Dal governo

La sanità alla rincorsa del cittadino digitale

di Mariano Corso e Chiara Sgarbossa (Osservatorio Innovazione digitale in Sanità - School of management Politecnico di Milano)

La sanità digitale rappresenta finalmente una priorità per il Governo, per il ministero della Salute e per le Regioni. A luglio 2016, ben due anni dopo la sua presentazione, era stato finalmente approvato il Patto per la Sanità digitale; a oggi, tuttavia, non sembrano ancora esserci sostanziali progressi relativamente alla sua realizzazione. A fronte di questo anche il Programma nazionale di Riforma contenuto nel Def 2017 sottolinea nuovamente l’importanza di realizzare il Patto già entro l’anno. Ancora una volta l’allungamento dei tempi rischia di produrre progetti che se e quando realizzati, non saranno più in linea con i bisogni e le aspettative di cittadini e pazienti che evolvono con una rapidità e dinamicità che sembra oggi incompatibile con i tempi della burocrazia. Occorre un cambio di passo o il gap che si sta creando tra la Sanità e bisogni di cittadini e pazienti rischia di diventare incolmabile con conseguenze sociali ed economiche gravissime.

La spesa per la Sanità digitale
La spesa complessiva dell’Italia per la Sanità resta lontana dagli standard dei Paesi europei avanzati: dopo un 2015 sostanzialmente stabile, il 2016 fa registrare un leggero calo della spesa, che è pari a 1,27 miliardi di euro (1,1% della spesa sanitaria pubblica, 21 euro per abitante), con una contrazione del 5% rispetto al 2015 (1,34 miliardi di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria pubblica, circa 22 euro per abitante). Sebbene non elevatissima questa contrazione conferma quanto i ritardi normativi, la mancanza di risorse inizialmente “promesse” nel Patto per la Sanità digitale e l’incertezza dovuta alle riforme sanitarie in atto in molte Regioni abbiano bloccato nuovi progetti.

I cittadini “digitali”
A fronte di questa sostanziale stagnazione degli investimenti i cittadini italiani sono già in Rete e pronti a sfruttare i vantaggi delle tecnologie digitali anche nell’eHealth: il 51% degli italiani ha utilizzato almeno un servizio online in ambito sanitario, contro il 49% del 2016, con un livello di utilizzo superiore tra i cittadini laureati o di età compresa tra i 25 e i 54 anni, ovvero quella fascia di età abituata all’utilizzo del digitale nella vita quotidiana. L’indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità in collaborazione con Doxapharma su un campione di 1.000 cittadini mostra come il servizio digitale più utilizzato dagli italiani sia l’accesso alle informazioni sulle strutture sanitarie (32% dei cittadini contro il 26% del 2016), seguito dalla prenotazione online di esami e di visite, utilizzata dal 22% dei cittadini. Aumenta l’accesso e la consultazione online dei documenti clinici (18%, contro il 15% del 2016), spesso messo a disposizione dalle strutture sanitarie o dalle Regioni all’interno del Fse. Il 14% dei cittadini ha comunicato via email con il proprio medico di famiglia (Mmg) e l’11% ha pagato online le prestazioni sanitarie di cui ha usufruito.

Medici di famiglia e internisti
Anche i medici, così come i cittadini, sembrano sempre più aperti e interessati alle tecnologie digitali e, in particolare, al mondo delle App. Lo rivelano le ricerche realizzate dell’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità su 540 Medici di medicina generale (Mmg) attraverso la collaborazione con la Fimmg e Doxapharma, e su 229 Medici di medicina interna attraverso la collaborazione con Fadoi e Digital Sit. Il 52% degli internisti e il 39% dei Mmg utilizzano App per consultare informazioni e linee guida, e rispettivamente il 45% e il 32% per visionare articoli scientifici, report, ecc. Il 42% degli internisti e il 53% dei Mmg utilizzano WhatsApp per comunicare con i propri pazienti, anche se si tratta di un canale “non certificato”.

Le barriere da superare
Cosa impedisce alla Sanità italiana di avviare quel rinnovamento organizzativo e tecnologico che le consentirebbe di offrire servizi efficienti e di qualità a cittadini, pazienti e medici? Oltre ai ritardi normativi, secondo le Direzioni strategiche delle strutture sanitarie la principale barriera allo sviluppo della Sanità digitale è la mancanza di risorse economiche (65%) e umane (50%). Quella economica rappresenta la principale barriera anche secondo il 73% dei Medici di medicina interna, mentre per i Medici di medicina generale non costituisce più una barriera rilevante.

Tuttavia, il digitale stenta a decollare spesso a causa di una bassa cultura digitale tra gli addetti ai lavori: barriera riconosciuta dal 34% delle Direzioni strategiche, dal 43% degli internisti e dal 51% dei Mmg. La maggior parte dei rispondenti ritiene necessaria una formazione digitale continua (30% dei direttori, 37% degli internisti e 38% dei Mmg) o che tale formazione avvenga nel ciclo di studi pre-universitario (43% dei direttori, 32% degli internisti e 36% dei Mmg).

Come ridurre il gap digitale tra Sanità e utenti. Appare ormai chiaro come l’innovazione digitale sia essenziale per andare verso una Sanità sostenibile, ma per fare questo occorre accelerare e rimuovere barriere e inerzie all’innovazione cominciando dal valorizzare al meglio le iniziative di successo già presenti sul territorio italiano ed europeo. Nei prossimi mesi sarà importante “sbloccare” e utilizzare al meglio le risorse economiche a disposizione, come quelle del Pon governance “Ict per la salute”, la cui reale disponibilità dipenderà anche dalla capacità di programmazione e progettualità. È inoltre fondamentale investire nella cultura digitale dei cittadini e operatori, coinvolgendoli anche nella progettazione dei nuovi servizi. In sintesi, è urgente agire affinché il Ssn e i sistemi sanitari regionali, possano mettersi in marcia speditamente per rispondere alle esigenze di cittadini, medici e operatori sanitari che vanno resi sempre più digitali e protagonisti del sistema di cura.


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