Dal governo

Obbligo vaccinale a scuola, Lorenzin: «Un testo di legge domani in Consiglio dei ministri». Palazzo Chigi frena. Renzi furioso

di Barbara Gobbi

L’Emilia Romagna apripista, con la legge regionale n. 19/2016 che nel novembre scorso ha introdotto l’obbligo vaccinale per l’accesso ai servizi pubblici e privati rivolti ai bambini da 0 a 3 anni, a partire dal prossimo anno scolastico. Altre importanti Regioni - dal Lazio alla Lombardia alla Toscana al Piemonte - che si stanno attrezzando. Sullo sfondo, dati sul calo delle vaccinazioni, da far tremare i polsi. Uno per tutti: il crollo della profilassi Mpr (morbillo, parotite, rosolia), che ha portato all’exploit registrato nei giorni scorsi dall’Istituto superiore di Sanità, con 385 casi certificati in Italia ad aprile, cinque volte quelli dello stesso mese del 2016, quando se ne erano contati appena 76. In tutto, 1.920 casi in totale da inizio anno, di cui un terzo con almeno una complicanza.

Lorenzin rompe gli indugi. Ce n’è abbastanza per rompere gli indugi, sia tra le Regioni diversamente orientate sia rispetto ai tentennamenti del Miur: la ministra della Salute Beatrice Lorenzin - intervenuta a una trasmissione televisiva che andrà in onda questa sera su Rai 2 - ha deciso di portare direttamente la questione in Consiglio dei ministri.

Palazzo Chigi frena. Anche se da Palazzo Chigi è arrivata informalmente una “velina” del Governo: «Domani non è previsto alcun testo di legge sui vaccini», la puntualizzazione. Forse anche per raffreddare le voci subito circolate di dissidi all'interno del Governo.

Renzi furioso per il caos comunicazione
A complicare il quadro la posizione di Matteo Renzi, che dai corridoi del Nazareno si arrabbia con Palazzo Chigi. «Nel governo manca un coordinamento e l'impressione è che ognuno fa quello che gli pare» è la reazione dal Nazareno , dove nel pomeriggio il segretario dem aveva riunito i vertici dei gruppi, la ministra Finocchiaro e la sottosegretaria Boschi proprio «per evitare casini» nel raccordo tra partito, governo e Parlamento.

Lorenzin: non potrà essere approvato domani. «Ho pronto un testo di legge che prevede l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola dell’obbligo con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero. L’ho mandato oggi al presidente del Consiglio e lo porterò domani in Consiglio dei ministri. Ovviamente - le parole della ministra - non potrà essere approvato domani, perché necessiterà di approfondimenti e di una discussione anche da parte del ministero dell’Istruzione, per valutare se i tempi sono davvero maturi per fare una legge che ci riporti in sicurezza. Ho immaginato questo decreto - ha chiarito Lorenzin - che pone l’obbligatorietà per l’accesso alla scuola dell’obbligo, con il ministero della Salute che ogni anno dà la lista di quelle che sono le vaccinazioni obbligatorie, superando anche la dicotomia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate. Tutte le vaccinazioni che sono nel piano vaccinale approvato nei Livelli essenziali di assistenza sono necessarie per la salute delle persone, poi ce ne saranno un gruppo che saranno obbligatorie per l'accesso alla scuola dell'obbligo».

Norma complessa. Ovviamente, ha precisato ancoraLorenzin, «questa è una norma che può avere degli aspetti di complessità, per questo l'ho mandata alla presidenza del Consiglio. Spero che ci sia un approfondimento con il ministero dell'Istruzione, che ha il timore che venga leso il diritto all'accesso alla scuola. Ci saranno aspetti che andranno verificati ma credo che i tempi siano maturi per un dibattito su un livello più alto rispetto a quello che abbiamo avuto fino a oggi. L’epidemia in atto di morbillo - ha sottolineato - che oggi ci porta più di 2.220 casi, la dice lunga sulle complicanze che ci possono essere, ma pensiamo alle varie malattie che possono arrivare, anche più gravi».

Il punto della situazione. I dati al 2015, gli ultimi disponibili, confermano l’andamento in diminuzione in quasi tutta Italia delle coperture vaccinali pediatriche. Il calo riguarda sia le vaccinazioni obbligatorie (anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, anti-epatite B), che alcune di quelle raccomandate. Le uniche coperture che mostrano un incremento del dato nazionale sono pneumococco e meningococco (nei due anni precedenti avevano registrato bassi valori in alcune Regioni e PA). Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute la copertura media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae è stata del 93,4 per cento, in calo rispetto agli anni precedenti (94,7 per cento nel 2014, 95,7 per cento nel 2013 e 96,1 per cento nel 2012). Solo 6 Regioni hanno superato la soglia del 95 per cento per la vaccinazione anti-polio, mentre 11 sono addirittura sotto il 94 per cento. I dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia sono passati dal 90,4 per cento nel 2013 all’85,3 per cento nel 2015. Un trend confermato anche dalle coperture vaccinali nazionali a 36 mesi (relative ai bambini nati nell'anno 2012), che permettono di monitorare la quota di quei bambini, inadempienti alla rilevazione vaccinale dell'anno precedente, che sono stati recuperati. Le coperture a 36 mesi mostrano infatti valori piu' alti rispetto a quelle rilevate per la medesima coorte di nascita a 24 mesi l'anno precedente e le vaccinazioni obbligatorie a 36 mesi raggiungono il 95 per cento. Nel periodo 2014-15, le coperture vaccinali contro meningococco C e pneumococco registrano lievi incrementi, rispettivamente del 3,6 per cento e del 1,5 per cento, con un'ampia variabilità territoriale.
Per malattie non presenti in Italia ma potenzialmente introducibili, come la polio e la difterite, i dati del 2015 mostrano un calo che, seppure piu' contenuto rispetto agli anni precedenti, non si arresta. Questo dato è particolarmente importante perché l'accumulo di suscettibili (persone non vaccinate) aumenta il rischio di casi sporadici sul nostro territorio, in presenza di malati o portatori provenienti da altri luoghi.


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