Dal governo

Cari sindaci, la salute diventi infrastruttura portante delle nostre città

di Roberto Pella (vicepresidente vicario Anci, gruppo di lavoro “Urban health”)

Cent’anni fa solo il 20% della popolazione mondiale viveva in città. Per la metà del secolo arriveremo al 70% di residenti nelle aree urbane. L’aumento è straordinario, al ritmo di 60 milioni di persone che ogni anno si spostano da ambienti rurali verso le città, soprattutto nei Paesi a medio reddito.

Non solo, le proiezioni mostrano che nei prossimi 30 anni la crescita globale avverrà virtualmente soltanto nelle aree urbane. Ma se oggi circa il 10% della popolazione urbana vive in megalopoli, con oltre 10 milioni di abitanti, ormai presenti in ogni angolo del pianeta, saranno soprattutto le città più piccole a sostenere la quota maggiore di incremento.

Nell’Unione europea, con l’eccezione della Francia, le aree urbane tendono a registrare incrementi demografici più elevati a causa del saldo migratorio. In Italia, quasi 4 cittadini su 10 risiedono nelle 14 città metropolitane. Lo spostamento verso le aree urbane è caratterizzato da cambiamenti sostanziali dello stile di vita rispetto al passato: cambiano le abitudini, i lavori sono sempre più sedentari, l’attività fisica diminuisce. Fattori sociali che rappresentano un potente volano per le cosiddette malattie della società del benessere: obesità e diabete. Ciò è sostanziato dai fatti, che vedono crescere in maniera esponenziale nel mondo il numero di persone obese o con diabete, vicino alla soglia del mezzo miliardo, con - già oggi - 250 milioni di persone con diabete, due terzi del totale, vivere nelle città, secondo Idf-International diabetes federation.

Per analizzare il contesto economico-sanitario, sociologico, clinico-epidemiologico e politico-sanitario e per studiare i determinanti della salute nelle città, nel 2015 è nato in Italia Health City Institute, un organismo che si avvale di esperti indicati, tra gli altri, da Ministero della salute, Istituto superiore di sanità, Università di Roma “Tor Vergata”, Istat e Censis. Health City Institute ha messo a punto, nel 2016, il manifesto “La Salute nelle città: bene comune”, che si propone di offrire alle istituzioni e alle amministrazioni locali spunti di riflessione per guidarle nello studio di questi determinanti nei propri contesti urbani e fare leva su di essi per mettere a punto strategie per migliorare gli stili di vita e la salute del cittadino.

Il documento venne presentato ad Anci-Associazione nazionale comuni italiani, che volle condividerne lo spirito e le finalità, agendo consapevolmente. Infatti, se dal 1948 l’Oms-Organizzazione mondiale della sanità invita i governi ad adoperarsi responsabilmente, attraverso programmi di educazione alla salute, a promuovere uno stile di vita sano e a garantire ai cittadini un alto livello di benessere, oggi pare emergere chiaramente un nuovo attore protagonista: la Città, quale promotrice di salute. La stessa Oms ha coniato il termine healthy city, che descrive una città conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, di conseguenza, mette in atto politiche sociali, culturali ed economiche chiare per tutelarla e migliorarla.

Lo sviluppo urbano, cui il mondo ha assistito e assiste ha modificato profondamente lo stile di vita della popolazione e trasforma il contesto ambientale e sociale in cui viviamo, creando problemi di equità, generando tensioni sociali e introducendo minacce per la salute della popolazione.

La configurazione attuale delle città e, più in generale l’urbanizzazione, presentano per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche molte opportunità. Se infatti le città sono pianificate, ben organizzate e amministrate coscientemente, si può dare vita a una sinergia tra Istituzioni, cittadini e professionisti in grado di migliorare le condizioni di vita e la salute della popolazione.

Per questa ragione, insieme ai colleghi Antonio De Caro, presidente Anci, Enzo Bianco, presidente Consiglio nazionale Anci, e a esponenti di istituzioni quali l’Istituto superiore di sanità e il Coni od organizzazioni come la Rete italiana città sane dell’Oms, Cittadinanzattiva e Federsanità Anci, abbiamo voluto promuovere una lettera aperta ai Sindaci d’Italia, che sarà presentata alla XXXIV Assemblea nazionale Anci, che si apre oggi a Vicenza. Perché è necessario attivarsi per creare reti di collaborazione pubblico-privato, mettere in atto politiche urbane che abbiano come priorità la salute dei cittadini, impegnarsi nel prevenire le malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, che costituiscono la “nuova epidemia urbana” come sempre l’Oms definisce questo fenomeno.


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