Dal governo

Tutto quello che non ci siamo detti

di Roberto Turno

Questo è un giornale sano, che fa il suo mestiere: informare, punto e basta. Senza conflitti d’interesse, senza vendere spazi e articoli, senza inchini e accordi col potere e col sottopotere. Senza fare come i “cinesi” - con tutto il rispetto per quella grande civiltà - che in certe redazioni sfruttano i senza lavoro sottopagandoli e a zero contributi pur sedendo al pc. Non siamo cinesi dell’informazione. Non copiamo. Sbagliamo e facciamo tutto da soli. Questo è il nostro orgoglio. Non un merito, un dovere. E questo è il mio più grande vanto: avere e avere avuto accanto colleghi straordinariamente capaci. Con la schiena diritta. Ecco, per me sta suonando la campanella dell’addio a Il Sole-24 Ore, anche a Sanità e ai suoi derivati. Questo è l’ultimo numero che firmo di un settimanale che ho fondato e diretto da sempre. Un giornale che è un po’ la mia seconda pelle. Che lascio - con una splendida redazione che continuerà a realizzarlo e a migliorarlo - con i conti in ordine. Caso raro nel gruppo. Merito grande della redazione, che resterà per me un faro sempre acceso. Come i lettori che con me hanno perso tempo. E ne chiedo venia. (r.tu.)

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