione hanno funzionato poco - ha aggiunto - forse perché percepiti come strumenti burocratici calati dall’alto. Il Piano che oggi andiamo ad integrare è invece diverso e fornisce indicazioni precise alle aziende sanitarie per operare nella legalità. Con quest’atto integrativo - ha continuato il magistrato - saremo in grado di verificare se l’adeguamento al Piano in questione è soltanto formale o anche sostanziale».

Il registro del personale ispettivo, si legge nel primo articolo dell’atto integrativo, «è organizzato presso l’Anac, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica», e sarà composto da ispettori e personale del ministero della Salute e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Entro il mese di settembre 2016 è previsto l’incontro con tutti i responsabili delle Aziende sanitarie per un primo confronto operativo.

Per il dg dell’Agenas, Francesco Bevere, dunque, l’obiettivo «è creare una rete culturale che parta dal basso e mettere in collegamento tutti i responsabili anticorruzione delle Asl per rivederli a partire da settembre e lavorare insieme. Il sistema reagisce, questa è la strada con cui combattere questo fenomeno e prevederlo in tutte le sedi».

«Dopo 20 mesi di “impalcatura regolatoria” - ha concluso - oggi illustriamo gli effetti di un altro passaggio del lavoro di Anac, ministero e Agenas grazie al contributo di ben 7 tavoli tematici, ai quali hanno lavorato 120 persone affrontando temi più diversi. Il piano ha bisogno di personale adeguatamente formato per queste attività, per massimizzare i risultati della complessa attività di contrasto ai fattori distorsivi che possono favorire fenomeni di corruzione nella sanità».

Prima della firma del protocollo Lorenzin e Cantone hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo del magistrato Paolo Borsellino, nel 24mo anniversario della Strage di via D’Amelio. Borsellino «è uno dei nostri eroi che meritano di essere ricordati, presi a ispirazione ed esempio», ha detto la ministra. «La sua morte, come quella di Falcone, ebbe per la mia generazione un impatto incredibilmente forte. Dopo quell'evento niente fu più come prima per ognuno di noi. È una brutta pagina della storia italiana».
Da parte sua Cantone ha ricordato che quel 19 luglio 1992 era «un uditore giudiziario, vissi questa esperienza come un momento devastante della vita della magistratura. Già dopo la morte di Falcone ci fu un momento di terrore all'interno della magistratura, con la morte di Borsellino, molti pensarono che sarebbe stato difficile reagire e invece, paradossalmente la strage di via D’Amelio è stato il momento dal quale si è ripartiti. Il loro sacrificio è servito per ripartire davvero».


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