Dal governo

Melazzini (Aifa): «I nostri dati testimoniano l’assoluta sicurezza dei vaccini»

di Aifa

«In merito alle dichiarazioni di alcuni senatori nel corso del dibattito parlamentare sul decreto Vaccini, mi preme sgomberare il campo dalle possibili strumentalizzazioni politiche partendo dal rilevare una cosa singolare: c'è chi accusa Aifa di non fornire dati, e chi accusa i dati che l'Agenzia fornisce giudicandoli allarmanti. Credo sia necessario riportare la questione in base a principi di lealtà, correttezza, trasparenza e verità scientifica. AIFA fornisce tutti i dati perché per l'Agenzia Italiana del Farmaco il primo interesse è la tutela della salute del cittadino. Il numero delle reazioni avverse segnalate nel rapporto sono l'insieme di tutto quanto avvenuto in Italia e i dati sono stati elaborati su base scientifica e non ammettono errori. Il numero delle reazioni avverse va letto in modo oggettivo: i vaccini, come qualsiasi altro farmaco, possono produrre effetti indesiderati. Nel caso dei vaccini ciò viene registrato puntualmente: dal pianto del bambino, alla reazione cutanea locale per l'iniezione e così via. Dei decessi segnalati nel biennio 2014-2015 nessuno, dai riscontri autoptici effettuati, è correlabile ai vaccini. I dati raccolti accuratamente e con costanza non fanno altro che testimoniare la correttezza dell'operato di Aifa e l’assoluta sicurezza dei vaccini». Lo dichiara Mario Melazzini, direttore generale Aifa.

«Vorrei sapere dal relatore e dal Presidente della Commissione - aveva chiesto in Aula il senatore Vincenzo D’Anna (Ala) - se i dati dell’Aifa fanno parte della relazione che hanno tenuto sui vaccini o non ne fanno parte; e se il Ministro abbia omesso di informare il Parlamento su questi dati, avendo sia l'Aifa che il signor ministro ricevuto una denuncia da parte del Codacons per omissione di rivelazione di questi dati. Sono 21.658 casi di reazioni avverse, di cui 454 gravi, in tre anni. Non stiamo parlando della pantomima di uno su un milione...».
«Qui non siamo in un’aula di tribunale - è stata la replica della presidente della commissione Igiene e Sanità, Emilia -. Forse il senatore D’Anna non vede differenza, ma non siamo in tribunale. Quindi, cortesemente, se il senatore D'Anna ha qualche problema, essendo lui un membro della Commissione, qualche volta venga a bere il tè da noi con i pasticcini e vedrà che sarà debitamente informato...».


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