Dal governo

Cantone (Anticorruzione): controlli sui flussi finanziari di tutti i privati accreditati. La delibera Anac

di Lucilla Vazza

Le misure straordinarie per il controllo e la verifica dei flussi economici necessarie per accertare la legalità dei flussi finanziari vanno estese alle strutture sanitarie accreditate col Ssn, ma non va messo a rischio lo svolgimento dei servizi sanitarie e sociosanitari . È in breve quello che scrive nero su bianco il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, nelle 8 pagine della delibera Anac (n. 958/2016), depositata oggi. Gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari definiti dall’articolo 3 della legge 136/2010 riguardano infatti anche le strutture sanitarie che operano in regime di accreditamento con il Ssn.

I rigidi paletti previsti dalla normativa anticorruzione hanno portato dubbi interpretativi circa l’opportunità di proseguire nelle normali attività delle strutture sanitarie finite nel mirino di Cantone. Per questo l’Anac propone una modifica dell'articolo 3 della legge 136 in modo da ricomprendere «espressamente e in maniera inequivoca», i servizi ai pazienti nell'ambito di applicazione della norma. Gli obblighi di tracciabilità vanno dunque applicati anche ai servizi sanitari e sociali erogati da strutture private accreditate «in modo da anticipare, il più a monte possibile, la soglia di prevenzione, creando meccanismi che consentano di intercettare i fenomeni di intrusione criminale nei flussi finanziari provenienti dagli enti pubblici».
Del resto, nel piano nazionale anticorruzione è dedicato un capitolo ad hoc sulla sanità, definito ambito particolarmente vulnerabile alle infiltrazioni mafiose.

Strumenti straordinari anti-illeciti
Nella delibera si ripercorre poi il cammino che in questi anni ha compiuto la normativa anticorruzione. Per esempio, gli strumenti straordinari, introdotti dall'art. 32 del d.l. 90/2014, estesi dalla legge di stabilità 2016 al settore sanitario, che vanno intesi, scrive Cantone: «come misure di natura cautelare, preordinati ad evitare che a fronte di indagini giudiziarie su fatti illeciti connessi alla gestione del contratto pubblico, si possano verificare ritardi o pregiudizi nella prestazione di servizi, soprattutto laddove si tratti di servizi indifferibili, come quelli socio-sanitari, ai quali deve essere garantita la necessaria continuità; gli stessi, quindi, appaiono come rimedi straordinari, destinati ad operare a fronte di un'accertata inefficacia dei presidi di legalità esistenti nel prevenire, nel caso concreto, l'illecito».


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