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Farmaci, Istat: ad agosto produzione in calo del 5,3%. Farmindustria: «È un dato parziale»

di Rosanna Magnano

Produzione in calo per le pillole made in Italy. Ad agosto 2016 mentre l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell'1,7% rispetto a luglio e in termini tendenziali del 4,1%, la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici è andata in controtendenza registrando in termini tendenziali una diminuzione del 5,3%. Il dato destagionalizzato (agosto 2016 su luglio 2016) sempre per la farmaceutica segna un -8,5 per cento. Oltre alla farmaceutica gli altri settori in retromarcia sono l'attività estrattiva (-17,7%), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (- 5,0%). Gli altri vanno tutti meglio. Lo dicono gli ultimi dati dell’Istat.

A registrare la maggiore crescita tendenziale sono stati la fabbricazione di mezzi di trasporto (+19,2%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+13,6%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature.(+11,7%).

Ma il dato, secondo Farmindustria, va preso con le pinze. Per il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi quello del calo del 5,3% nella produzione industriale farmaceutica ad agosto, a fronte di un inaspettato aumento a livello generale «è un dato parziale e anomalo, da valutare con cautela. A luglio, ad esempio, avevamo registrato un +17%. Credo che la performance del settore vada vista nel suo insieme e su un periodo più ampio: si mostrerebbe sicuramente più solida».

La frenata estiva della produzione di medicinali è dovuta, spiega Scaccabarozzi, «probabilmente a un effetto ciclico di distribuzione: se guardiamo ai primi 8 mesi del 2016 il dato risulta superiore a quello della media industriale. Dal 2010 al 2015 il settore farmaceutico ha registrato un +11% a fronte della media manufatturiera del -7%, a conferma che in questi ultimi mesi abbiamo continuato a investire».

«Da italiano - aggiunge - però gioisco del fatto che 10 settori industriali su 13 stiano crescendo, mentre erano 7 su 13 nel 2015 e meno ancora negli anni prima. È un dato davvero positivo per il nostro Paese».

A sostegno del suo comparto, infine, il numero uno di Farmindustria auspica che nella prossima legge di bilancio «siano contenute le norme per la revisione della governance farmaceutica: confidiamo molto in una riforma, perché credo non sia più rimandabile e soprattutto sostenibile. Abbiamo raggiunto livelli di payback che non si possono più accettare», conclude.


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