Dal governo

Università, Cantone: «Siamo subissati da segnalazioni sui concorsi»

«Siamo subissati di segnalazioni su questioni universitarie, spesso soprattutto segnalazioni sui concorsi». Lo ha detto oggi, a Firenze, il responsabile dell'Anac Raffaele Cantone. «Non voglio entrare nel merito, non ho la struttura né la competenza - ha aggiunto - ma la riforma Gelmini secondo me ha finito per creare più problemi di quanti ne abbia risolti. Per esempio, ha istituzionalizzato il sospetto: l'idea che non ci possano essere rapporti di parentela all'interno dello stesso dipartimento, il che ha portato a situazioni paradossali». E ha sottolineato che secondo lui «c'è un grande collegamento, enorme, tra fuga di cervelli e corruzione».

In una università del Sud istituzionalizzato uno “scambio”
Poi il presidente dell'Authority anticorruzione ha raccontato che in «una università del Sud è stato istituzionalizzato uno 'scambio': in una facoltà giuridica è stata istituita una cattedra di storia greca e in una facoltà letteraria una cattedra di istituzioni di diritto pubblico. Entrambi i titolari erano i figli di due professori delle altre università. Credo che questo sia uno scandalo e che lo sia il fatto che si sia stati costretti a fare questa operazione; se tutto avvenisse in trasparenza, la legge che nasce dalla logica del sospetto è una legge sbagliata».

Sulle Olimpiadi preoccupazioni ingiustificate
Il presidente dell'autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha anche risposto ai giornalisti in merito alle Olimpiadi di Roma, che secondo il sindaco Virginia Raggi potrebbero correre il rischio di diventare preda della lobby del mattone. «L'ho detto in tempi non sospetti - ha detto Cantone - quindi non può essere considerata una polemica nei confronti della sindaca Raggi, invece sono dichiarazioni assolutamente neutre, resto perplesso sul fatto che qualcuno possa far ritenere che i rischi di corruzione non giustifichino un'opera».

Fino a quando ci ritrarremo per la paura non saremo un paese normale
Il presidente dell'autorità anticorruzione ha sottolineato che «fino a quando noi ci ritrarremo per la paura rischieremo di non diventare mai un Paese normale. Invece, dobbiamo fare in modo che tutto questo non si verifichi. Ovviamente, le preoccupazioni espresse sono ingiustificate visti i precedenti».

Se ce lo avessero chiesto, avremmo fatto la nostra parte
Le parole di Virginia Raggi sono da interpretare come un segno di sfiducia nei lavori di Anac? «Non credo che sia questo- ha evidenziato-, non ho intenzione di fare polemica con nessuno. Ovviamente, se ci avessero chiesto così come ci era stato anticipato di operare un sistema di controllo avremmo fatto la nostra parte». Il punto essenziale è che «su quali siano le attività da svolgersi queste sono scelte della politica, quali attività mettere in campo non sono scelte di un'autorità di controllo».


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