Dal governo

Dirigenza sanitaria, varato l’atto di indirizzo per il triennio 2016-18

di Rosanna Magnano

Un’attenzione alla parificazione degli incarichi tra percorso di carriera gestionale e professionale che andrà puntualizzata in sede di trattativa; certezza applicativa del contratto, con il rafforzamento del “contratto individuale” nella certezza del valore e della durata dell’incarico; un riordino del salario accessorio e poi spazio al welfare, al superamento del disagio e allo strumento assicurativo. Sono questi i capitoli più innovativi dell'atto di indirizzo per il rinnovo del contratto nazionale della dirigenza sanitaria nel triennio contrattuale 2016 – 2018 inviato al ministero della Funzione pubblica dal Comitato di settore. Un primo step molto atteso dai camici bianchi, che arriva dopo un lungo stand by, che ha disallineato, denunciano i sindacati, la dirigenza dalle altre aree del lavoro in sanità .

Un documento che tuttavia sembra sospeso nel vuoto, quello delle risorse in più - le Regioni hanno stimato in 1,3 mld la copertura dei rinnovi contrattuali in sanità - che per il momento nella legge di bilancio non ci sono. Anche se, assicurano dal Comitato di settore, le Regioni (enti e aziende sanitarie) hanno accantonato i fondi per i contratti (o almeno avrebbero dovuto farlo per obbligo di legge) e con un moderato ottimismo si può affermare che la possibilità di sedersi attorno a un tavolo esiste. Il problema è che in questo momento - a prescindere - il Fondo sanitario nazionale va rimpinguato e per questo le Regioni battono cassa anche sui rinnovi contrattuali, ma non solo. Si tratta di investire di più nella sanità tout court. Certo i tempi sono molto stretti, con la tagliola delle elezioni a marzo e febbraio da non contare per le fibrillazioni della vigilia. Quindi se si vuol dare una chance al rinnovo del contratto anche per la dirigenza - che questa volta comprende anche biologi, fisici e chimici - si dovrà lavorare anche di domenica.

Nell’ambito del doppio livello di contrattazione nella pubblica amministrazione, nazionale e aziendale, il Comitato di settore sembra introdurre un piano regionale e ritiene che vada «individuata una giusta, coerente ed equilibrata soluzione contrattuale che permetta e favorisca l'intervento di ogni singola Regione nelle materie pur definite a livello nazionale, ma che abbisognano di un indirizzo regionale per accompagnare positivamente i processi di riforma che nei singoli territori si perseguono».

Con la priorità di trovare «coerente ed equilibrata soluzione per uniformare le disposizioni contrattuali al modificato quadro normativo», che in otto lunghi anni di blocco, tra spending review, riduzione degli incarichi di alta gestione e riorganizzazione dell’assistenza, ha praticamente cambiato il mondo. Parole chiave sono la «motivazione del professionista» e la «valorizzazione della professione», l’esigenza oggettiva della «certezza contrattuale».

Riguardo le risorse, si ribadisce che «che gli importi destinati alla contrattazione collettiva sono rispettivamente individuati nello 0.36%, nell'1.09% e all'1.45% del monte salari utile ai fini contrattuali determinato sulla base dei dati del conto annuale 2015 di cui all'art. 60 del D.lgs n.165/2001» e che «gli importi sopra delineati per gli anni 2016, 2017 e a decorrere 2018, si aggiungono in ciascuno dei medesimi anni a quelli già determinati per il pagamento della indennità di vacanza contrattuale, corrisposta a decorrere dal 2010».

E si sottolinea che il puzzle va completato, in sede di legge di bilancio, con ulteriori risorse. «Il complessivo quadro delle risorse finalizzate al rinnovo dei contratti di lavoro sin qui descritto - si legge nel testo - dovrà essere completato attraverso la previsione, nella prossima legge di bilancio, della quota di stanziamento ancora occorrente per dare attuazione ai contenuti dell'intesa del 30 novembre 2016. Gli impegni sottoscritti rimangono così subordinati al reperimento delle ulteriori risorse finanziarie necessarie».

Rispetto al nuovo assetto della dirigenza tra la funzione di gestione e la funzione professio-nale, il comitato di settore chiarisce che «va resa sistematica una soluzione contrattuale che risponda al crescente (nella realtà e nel percepito) sbilanciamento tra competenza gestionale e professionale. Tale riordino del percorso di carriera avverrà nella disponibilità dei fondi contrattuali del salario accessorio».

Parità tra gli incarichi gestionali e professionali
Per il conferimento degli incarichi, l’atto di indirizzo prevede una «semplificazione dell'attuale sistema di individuazione e conferimento», l’individuazione e la disciplina, nei suoi tratti generali, della procedura di assegnazione degli stessi (all'interno delle risorse disponibili nel fondo del salario accessorio), la semplificazione della struttura retributiva del personale dirigente, la definizione di un adeguato sistema premiale.

Sul capitolo della copertura assicurativa, «Il Ccnl dovrà individuare un sistema di omogeneità dei criteri che definiscono il “conflitto di interessi” in materia di tutela legale, in modo da favorire un'interpretazione omogenea sul territorio nazionale, tenendo conto delle disposizioni contenute nella Legge n. 24/2017 e i relativi provvedimenti attuativi».

Riguardo il rispetto della normativa Ue sull’orario di lavoro, l’Atto di indirizzo intende «rivedere le attuali disposizioni inerenti i servizi di guardia medica e di pronta disponibilità in coerenza con le modifiche sull'organizzazione del lavoro derivate dal quadro sanitario ora esistente ed evoluto rispetto a quello degli anni '90 che sta alla base del vigente sistema» e «considerare le ricadute della turnazione notturna e il suo impatto con i dovuti riposi giornalieri e settimanali anche prevedendo una revisione della valorizzazione economica delle tariffe orarie». Favorendo «la certezza di intervento del livello aziendale di contrattazione».

Spazio al contratto individuale
La priorità è di rendere più pregnante e obbligatorio “il contratto individuale” di accessibilità all'incarico, prevedendo in maniera esplicita la durata, il valore economico,
le condizioni di revoca, le disposizioni di salvaguardia e tutela, al fine di rendere trasparente le condizioni dell'incarico medesimo. «In questa logica il Contratto Collettivo - si legge nel documento - tenendo conto di quanto previsto in materia dall'atto di indirizzo generale, dovrà prevedere in modo esaustivo le voci che dovranno essere obbligatoriamente riportate nel suddetto contratto individuale che va considerato come esplicito adempimento contrattuale tra le parti», ridefinendo «alla luce delle disposizioni legislative recentemente intervenute, il sistema delle tutele di collocazione ed economiche, articolando con puntualità nel contratto nazionale quelle applicabili in presenza del contratto individuale descritto nel punto precedente e quelle attuabili alla naturale scadenza del medesimo».

Riordino dei fondi
Nella tabella di marcia l’impresa non facile di riordinare e razionalizzare i fondi per il salario accessorio. Step che «dovranno realizzarsi, nel rispetto del limite complessivo previsto dall'art 23, comma 2 del dlgs 75/2017, attraverso l'individuazione dello stock di risorse certe e stabili dei fondi e la contestuale semplificazione dei flussi annuali di risorse ad essi destinate che potranno essere alimentati dalle risorse della retribuzione individuale di anzianità del personale cessato dal servizio». Con priorità assoluta «a quelle voci della retribuzione che valorizzano le condizioni di lavoro e al disagio che vanno considerate una priorità assoluta da garantire in un settore come quello della Sanità».

Revisione in arrivo per l’intramoenia
«L'attività intramoenia andrà rivisitata anche valorizzandone il ruolo competitivo in forma di Alpi - chiarisce il documento - in relazione alle attività che l'azienda può rendere nei confronti del sistema della previdenza integrativa ed assicurativo sanitario privato; l'attività intramoenia, andrà altresì perfezionata con particolare riferimento alla rivisitazione dell'attuale disciplina relativa ai tetti orari ed ai volumi prestazionali. Il tempo dedicato alla libera professione nelle sue varie tipologie dovrà essere rimodulato, al fine di salvaguardare le primarie esigenze istituzionali, con un contestuale rafforzamento del ruolo di coordinamento regionale in materia di regolazione».

Tra gli ambiti innovativi di intervento, spazio a welfare contrattuale, conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro e previdenza complementare, soprattutto quella basata sui fondi negoziali. E anche su questo capitolo ci saranno risorse da mettere in campo e bisognerà capire quali.


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