Dal governo

Legge di bilancio, la pagina bianca della nuova governance farmaceutica

di Rosanna Magnano

Sulla grande partita della candidatura di Milano a sede dell’Ema si mobilitano da settimane tutte le possibili forze in campo, dal Governo al Parlamento, agli eurodeputati italiani, dall’industria dei farmaci agli opinion leader. Una sfida strategica e internazionale per l’Italia, che potrebbe valere, indotto compreso, fino a un punto di Pil.

Intanto però, tornando alle cronache di casa nostra, la spesa farmaceutica nazionale per gli acquisti diretti (ex ospedaliera) continua a restare fuori controllo con un disavanzo di 3,1 mld, risultato della somma degli 1,57 mld di rosso 2016 e degli 1,62 mld del 2017. Una cifra enorme, quasi pari all’entità della manovrina di Governo varata prima dell’estate. Metà a carico delle Regioni e metà a carico dell’industria farmaceutica. Un’emergenza silenziosa.

Un’onda che andrebbe fermata, incanalata e gestita con un nuovo sistema di governance della spesa farmaceutica. Ma che lasciata a se stessa rischia di provocare nel 2018 un tale disavanzo da far precipitare il sistema nel default.

Una cassetta degli attrezzi ci sarebbe. Meccanismi prezzo-volume da usare come approccio strutturale, biosimilari a corsia agevolata, compensazione tra i tetti di spesa, una revisione del prontuario trasparente e periodica, più appropriatezza e Pdta. Ma anche altro. Il 20 ottobre, praticamente tra poche ore, il Governo dovrà presentare il Ddl della legge di bilancio 2018. Contenitore ideale per le nuove regole che dovrebbero impedire il disastro. Ma a parte i desiderata delle Regioni, che risalgono a maggio 2016, ad oggi non esiste un documento degno di questo nome che apra le danze del confronto, che faccia ripartire il tavolo della Governance, con le sue sedie vuote. Ipotizzando una ricetta, un sistema, uno schema organico. Ci sono solo foglietti che girano, mezze idee, punti interrogativi, articoli e interventi.

La nuova governance va fatta subito, ora! Lo hanno detto tutti a gran voce. Ma come? Silenzio.

Silenzio dall’Agenzia del farmaco Aifa, silenzio dall’Industria, silenzio della politica. Sarà colpa dei conti in sospeso sul payback 2013-15? Nessuno si muove se non sa con un certo margine di sicurezza come andrà a finire. Ma se è vero che le cifre sono state tutte revisionate dalle parti interessate e la transazione è maturata, perché nessuno butta il cuore oltre l’ostacolo? Chi ha potere ha anche responsabilità. Verso una cosa che con un termine ottocentesco potremmo chiamare Nazione. I giorni passano, i malati in corsia hanno bisogno di cure, anche quelli del futuro, l’universalità del Sistema sanitario pubblico è in cerca di una ciambella di salvataggio.

Rosanna Magnano


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