Dal governo

Borse di studio per la Medicina generale a quota 1.185. Ma l'obiettivo è «sfondare» quota 2mila. Le risorse? Dagli obiettivi di piano

di Barbara Gobbi

Dopo quasi un decennio di stand-by, la Medicina generale incassa un interesse fino a poche settimane fa quasi insperato: non solo il pre-accordo sulla Convenzione - che sblocca 300 milioni per gli arretrati 2010-2017 - ma anche l'aumento secco delle borse di studio per il corso di formazione. Dalle 987 attuali, si supererà abbondantemente il fabbisogno di 1.300 - stimato inizialmente dalle Regioni - per arrivare a superare quota 2.000. Ad annunciare, e a spiegare poi la svolta, il coordinatore degli assessori alla Sanità, Antonio Saitta (Piemonte): «Ho informato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che gli assessori hanno condiviso l’esigenza di incrementare il numero dei medici da formare. Lo abbiamo fatto- ha spiegato ieri - basandoci su due caposaldi essenziali. Prima di tutto, partendo dall’utilizzo dell’intero fondo disponibile per finanziare borse di studio, a importo stabile. Una modalità che consentirebbe di finanziare, per il corso che inizierà nel 2018, 1.185 borse di studio con un incremento del 20%». Non solo: «La seconda leva su cui intendiamo agire - ha aggiunto Saitta - è quella di finanziare borse di studio aggiuntive con risorse derivanti dalle disponibilità finanziarie di ogni singola Regione. Una strada percorribile, facendo in modo però che l’incremento si verifichi in tutte le Regioni. Una gestione oculata di questa seconda leva potrebbe portare le borse complessive a raggiungere quota 2000». Ma da dove potrebbero arrivare i fondi per queste borse in più? Ipotesi al momento ancora non formalizzate, guardano a un diverso utilizzo degli Obiettivi di piano, ormai universalmente considerati un meccanismo desueto e in definitiva inutile. Convertirne l'impiego, mettendoli al servizio del «rilancio dell’apporto dei medici di medicina generale nell’ambito del Ssn», sembra una soluzione utile
Un argomento - si legge in una nota diffusa dalla Regione Calabria - straordinariamente importante e di grandissima attualità: è notoria, infatti, la vera e propria emergenza che si va determinando in materia di medici e, soprattutto, di medici di Medicina Generale. L’attuale percorso formativo prevede una specifica formazione che vede sia la programmazione che le stesse risorse finanziarie, sotto forma di borse di studio, concertate tra le Regioni in materia di programmazione dei fabbisogni.

Resta poi in campo la proposta lanciata dall'Enpam: finanziare - con un prestito d'onore che il giovane medico in formazione restituirebbe una volta avviata l'attività professionale - la metà dell'importo delle borse aggiuntive. Una strada anche questa da valutare, ma è chiaro che in una fase di allarme desertificazione della categoria, tutti gli attori in campo - Regioni, medici e lo stesso ente previdenziale che ha interesse in prospettiva a sostenere la categoria, sono decisi a sostenere la professione.


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