Dal governo

Farmacia dei servizi, progetto pilota in nove regioni. Ecco il decreto Salute-Mef

di Rosanna Magnano

Il monitoraggio sperimentale sulla remunerazione della farmacia dei servizi - previsto dalla legge di bilancio 2018 per il triennio 2018-20 - inizierà da quest'anno in Piemonte, Lazio e Puglia; proseguirà dal 2019 in Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia e si estenderà nel 2020 a Veneto, Umbria e Campania. Lo prevede il decreto del ministero della Salute in concerto con l'Economia, all'ordine del giorno della Conferenza Stato regioni del 19 aprile prossimo.

Con il provvedimento attuativo della legge 205/2017 - di cui ha dato notizia in anteprima RIFday, il mattinale dell'Ordine dei farmacisti di Roma - sono individuate nove Regioni, di cui tre per l'anno 2018, ulteriori tre per l'anno 2019 e ulteriori tre per l'anno 2020, in cui avviare la sperimentazione per la remunerazione dei nuovi servizi erogati dalle farmacie, tenendo conto dell'esigenza di garantire la rappresentatività delle aree geografiche del nord, del centro e del sud del territorio nazionale.

In particolare:
a) Piemonte, Lazio e Puglia per gli anni 2018, 2019 e 2020;
b) Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia per gli anni 2019 e 2020;
c) Veneto, Umbria e Campania per l'anno 2020.

Secondo quanto previsto dalla legge di bilancio 2018, i fondi a disposizione per il progetto pilota ammontano a 6 milioni di euro per l'anno 2018, a 12 milioni di euro per il 2019 e 18 milioni di euro per l'anno 2020, a valere sulle quote vincolate agli obiettivi di Piano sanitario Nazionale.

Il rebus sui criteri di scelta
Alla fine dello scorso mese, qualche polemica in sede tecnica è sorta sui criteri che hanno determinato la scelta delle Regioni in cui avviare la sperimentazione. A tali osservazioni il ministero della Salute ha risposto che la scelta delle nove regioni da parte del ministero, oltre al criterio geografico, ha seguito anche la effettiva attivazione della Farmacia dei servizi, privilegiando in pratica le regioni in cui si sarebbe maturata una esperienza più significativa. Una decisione assunta dopo aver consultato Federfarma e Federazione Ordini farmacisti Italiani (Fofi). Il ministero avrebbe anche dato disponibilità a modificare le regioni individuate. La grande assente è la Toscana, che ha un'esperienza consolidata sulle reti cliniche integrate, che includono anche le farmacie nella presa in carico del paziente cronico. Ma nell'ultima bozza pervenuta a Sanità24 la Toscana non c'è.

È stato poi concordato con le Regioni che un gruppo di lavoro interistituzionale individuerà i servizi da erogare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, verificando «modalità organizzative» e «ricadute in termini sanitari ed economici».


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