Dal governo

Vaccini a scuola, il decreto punto per punto

di Barbara Gobbi

«Garantire la sicurezza all’intera collettività, ma anche creare i minori disagi possibili alle famiglie. Questo il doppio criterio che abbiamo seguito, nella stesura del decreto legge sull’obbligo vaccinale a scuola. Un provvedimento che si è reso necessario davanti al calo drammatico delle coperture per le principali profilassi, tutte ormai al di sotto della soglia del 95% raccomandata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Che è una soglia da rispettare: se si scende anche solo al 94%, viene meno la sicurezza». Così - con il Dl ancora fresco di Quirinale (il presidente Sergio Mattarella ha apposto la sua firma dopo le 13 di oggi) - la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha spiegato il provvedimento varato il 19 maggio in Consiglio dei ministri, che reintroduce l’obbligo vaccinale ai fini dell’iscrizione scolastica, venuto meno nel 1999. Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 7 giugno, sarà in vigore da domani e andrà convertito in legge entro il prossimo 6 agosto

Le quattro profilassi necessarie, previste allora, oggi diventano 12, tutte gratuite: saranno requisito indispensabile per l’ammissione all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia - quindi per i bambini da zero a sei anni - e sono obbligatorie, pena sanzioni e segnalazioni, per i ragazzi fino ai 16 anni che frequentano la scuola dell’obbligo.
Ad anti-polio, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B (già obbligatorie), vengono ora a sommarsi otto profilassi “fortemente raccomandate” nel calendario vaccinale. Si tratta di anti-pertosse, anti-Haemophilus Influenzae di tipo b, anti-meningococco B, anti-meningococco-C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.
Ma non per tutti l’obbligo si declina allo stesso modo: le 12 vaccinazioni andranno tutte somministrate ai nati dal 2017, mentre per i nati dal 2001 al 2016 si dovrà tenere conto delle profilassi contenute nel Calendario vaccinale relativo a ciascun anno di nascita. Per fare un esempio, i nati dal 2001 al 2004 faranno riferimento al Calendario inserito nel Piano nazionale vaccini 1999-2000: e cioè, se non avranno ancora provveduto, dovranno sottoporsi alle quattro vaccinazioni già imposte per legge (anti-epatite B, anti-tetano, anti-poliomielite, anti-difterite), e all’anti-morbillo, anti-parotite, anti-rosolia, anti-pertosse e anti-Haemophilus Influenzae b, raccomandate dal Pnv in vigore in quegli anni. Analoghe le indicazioni per i nati dal 2005 al 2011 (il Pnv 2005-2007 era sovrapponibile al precedente), mentre i nati dal 2012 al 2016 faranno riferimento, ai fini dell’obbligo, al calendario vaccinale incluso nel Pnv 2012-2014.

Sono gratuite tutte le vaccinazioni obbligatorie, sempre in riferimento al Calendario vaccinale di riferimento, ma anche quelle che i genitori devono “recuperare”.

L’agenda per genitori, Asl e scuole.
All’atto dell’iscrizione a scuola, presidi e responsabili dei servizi educativi sono tenuti a richiedere alle famiglie, la documentazione comprovante le avvenute vaccinazioni, ovvero l’omissione o il differimento della somministrazione del vaccino, o l’esonero per immunizzazione da malattia naturale, o copia della prenotazione dell’appuntamento presso la Asl. La vaccinazione può anche essere autocertificata e in questo caso la famiglia avrà tempo sino al 10 luglio di ogni anno per portare alla scuola copia del libretto vaccinale.
A regime, la semplice presentazione della richiesta di vaccinazione consentirà l’iscrizione a scuola: la Asl in questo caso dovrà eseguirla o almeno iniziare il ciclo entro la fine dell’anno scolastico.
Entro i 10 giorni successivi alla deadline i dirigenti scolastici dovranno segnalare la mancata presentazione della documentazione alla Asl, che entra qui in gioco: dovrà contattare i genitori per un appuntamento e un eventuale colloquio informativo, indicando tempi e modalità. Solo se la famiglia diserta questa “chiamata” - che, ha sottolineato Lorenzin, «ha il senso di un accompagnamento del cittadino alla cultura vaccinale» - o se in seguito al colloquio perseverano nel non far vaccinare il bambino, scatta la contestazione formale dell’inadempimento da parte dell’azienda sanitaria locale. L’importo delle multe, tra 500 e 7.500 euro, dipenderà dalla gravità dell’inadempimento (ad esempio dal numero delle vaccinazioni omesse); la sanzione viene meno quando il genitore provvede a far vaccinare il bambino entro il termine indicato dalla Asl nell’atto di contestazione.
In ogni caso, l’inadempimento dell’obbligo comporta per l’Asl la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni. «Sarà il magistrato - sottolinea Lorenzin - a valutare se sussistono i presupposti per l’eventuale apertura di un procedimento. Ovviamente ci auguriamo che saranno pochi casi: siamo convinti che molte persone non vaccinino soprattutto perché poco o male informate. Ad esempio, ci tengo a spiegare che per fare le 12 vaccinazioni obbligatorie, non saranno necessarie 12 diverse punture: solo l’anti meningococco B e l’anti-meningococco C andranno a parte».
I presidi dovranno inserire in “non vaccinabili” in classi in cui siano presenti minori vaccinati o immunizzati naturalmente, dopo aver già contratto la malattia. Allo stesso tempo, sempre i dirigenti scolastici - chiamati a svolgere un ruolo di primi attori nell’attuazione del decreto - dovranno segnalare alla Asl entro il 31 ottobre di ogni anno, le classi nelle quali siano presenti più di due alunni non vaccinati. «Questo decreto - ha spiegato ancora Lorenzin - ci consentirà innanzitutto di recuperare i bambini che non sono vaccinabili, in linea con un mero principio di civilità: pensiamo agli individui che si trovano in specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di base, o a chi per un periodo breve o lungo, in caso di malattia acuta, grave o moderata, non possa al momento vaccinarsi».

La fase transitoria. Il decreto legge entra subito in vigore, ma poiché l’anno scolastico è agli sgoccioli e le vacanze scolastiche sono alle porte, il ministero ha previsto una fase transitoria, che di fatto copre tutto l’anno scolastico 2017/2019. Così, entro il 10 settembre di quest’anno, i genitori dovranno presentare la documentazione o copia della prenotazione dell’appuntamento presso l’Asl. O l’autocertificazione: ma in questo caso, entro il 10 marzo 2018, i genitori dovranno portare alla scuola la dcumentazione che attesti l’avvenuta vaccinazione.

La campagna informativa. Una circolare informativa a firma della Dg Prevenzione del ministero, diretta da Ranieri Guerra, entrerà nei dettagli di obblighi, tempistica e modalità, mentre il ministero della Salute avvierà dall’estate campagne informative e spot e attiverà un numero verde. Che con ogni probabilità avrà declinazioni anche regionali, visto che è sul territorio che si gioca la buona riuscita del decreto. Salue e Miur avvieranno poi, per l’anno scolastico 2017-2018, inisiative di formazione dei docenti e di educazione di alunni e studenti sui temi della prevenzione sanitaria, anche coinvolgendo le associazioni di genitori.


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