Dal governo

Lorenzin: «Trasparenza arma anticorruzione». In arrivo le linee guida operative dell’Anac

di Lucilla Vazza

«La sanità resta un settore ad alta liquidità e dove c’è cassa c’è rischio corruzione. La trasparenza è la prima arma per combattere e vincere su questo fronte». La ministra della Salute Beatrice Lorenzin lo dice forte e chiaro a chiusura della tre giorni di incontri con circa 200 dirigenti delle Asl, organizzata dal ministero con l’Anac (Autorità nazionale anti corruzione), presso l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari). La guerra al malaffare va messa in pratica in ogni azienda sanitaria e le regole contenute nel Piano nazionale non possono restare astratte, ma devono trovare rapida e capillare applicazione - come già sta accadendo, assicura Lorenzin. Per questo arriveranno prestissimo le linee guida operative per le aziende sanitarie, messe nero su bianco dall’Authority presieduta da Raffaele Cantone. Un cammino congiunto tra Anac e ministero iniziato nel novembre del 2014 a cui si è aggiunta l’Agenas e che ha portato alla creazione del Piano nazionale anticorruzione 2016, pubblicato nel luglio scorso, che contiene 40 pagine di un capitolo diretto proprio alla sanità e ai suoi trabocchetti che fanno gola al malaffare.

La tre giorni romana è stato una sorta di polo attrattore per i dirigenti delle Asl chiamati ad applicare le regole e i principi contenuti nel Piano varato nei mesi scorsi. Nel Pna infatti è previsto che ogni azienda sanitaria nomini un dirigente che (a finanze invariate, ossia gratis) si faccia carico delle politiche di prevenzione e monitoraggio dei fenomeni di illegalità, assumendo su di sé anche il rischio di sanzioni dall’Anac qualora dovesse omettere di segnalare o di sorvegliare su episodi di corruttela.

Sentinelle anti-malaffare
Queste “sentinelle” dell’anticorruzione come le ha definite Francesco Bevere, direttore generale Agenas, avranno bisogno di parlare ai colleghi e ai dipendenti di ogni Asl un linguaggio comune, di trovare nel ministero, nell’Agenas stessa e nell’Anac alleati in grado di supportarli nell’azione di supporto alla legalità e di non «farli sentire soli». Fermo restando che le sentinelle non sono ispettori ministeriali, né hanno poteri di censura, ma si troveranno a gestire almeno tre ordini di fenomeni di corruzione: quelli veri e propri, dolosi, ma anche quegli episodi causati dalla cattiva gestione dovuta a incapacità. Ma c’è un terzo campo, quello causato dall’ignoranza, dall’inconsapevolezza delle regole. Perché come segnala oltre alla ministra Lorenzin anche Lucia Borsellino, responsabile del coordinamento dei programmi di ricerca Agenas, «sulla gesione del conflitto d’interessi c’è chi non ha nessuna contezza di ciò che va fatto». E in questi casi, più che le sanzioni, che pure devono esistere per chi non ha vigilato (innanzitutto, a carico dei dg che con le nuove norme del decreto “manager” rischiano il posto) deve intervenire la formazione. «Le sentinelle saranno dei facilitatori delle regole anticorruzione che vanno insegnate, spiegate, perché l’Italia della sanità è più che mai eterogenea, ogni territorio ha le sue criticità e i suoi bisogni. Se non si capisce questo, non si può applicare in maniera omogenea il Pna» puntualizza Bevere. Dunque, l’Agenas si farà promotore di tavoli programmatici per costruire una rete di dirigenti sanitari “responsabili” che supereranno la frammentazione della situazione italiana. «Sono già pronti dei pacchetti formativi targati dall’Agenzia su temi specifici e scivolosi come la gestione dei conflitti d’interesse e la mappatura dei rischi», ha sottolineato il dg Bevere.

Un cammino lungo
«L’Anac sarà garante e promotore di tutta quest’operazione trasparenza», ribadisce Ida Angela Nicotra, docente di Diritto costituzionale all'Università di Catania e componente dell'Organo collegiale dell'Autorità nazionale, «presto pubblicheremo delle linee guida per le aziende sanitarie, manuale operativo per i dirigenti. La sanità è ad alto rischio malaffare ma abbiamo strumenti per mettere in pratica la trasparenza. Arriveremo a un “manuale”delle procedure antocorruzione per la Pubblica amministrazione. I cittadini chiedono trasparenza reale per esempio sulle liste d’attesa. Le regole vanno implementate. Siamo solo all’inizio di un cammino che sarà lungo e impervio».
Per Nicotra «La corruzione va intesa in senso ampio, non è soltanto quella che emerge in tutti gli aspetti, se si vuole più deteriori, del codice penale ma è la cattiva gestione, quella che non offre al cittadino malato le prestazioni, le cure, le perfomance che vorrebbe dallo Stato - ha aggiunto la consigliera Anac -. Per fare questo però operativamente, accanto alla sezione dei piano nazionale anticorruzione sulla sanità, abbiamo immaginato una strategia di accompagnamento che è concretamente realizzata con un nucleo operativo di coordinamento».


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