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Nomine manager sanità, in Gazzetta ufficiale il decreto con i nuovi criteri

È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di sabato 3 settembre il decreto che rivede i provvedimenti di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale. Il dlgs 4 agosto 2016 n. 171 era stato approvato il 28 luglio scorso, in attuazione dell'articolo 11 comma 1 lettera p) legge 7 agosto 20115 n. 124 (riforma della Pa).

Conto alla rovescia per il debutto della rivoluzione della dirigenza sanitaria, che introduce nuove norme per la nomina di direttori di Asl, Ospedali, Policlinici e altri enti della sanità pubblica. A partire dal 18 settembre entra in vigore il decreto legislativo che recepisce l'art. 11 della Riforma Madia della pubblica amministrazione. Il testo, che prevede un elenco nazionale in cui inserire i nomi dei candidati in possesso dei requisiti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 206 del 3 settembre 2016.

Nomine a tempo e meritocrazia
L'indicazione di chi sarà alla guida di aziende sanitarie e ospedaliere, e dunque responsabile di scelte che ricadono sulla salute pubblica, non sarà più appannaggio della politica o di consorterie locali, bensì individuato tra i più idonei a ricoprire l'incarico. Il primo dei nove articoli del provvedimento prevede che alla nomina di direttore generale di un'azienda sanitaria (così come di direttore sanitario o amministrativo), si acceda mediante avviso pubblico di selezione per titoli, dunque sulla base di determinati requisiti ed esperienza pregressa nel settore. La scelta verrà fatta da Commissioni regionali sulla base di nomi indicati su un elenco nazionale, aggiornato ogni due anni e controllato da una Commissione costituita presso il ministero della Salute.

I manager, a distanza di due anni dalla nomina, dovranno inoltre rendere conto del loro operato. Quella che era già stata battezzata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin come «una vera rivoluzione» basata su «professionalità e merito» prevede, infatti, la decadenza da direttore generale in caso di «gravi e comprovati motivi, o se la gestione presenta una situazione di grave disavanzo».


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