Dal governo

Lorenzin twitta: «#Lea in Gazzetta. Giornata storica». In vigore dal 19 marzo

di Barbara Gobbi

Ad annunciare con un ormai consueto tweet che i nuovi Lea - i Livelli essenziali delle cure e dei servizi che il nostro Ssn eroga gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket - diventeranno finalmente operativi, è la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Che i Lea riveduti e corretti, rispetto alla versione del 2001, li aveva presentati nel febbraio di due anni fa e che ora, a traguardo raggiunto o quasi, esulta: «Domani nuovi #Lea in Gazzetta Ufficiale. Giornata storica per la sanità italiana».

Il Dpcm che manda in soffitta la versione attuale, ferma al 2001, entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, cioè il 19 marzo. Una data di svolta, perché non sono poche le novità introdotte dal corposo provvedimento riscritto dal ministero della Salute, passato al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, delle XII commissioni parlamentari di Camera e Senato e, da ultimo, della Corte dei conti. Tra le new entry, l’aggiornamento dei Nomenclatori Protesi e ausili e della Specialistica ambulatoriale, il recepimento del nuovo Piano nazionale vaccini - finanziato da un capitolo di spesa a parte nella legge di Bilancio 2017 - il delisting di una serie di prestazioni che dal regime di ricovero ospedaliero passano a day-surgery e day hospital o direttamente all’ambulatorio - con conseguente riduzione della spesa a carico del Ssn -, la riclassificazione delle malattie croniche sottoposte ad esenzione (entrano nel pacchetto sei patologie ma si alleggerisce il “peso” per esenzione di altre, come l’ipertensione nei casi in cui non comporti danni d’organo). Ancora: i nuovi Lea ampliano l’elenco delle malattie rare in regime di esenzione e recepiscono le due leggi sull’assistenza alle persone autistiche e ai loro familiari e sugli screening neonatali per le malattie metaboliche.

Se i nuovi “Livelli” entreranno in vigore ufficialmente il 19 marzo, non tutte le prestazioni e le novità saranno immediatamente fruibili dai cittadini. Anzi. Intanto, lo stesso Dpcm prevede che l’elenco che include 110 malattie rare in più sarà operativo sei mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta. E più in generale, spetterà a una serie di Accordi Stato-Regioni definire criteri uniformi per individuare limiti e modalità di erogazione di una serie di prestazioni demandate alle regioni e alle province autonome. Ancora: l’entrata in vigore delle novità su assistenza specialistica e protesica è subordinata all’operatività dei provvedimenti che fisseranno le tariffe massime per le relative prestazioni. Nel frattempo, un elenco transitorio normerà le nuove malattie croniche esenti, che richiedono prestazioni specialistiche incluse in quei nomenclatori, fino a quando non saranno pronte le liste aggiornate.

Alla vigilia dell’approdo in Gazzetta, intanto, fervono i lavori della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei “Livelli essenziali”, che entro il 28 febbraio avrebbe dovuto formulare una prima proposta di revisione da formalizzare entro il 15 marzo. Date “bucate”: la Commissione, insediata ad ottobre scorso dalla ministra, è nell’impasse tra la coperta troppo corta delle risorse destinate ai nuovi Lea (800 milioni) e i dictat lanciati dalle commissioni parlamentari nel loro via libera “con condizioni” al documento. Il dilemma delisting - cosa far “uscire” dal pacchetto per mantenere la sostenibilità di tutta l’impalcatura, resta un convitato di pietra. Insieme alla costosissima adroterapia (che entra nei Lea in punta di piedi, su richiesta dei governatori) e alla modifica dei 108 Drg potenzialmente inappropriati. Grattacapi non da poco, cui si aggiunge il capitolo appropriatezza prescrittiva - imbarcato anch’esso dal Dpcm - che rinvia a un ennesimo Accordo Stato-Regioni la patata bollente del monitoraggio sul comportamento dei medici rispetto alle prestazioni da indicare o meno nella ricetta. Pena sanzioni.


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