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Mortalità in Italia: in un decennio -23%. Malattie del cuore «big killer»: lo dice l’Istat. In aumento setticemie e demenze

di B.Gob.

L’Istat presenta per la prima volta la serie storica completa 2003-2014 dei dati di mortalità per causa. Il dato generale indica un calo del 23% (per molte delle principali cause i tassi di mortalità diminuiscono in tutto il Paese), a fronte di un aumento dell’1,7% dei decessi (+9.773), dovuto all’invecchiamento della popolazione. A inizio e a fine rilevazione le prime tre cause di morte sono confermate: le malattie ischemiche del cuore, le cerebrovascolari e le altre malattie del cuore. Al quarto posto nel 2014, per un totale di 598.670 decessi, i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni.
Tra le cause di morte in aumento, la prima è la setticemia (1,3% del totale dei decessi): nel 2014 le morti si sono triplicate soprattutto in seguito alla maggiore presenza nella popolazione di anziani multicronici. Avanzano Alzheimer e demenze, che con 26.600 decessi risultano la sesta causa di morte nell’ultimo anno della rilevazione.

Si conferma un gap Nord Sud su gruppi di patologie: le differenze nei livelli di mortalità riguardano le cardiopatie ischemiche, le malattie ipertensive e il diabete mellito, mentre aumentano per i tumori della prostata. La forbice si riduce per le malattie cerebrovascolari, per altre malattie del cuore, per tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni e per malattie croniche delle vie respiratorie.

In controluce i dati sui neonati: nel primo anno di vita cala la mortalità per malformazioni congenite, sofferenza respiratoria del neonato, ipossia e asfissia intrauterina o della nascita; mentre aumentano i decessi per infezioni.
Tra i tumori specifici di genere, quelli della prostata sono la decima causa di morte tra gli uomini (7.174 decessi), mentre quelli del seno sono la sesta causa tra le donne (12.201 decessi) e la più frequente di natura oncologica.


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