Dal governo

Medici, Consiglio di Stato «favorevole» con osservazioni al decreto Miur sull'abilitazione semplificata

di Rosanna Magnano

Rivalutare la scelta di anticipare il tirocinio pratico valutativo del neomedico all'interno del percorso di studio o almeno qualificare ulteriormente e, ove possibile, allungare il tirocinio ante lauream, in considerazione «dell’importanza dell’attività clinico-pratica per la formazione del futuro medico». Ma anche rivalutare il nuovo sistema di esame - che prevede la predisposizione di 200 quesiti a risposta multipla di volta in volta da parte della Commissione nazionale di esperti (abbandonando il sistema dell'archivio dei quiz), perché «vi è obiettivamente il rischio di aumento delle possibilità di errore nella predisposizione degli stessi quiz, con conseguente aumento del contenzioso giurisdizionale». Sono queste alcune delle osservazioni contenute nel parere «positivo» del Consiglio di Stato sulla bozza di decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca recante «Modifiche al regolamento concernente gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo approvato con decreto ministeriale 19 ottobre 2001, n. 445».

Il Miur ha sottoposto al Consiglio di Stato una bozza di decreto che dovrebbe sostituire l'attuale Regolamento sugli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo. Obiettivi del provvedimento, che è ancora in uno stato «intermedio»: rendere maggiormente selettiva la prova d’esame e soprattutto ridurre i tempi legati al tirocinio trimestrale, obbligatorio per l’accesso all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo.

Più selezione quindi con una nuova tipologia di esame, unica e non più divisa in due parti, attraverso la somministrazione di quesiti tratti dall’esperienza dei progress test e non più con l’estrazione di quiz dall’archivio pubblico e tempi più brevi, anticipando il tirocinio all’interno del corso di studi universitari.

La bozza di decreto Miur
In particolare, il decreto Miur prevede che dopo i tre mesi di tirocinio pratico-valutativo, seguito e superato ante lauream, i laureati in medicina e chirurgia debbano superare una batteria di test multiple choice, somministrata a livello locale ma elaborata a livello centrale, su programmi proposti, di volta in volta, dalla Conferenza dei Presidenti dei corsi di laurea in medicina e chirurgia, e non più con l’estrazione di quiz dall'attuale archivio, «in merito ai quali - fa sapere il Miur - si è riscontrato che tale esame veniva superato da circa il 99% dei candidati». Il risultato auspicato, in definitiva, è un miglioramento della condizione dei giovani laureati in medicina e chirurgia, rispetto alla normativa vigente, attraverso la riduzione dei tempi per l’abilitazione, ottenendo così un più rapido accesso alla professione.

«La nuova proposta di regolamento, infatti - spiega il ministero - disciplina l'esame di Stato prevedendo che, dopo i tre mesi di tirocinio pratico, seguito e superato ante lauream, i laureati in medicina e chirurgia debbano superare una serie di test a risposta multipla, somministrata a livello locale ed elaborata a livello centrale su programmi proposti, di volta in volta, dalla Conferenza dei Presidenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia (che originano, appunto, dall'esperienza dei progress test, usati attualmente in via sperimentale nel corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia). Inoltre, occorre evidenziare che il risultato finale che si è delineato a normativa vigente, migliora in termini prevalentemente temporali (riduzione di tre mesi dei tempi per abilitarsi e previsione di tre sessioni di esame di stato a differenza delle due sessioni annuali previste per tutte le altre professioni) l'attuale situazione dei giovani laureati in Medicina e Chirurgia».

La proposta di revisione dell’esame di Stato per la professione di Medico Chirurgo è stata elaborata dal Miur «tenuto conto dei pareri del Consiglio Universitario Nazionale, del Consiglio Nazionale Studenti Universitari, del Ministero della Salute e della Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi», sottolinea il Miur.

Le osservazioni di Palazzo Spada
Ma nonostante un'elaborazione concertata del testo, il parere positivo del Consiglio di Stato, che rappresenta comunque uno step in avanti verso l'obiettivo semplificazione, contiene proposte di modifica non da poco.

Il Consiglio di Stato chiede infatti di «Rivalutare, la scelta di anticipare il tirocinio (pratico, ora destinato a diventare “pratico-valutativo”), che attualmente costituisce parte integrante dell’esame di Stato e che diverrebbe invece un pre-requisito di ammissione alla prova di esame, ad un momento precedente al conseguimento della laurea, seppur deve darsi atto che tale anticipo è comunque limitato al periodo finale del corso di studio».

Questo perché «la peculiarità della professione medica rende più che plausibile l’espletamento del predetto tirocinio dopo il conseguimento della laurea, in modo da dare il giusto rilievo alla necessità che il medico svolga un periodo pratico di tirocinio dopo aver ultimato il corso di studi generale».

Inoltre, prosegue il parere «collocando il tirocinio all’interno del corso di studi, si rischia di creare sovrapposizioni con la normale attività teorico-pratica degli studenti, nonché di rendere comunque l’esame di abilitazione, seppur attualmente non connotato da particolare selettività, una prova essenzialmente teorica ed incentrata esclusivamente sul superamento di test».

E il Consiglio di Stato pone anche un ulteriore dubbio. «La comprensibile finalità di abbreviare i tempi per conseguire l’abilitazione per i neo-medici laureati nel nostro Paese - si legge nel parere - peraltro già in parte garantita dall’aumento delle sessioni di esame (che diviene sostenibile presso tutte le Università sedi del corso di laurea magistrale), non può andare, infatti, a discapito dell’effettiva valutazione delle capacità e idoneità pratiche di chi si appresta ad esercitare la professione medica, che solo un serio e rigoroso tirocinio clinico post-laurea può, almeno in teoria, garantire». Di qui le «motivate perplessità della Sezione».


© RIPRODUZIONE RISERVATA