Dal governo

Vaccini a scuola, decreto desaparecido. Ma è deciso che partirà dal Senato

di Barbara Gobbi

Chi l’ha visto? A due settimane dal varo in Consiglio dei ministri, il decreto legge sull’obbligo vaccinale a scuola sembrerebbe “desaparecido”: per lo sbarco in Gazzetta ufficiale, atteso ormai da due settimane, mancherebbero ancora l’ufficialità della bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato e la firma del presidente della Repubblica, atto ad essa conseguente. Con ogni probabilità, visti gli impegni del Capo dello Stato per le celebrazioni del 2 giugno e il finesettimana lungo in arrivo, difficilmente il provvedimento - sui cui dettagli è ancora nebbia - potrà essere pubblicato prima di lunedì. Ben che vada. E la commissione Igiene e Sanità del Senato, che aveva previsto di incardinare il testo già martedì 6 giugno, si vedrà costretta a rivedere il calendario.

La corsia preferenziale fortemente voluta dalla ministra della Salute Lorenzin rischia di diventare un tratturo, con buona pace dei requisiti di necessità e urgenza che caratterizzano ogni decreto legge. E mentre in Parlamento fervonoi progetti di legge basati su tutt’altra impostazione e l’Aifa rende noti i dati 2014-2015 sulle reazioni avverse ai vaccini, le Regioni ribadiscono: partire a settembre sarebbe comunque impossibile. Da ultimo, il coordinatore degli assessori Antonio Saitta, nei giorni scorsi aveva avvisato: «Il decreto del Governo sui vaccini, che deve essere ancora pubblicato, è impraticabile con i tempi ipotizzati, ovvero con le 12 vaccinazioni obbligatorie da fare per l’inizio del nuovo anno scolastico». Poi, l’accenno al nodo risorse: «Abbiamo fatto anche una richiesta sul fronte dei finanziamenti, domandando al Governo di anticipare i fondi che erano previsti per le vaccinazioni negli anni successivi, in modo di poter affrontare al meglio la situazione, che comporterà un grande sforzo organizzativo».

Il tema vaccini è cruciale da molteplici punti di vista: organizzativo e di spesa - sullo stesso Piano nazionale vaccini, inserito poi nuovi Livelli essenziali di assistenza, le Regioni hanno stentato a lungo a dare il proprio via libera - ma anche politico. I vaccini sono infatti diventati il primo terreno di scontro elettorale, per la sanità, tra Pd e Movimento 5 Stelle. Con la legge elettorale alle porte, le nuove alleanze che vanno profilandosi in vista della scelta per il sistema proporzionale alla tedesca, con lo sbarramento al 5% che lascerebbe fuori i piccoli partiti, acuiscono i contrasti anche in seno alla maggioranza di Governo. Con il partito di Antonio Alfano e della ministra della Salute Beatrice Lorenzin sempre più in difficoltà.


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