Dal governo

Personale dei livelli, ecco il nuovo Atto di indirizzo delle regioni

di Rosanna Magnano

L' individuazione di una corretta, coerente ed equilibrata soluzione per uniformare le disposizioni contrattuali al modificato quadro normativo. La ricerca di soluzioni che introducano importanti elementi utili a favorire la motivazione del professionista e, in quest'ambito, la revisione dell'assetto contrattuale del trinomio carriere-rapporto tra professioni -risorse (quantificazione e certezza) assume carattere centrale. Sono queste le due «linee caposaldo di intervento» dell’Atto di indirizzo riguardante il Personale dei livelli per il triennio contrattuale 2016 – 2018. Documento approvato oggi dal Comitato di settore Sanità.

Un atto di indirizzo che interviene, si legge nella premessa del documento in vista di «un rinnovo contrattuale che giunge dopo due trienni di blocco della contrattazione disposto ex Legge D.L. n.78/2010 e ss. e si innesta in un sistema di lavoro pubblico considerevolmente trasformato nella sua consistenza quali - quantitativa, nelle sue linee retributive e nella dinamica dell'ordinamento professionale, per effetto, principalmente, di interventi connessi a manovre di finanza pubblica sia centrale che a livello regionale».

Con un obiettivo: «individuare una giusta, coerente ed equilibrata soluzione contrattuale che permetta e favorisca l'intervento di ogni singola Regione nelle materie pur definite a livello nazionale, ma che abbisognano di un indirizzo regionale per accompagnare positivamente i processi di riforma che nei singoli territori si perseguono».

Sullo sfondo un assetto organizzativo delle cure in corso di trasformazione, dove «accanto ad una rivista struttura ospedaliera per acuzie, articolata funzionalmente e strutturalmente per dipartimenti, si è consolidato un modello organizzativo per intensità di cure e dove il rapporto tra ospedale e territorio è segnato dalla coesistenza di strutture organizzate secondo i modelli preesistenti, magari con forti differenziazioni tra singole realtà regionali». Con impatti importanti sul versante contrattuale e del personale, in primis una consistente riduzione degli incarichi di “alta professionalità”.

In parallelo il nuovo schema sulle cure primarie H24, che passa dagli ospedali di comunità e dai reparti a bassa intensità di cura a gestione infermieristica e che si sta attuando con il rinnovo degli specifici Acn della medicina generale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale e farmaceutica.

Priorità quindi all'elemento motivazionale e «la messa a punto delle linee di rapporto contrattuale tra le professioni che deve essere improntato alla chiarezza e alla trasparenza del quadro delle responsabilità».

E i rinnovi contrattuali dovrenno diventare «funzionali e strumentali ai processi di riorganizzazione in atto nel Ssn». Potenziando il ruolo di indirizzo e di garanzia del Cccnl, semplificando alcuni elementi che nel tempo si sono stratificati e assegnando un importante peso all' ambito della contrattazione aziendale. Con una criticità importante da superare, ovvero “la certezza attuativa”.

Nessuna novità sulle risorse, che saranno decise dalla prossima legge di Bilancio. Intanto gli aumenti sono quelli previsti dal Dpcm 27 febbraio 2017: 0.36%, 1.09% e 1.45% del monte salari utile per il contratto determinato sulla base dei dati del conto annuale 2015 rispettivamente per il 2016, 2017 e 2018 che si aggiungono all' indennità di vacanza contrattuale, corrisposta dal 2010.

Tra gli ambiti innovativi di intervento, il welfare contrattuale per promuovere forme e schemi di “welfare aziendale” in analogia con le esperienze già da tempo in atto nel settore privato. La conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro con interventi di armonizzazione tra le discipline contrattuali e le più recenti innovazioni del quadro legale soprattutto in tema di congedi di maternità, paternità e parentali . Previdenza complementare come componente fondamentale del welfare contrattuale. E una nuova e specifica disciplina pattizia sul lavoro a tempo determinato con precisi limiti quantitativi.

Positivo il commento dell’Ipasvi: «Le Regioni e il ministero della Salute hanno definitivamente mantenuto la promessa e la coerenza – spiega Barbara Mangiacavalli presidente della Federazione nazionale Ipasvi -. La promessa era di dare un nuovo impulso alla valorizzazione delle professioni sanitarie seguendo le linee indicate nel Patto per la salute e nel recepimento di tutte le ultime direttive europee in materia. La coerenza perché sono state le Regioni le prime a sottoscrivere e approvare con la bozza di accordo Stato-Regioni ancora in sospeso e, in alcune realtà a rendere già operative, le nuove competenze degli infermieri. Spetterà poi all'Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie prevedere i vari percorsi formativi, compreso, per la laurea magistrale il nuovo indirizzo clinico, implicito nella nuova figura di professionista specialista».

Il nuovo assetto professionale
Confermata la previsione dell'area delle professioni sociosanitarie che comporterebbe la riscrittura della vecchia articolazione del personale nei quattro ruoli (sanitario, professionale, tecnico ed amministrativo) “non più aderente all'evoluzione scientifica, tecnologica, normativa e formativa intervenuta nel trentennio successivo e che ha prodotto l'attuale sistema nel quale prevale la mission di salute più che di sanità in senso stretto. In questa area andrà individuato un inquadramento adeguato e coerente per tutti quei profili professionali che non sono riconosciuti all'interno dell'attuale sistema delle professioni sanitarie, ma che nella visione nuova di tutela della salute, ricoprono funzioni utili ed efficaci per il “piano terapeutico” e per l'intera organizzazione del lavoro.

Intanto l'atto di indirizzo suggerisce la seguente suddivisione del personale nelle seguenti aree funzionali:
- Area sanitaria: professioni sanitarie infermieristiche – ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione e le arti sanitarie ausiliarie;
- Area dell'integrazione sociosanitaria: operatori di interesse sanitario, Oss compreso, il personale appartenente ai profili di assistente sociale, di educatore professionale, di puericultrice;
- Area di amministrazione dei fattori produttivi: personale amministrativo, tecnico e professionale;
- Area della ricerca (da istituire a seguito dei provvedimenti legislativi di cui al Titolo VI, punto 2 degli atti di indirizzo).

Fari puntati sul “professionista specialista”
Si conferma la nascita del “professionista specialista” e il contratto descriverà, analogamente a quanto già fatto per l'insieme dei profili, le declaratorie delle competenze proprie delle posizioni di “professionista specialista” e di “professionista esperto” delle professioni sanitarie infermieristica - ostetrica, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, nel rispetto di quanto previsto dal profilo professionale, dal percorso formativo e dal codice deontologico, salvaguardando le specifiche competenze professionali degli altri professionisti


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