Dal governo

Gli ospedali e le sanzioni per la (mancata) sicurezza

di Ettore Jorio (Università della Calabria)

Con una sanità quasi quotidianamente protagonista della cronaca per fenomeni di corruzione, spesso corredata da una crudeltà inaudita verso i peggio ammalati (si veda, da ultimo) il caso dell'Irccs Pascale di Napoli), non può sfuggire l'attualità di rivedere le norme che non reggono più. Oramai l'aziendalismo dimostra il suo fallimento, se è vero come è vero che ci sono sette Regioni in piano di rientro (dopo la recente uscita del Piemonte e quelle meno recenti che hanno riguardato la Sardegna, il Veneto e la Liguria), di cui cinque commissariate, ma soprattutto allo spasimo (con il contributi fattivo dei Commissari stessi!).
Non solo. La condizione strutturale, intendendo per tale il patrimonio immobiliare strumentale, soprattutto quello afferente agli stabilimenti ospedalieri, è pieno di falle, tali da non consentire spesso addirittura il possesso delle condizioni ulteriori richiesti per l'accreditamento, in alcuni casi anche di quelle minimali indispensabili per esercitare le attività caratteristiche. Altro che applicazione del DM n. 70 del 2 maggio 2015 che, se applicato severamente, imporrebbe la chiusura di mezzo Ssn!

Un deficit strutturale, insomma, che non consentirebbe il funzionamento del sistema ospedaliero di metà del Paese con la mancata erogazione dei Lea relativi, pena le responsabilità penali specifiche dei manager&Co. e risarcitorie in favore di chi subisce un qualsivoglia danno. Un danno da risarcire spesso senza il supporto assicurativo, atteso che l'assenza dei requisiti minimali per l'autorizzazione all'esercizio e l'accreditamento renderebbe nullo il relativo contratto con le compagnie di assicurazione per causa illecita.
Una siffatta situazione di qui a poco genererà il cosciente abbandono dei manager impegnati nella gestione delle aziende della salute, in particolar modo di quelle ospedaliere, con la conseguenza che - stante il perdurare delle condizioni di spesso assoluta precarietà delle strutture - sarà difficile trovare personale qualificato disponibile ad assumere le anzidette cariche. Figuriamoci cosa succederà, andando di questo passo, nel Mezzogiorno ove l'incompatibilità delle strutture è spesso assoluta, nel senso di non essere rimediabile se non con interventi radicali, tra i quali quelli di costruire altrove gli opifici. Un gran problema stante la penuria di disponibilità finanziarie ad hoc.
Una preoccupazione, quella appena sottolineata, che assume le sembianze della beffa. Il riferimento va all'applicazione del vigente testo unico in materia di sicurezza del lavoro, con conseguenti prescrizioni e applicazioni di cui al Dlgs 758/94. Sono infatti innumerevoli i presidi ospedalieri, anche di chiara e rinomata fama, che allo stato non posseggono i requisiti strutturali abilitativi della loro esistenza. Molti di questi sono infatti addirittura sprovvisti, considerata la loro vetustà, delle certificazione ineludibili del tipo, per esempio quella attestante il collaudo statico e/o l'agibilità, senza contare che quasi tutti non sono garanti della antisismicità. Un problema che comporta l'applicazione di oneri contravvenzionali consistenti a carico dei datori di lavoro e, dunque, dei direttori generali di Asl, Ao e Aou.
A ben vedere, in gran parte del Paese, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno (ma non solo, dal momento che di tali malesseri potrebbero essere afflitti anche alcuni «antichi» presidi della Capitale) siamo alla frutta.
Due gli interventi che potrebbero risolvere un esodo dei manager, che affonderebbe ulteriormente il livello di assistenza del Sud: la ricerca delle risorse necessarie per garantire ciò che la Costituzione impone, pensando ove mai di ricorrere anche al contributo dei Fondi strutturali; una moratoria legislativa che darebbe modo per almeno due anni di non incombere nelle pene e nelle sanzioni pecuniarie imposte dalla combinata lettura dei vigenti Dlgs 81/2008 e Dlgs 758/94. Una moratoria senza la quale saranno introvabili direttori generali pronti al martirio, nel senso di subire contravvenzioni onerosissime, nei confronti della quali non c'è polizza assicurativa che tenga.


© RIPRODUZIONE RISERVATA