Dal governo

Specializzandi, nuove scuole e nuovo concorso in arrivo

di Barbara Gobbi

La prospettiva è arrivare in tempo alla presa di servizio, il 1° novembre, a concorso e scuole di specializzazione profondamente rinnovati. Dopo due anni di discussione, tra stop&go, i giovani medici hanno infatti incassato da Miur e Salute il decreto interministeriale «Recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria». Non solo: il ministero dell’Università ha inviato al Consiglio di Stato il nuovo regolamento sul concorso per la specializzazione. Che dunque, a ottobre, gli aspiranti specializzandi troveranno rinnovato in contenuti e organizzazione.

La stessa ministra Valeria Fedeli - che aveva indicato il Dm come «funzionale per l’emanazione del prossimo bando per l’accesso alle Scuole», ne ha annunciato la pubblicazione. Ricordando come il testo sia stato predisposto «sulla base degli standard, dei requisiti e degli indicatori di performance individuati dall’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, a seguito di ripetuti confronti con gli attori istituzionali coinvolti nel processo». Il decreto è infatti frutto del lavoro congiunto dell’Osservatorio, dei due dicasteri, di Agenas e Anvur. Soggetti fondamentali, in quel processo di accreditamento continuo delle scuole - sia dal punto di vista degli indicatori quantitativi sia da quello della ricerca scientifica - che è la cifra caratterizzante il Dm.

«Abbiamo fatto una scelta precisa - ha spiegato ancora Fedeli - : andare avanti con le nuove regole per partire da subito con percorsi accreditati secondo criteri improntati ad una maggiore qualità e trasparenza. Sta andando avanti anche il percorso di modifica delle procedure concorsuali di ammissione alle Scuole, che vogliamo semplificare e rendere più coerenti anche con le aspettative delle giovani e dei giovani medici che sosterranno le prove di ammissione a ottobre. Stiamo lavorando per garantire un percorso di profonda innovazione e qualificazione».

Il sistema di accreditamento. Le Scuole - continuano dal ministero - saranno valutate secondo parametri qualitativi più rigorosi. In particolare, insieme all’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) si procederà ad una verifica della qualità scientifica dei docenti, mentre l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) individuerà gli indicatori di attività formativa e assistenziale utili per la valutazione delle performance delle strutture.

La procedura di accreditamento delle Scuole secondo i nuovi standard dovrà avvenire in tempo utile per l’emanazione del prossimo bando di concorso per l’anno accademico 2016/2017, previsto per luglio. Per poter assegnare i contratti di formazione medica specialistica alle Università, il Miur dovrà disporre infatti del quadro aggiornato di tutte le Scuole di specializzazione. Tutte quelle oggi già esistenti dovranno sottoporsi alla nuova procedura di accreditamento, che sarà informatizzata.

Il nuovo concorso. Il Regolamento sulle modalità di accesso alle Scuole di specializzazione, trasmesso al Consiglio di Stato, punta a semplificare le procedure concorsuali «accogliendo - precisano dal Miur - le istanze formulate dalle associazioni di categoria rappresentative dei medici. Tra le proposte di modifica, l’introduzione di una graduatoria unica nazionale, la somministrazione a tutti i candidati di una prova unica con nuovi contenuti, la diminuzione del punteggio da attribuirsi ai titoli, il miglioramento della logistica del concorso attraverso la possibilità di aggregazione territoriale delle sedi per area geografica.

Il decreto sulle Scuole è benedetto da Andrea Silenzi, presidente dell’Associazione italiana giovani medici-Sigm, che al testo ha lavorato intensamente. E spiega: «Il criterio di valutazione continua, introdotto finalmente con il Dm, consentirà di voltare pagina rispetto a un’architettura delle scuole di specializzazione che non poteva più stare in piedi. Accreditamento e monitoraggio costanti, resi possibili anche dalla ristrutturazione degli Ossservatori regionali, consentirà di superare gli assurdi paradossi cui assistiamo, in giro per l’Italia. Come le scuole di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza in strutture prive persino di Dea di I livello, o le Chirurgie senza casistica».

Il decreto “rispolvera” poi contenuti sopiti, come il libretto formativo, strumento di verifica e certificazione delle competenze acquisite da ogni professionista. «Un elemento utile ai fini dell’accountability, che è l’altro criterio a cui è improntato il decreto», conclude Silenzi.

Più perplesso sulla ristruttuazione dell’iter di accreditamento introdotto dal Dm è Alessandro Bonsignore, coordinatore dell’Osservatorio giovani medici Fnomceo: «I nuovi paletti sul numero dei docenti presenti, le prestazioni richieste alle scuole per poter erogare la formazione e le caratteristiche degli insegnanti esterni, sono tutti elementi che innalzano così tanto l’asticella degli standard, da rischiare di lasciar fuori una buona fetta delle strutture universitarie. Molto provate - aggiunge Bonsignore - soprattutto dalla rarefazione del personale. Basti pensare ai pensionamenti massicci degli ultimi anni: ogni cinque docenti che se ne vanno, oggi può essere assunto un solo ricercatore. E sappiamo benissimo che al momento gli ospedali universitari vanno avanti anche grazie al contributo determinante degli specializzandi. L’applicazione del decreto Miur-Salute rischia insomma di essere un autogol per l’Università. A meno che tra sei mesi-un anno non esca un nuovo decreto capace di rivitalizzarla, prevedo una grossa sofferenza». E i nuovi criteri di concorso? «Ben vengano la revisione del punteggio annunciata dal ministero e le bibliografie comunicate in tempo utile per prepararsi - aggiunge Bonsignore - quanto alle sedi di concorso, attendiamo di leggere il testo. Anche con un numero ridotto di sedi, il problema della mancata uniformità dei controlli si ripropone».

Condivide solo in parte le preoccupazioni di Bonsignore sul Dm, il responsabile nazionale Anaao Giovani, Domenico Montemurro. Che spiega: «Il nostro giudizio sul decreto è, in generale, positivo: ben venga l’aver definito quali devono essere le strutture accreditate per la formazione specialistica e, indirettamente, l’aver individuato la rete attraverso indicatori performanti. Ma a mio avviso il “neo” del provvedimento sta nell’aver raggiunto una sorta di compromesso sulla qualità della formazione: ad esempio, per l’alta specialità chirurgica, il decreto abbassa il numero di interventi richiesti. Nel frattempo, per l’area medica si corre il rischio di standard troppo performanti, propri delle strutture “hub” e qundi riconducibili essenzialmente all’ambito universitario. Certo è che l’Università è stimolata con questo testo ad aumentare la sua rete formativa: l’importante è che si mantenga un sano equilibrio, nell’attrazione e nella distribuzione dei medici in formzione specialistica».


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