Dal governo

Riparti 2017, dalla Stato-Regioni il via libera definitivo alle delibere Cipe. Ma le Regioni lanciano l’allarme sul Fsn 2018

di Barbara Gobbi

L’intesa politica era stata raggiunta già con l’accordo del 23 febbraio scorso. Ora il via libera della Stato-Regioni mette le ali alle delibere Cipe per il “ripartone” 2017 dei 111,752 miliardi del Fondo sanitario nazionale, tra quota indistinta - 108.948,66 milioni - e risorse vincolate e programmate per Regioni e Pa, per complessivi 1,868 miliardi. Ma intanto cresce l’allerta sul Fondo sanitario 2018, che rischia di aumentare ben al di sotto del miliardo preventivato. A pesare non sono soltanto i 604 milioni di contributo alla Finanza pubblica chiesti alle Regioni per il prossimo anno, ma anche la possibile ulteriore limatura per 300 milioni, preventivata dalla bozza della manovra, dei risparmi ex nuovi Lea. Un computo irricevibile per le Regioni, cui era stato promesso di reinvestire in Sanità le cifre ricavate dall’efficientamento dei nuovi Livelli essenziali di assistenza.

Il riparto 2017. L’importo stanziato, si legge nel documento approvato giovedì 26 ottobre da via Parigi, è rideterminato a partire dalla cifra iniziale di 113 miliardi, decurtata dei 423 milioni di euro di contributo alla finanza pubblica deciso dal decreto della Salute del 5 giugno 2017 e ridotta di 325 milioni e di 500 milioni per consentire il finanziamento, rispettivamente, del Fondo per il concorso al rimborso alle Regioni per l’acquisto di medicinali innovativi e di un Fondo per il concorso al rimborso alle Regioni per l’acquisto degli oncologici innovativi.

Nella quota indistinta rientrano, inoltre, 50 milioni di euro per la cura della dipendenza dal gioco d’azzardo; 69 milioni per il rinnovo delle convenzioni con il Ssn; 200 milioni per regolarizzare i lavoratori extracomunitari; 100 milioni per il concorso alle Regioni per l’acquisto dei vaccini ex nuovo Pnv; 75 milioni per il concorso alle Regioni degli oneri derivanti dai processi di assunzione e stabilizzazione del personale Ssn.
Nelle quota vincolata e programmata da 1,868 miliardi rientrano invece 1,5 miliardi per obiettivi di Piano, inclusi i 175 milioni destinati al finanziamento del Fondo per il concorso alle Regioni per l’acquisto dei medicinali innovativi; 40 milioni per indennità di abbattimento animali; 38,74 milioni per borse di studio ai Mmg; 30.15 mln per fondo di esclusività; 30,99 mln per assistenza a extracomunitari irregolari; il resto va alla medicina penitenziaria, al superamento degli Opg e alle prestazioni termali.
Ammonta invece a 652,91 euro l’importo vincolato per altri enti (Iza, Cri, Centro nazionale trapianti), mentre sono accantonati 281,44 milioni, pari allo 0,25% del livello di finanziamento del Ssn cui concorre direttamente lo Stato per il 2017 (112.577 milioni di euro).

L’allarme delle Regioni sul Fondo sanitario 2018. Il riparto 2017 si accompagna inevitabilmente all’allarme sul Fondo sanitario 2018, su cui i segnali che arrivano dalla bozza della legge di Bilancio non sono confortanti.«Valuteremo il testo appena ci verrà trasmesso, siamo pronti a fare una Conferenza straordinaria delle Regioni giovedì prossimo per presentare i nostri emendamenti e le nostre richieste, abbiamo rilevato che questa Finanziaria è in continuità con quelle degli anni passati e quindi penalizzante per gli enti locali e le Regioni in particolare». Così il governatore della Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Giovanni Toti, al termine dei lavori dell’ultima Conferenza, che ha presieduto. «Stiamo lavorando per sterilizzare i danni che potrebbero fare ulteriori tagli - ha proseguito - e stiamo cercando di interloquire col governo per non far calare il sostegno alla modernizzazione del Paese».
L’allerta era stata lanciata già dalla commissione Salute, riunita in via eccezionale a Venezia nella sede della giunta regionale del Veneto, per un confronto a livello internazionale sulle modalità del riparto dei fondi e sulle migliori pratiche per utilizzarli ottimizzando la spesa. Qui l’assessore Luca Coletto aveva sottolineato limportanza di «condividere a attuare tutti le migliori pratiche conoscibili nell’utilizzo di risorse nazionali che calano anno dopo anno, e una congiuntura della finanza pubblica sempre in grande difficoltà, con tagli che, nella sanità, hanno raggiunto il limite della sopportabilità».
Le ricadute dei tagli, passati e futuri, sono immediate, a cominciare dai contratti. «Si può chiudere il rinnovo contrattuale per la dirigenza sanitaria, il comparto e la convenzione ma se il Governo e il Parlamento non metteranno le risorse, pari a circa 1 miliardo e trecento milioni, non se ne farà nulla», ha affermato Massimo Garavaglia, presidente del
Comitato di settore Regioni-Sanità e coordinatore degli assessori alle Finanze. «Noi
siamo pronti, ora la palla passa al Parlamento», ha concluso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA