Dal governo

Vaccini, Grillo scopre la linea: gradualità per intensità, tempi e territori. Liste d'attesa: stretta sui manager

di Barbara Gobbi

S
24 Esclusivo per Sanità24

La cannabis e non solo. Intervenuta alla trasmissione televisiva Agorà Estate, la ministra della Salute Giulia Grillo ha trattato anche due temi bollenti per il Servizio sanitario e per il suo elettorato: vaccini e liste d'attesa. Togliendosi un bel po' di sassolini dalla scarpa, nei confronti della gestione Lorenzin, che l'ha preceduta a Lungotevere Ripa.

I vaccini. Sui vaccini, Grillo ha prima precisato il senso della circolare Salute-Miur del 5 luglio scorso, affermando che di fatto «proroga al prossimo anno scolastico il regime di autocertificazione già introdotto dalla legge Lorenzin che ha ripristinato l'obbligo». E quanto alle critiche dei pediatri all'autocertificazione spinta, Grillo ha messo in chiaro la sua posizione: «Un allarme ingiustificato. Perché i pediatri dovrebbero sapere bene che è stato usato lo stesso metodo sia per il 2017 sia per la prima parte del 2018. Non vedo cosa sia cambiato. Noi abbiamo semplicemente utilizzato la possibilità di usare, da un punto di vista amministrativo e burocratico, l'autocertificazione. Questo perché il precedente Governo non ha fatto l'Anagrafe nazionale vaccini, attraverso la quale, invece, ci sarebbe un automatismo nel conoscere chi è vaccinato e chi non lo è».

Sul contenuto del futuro Ddl di iniziativa parlamentare - di cui l'Anagrafe unica sarà il pilastro - la ministra della Salute si è più soffermata: il principio-guida è «un criterio di gradualità dei meccanismi sanzionatori, nell'ottica di un obbligo flessibile. Gradualità per intensità, tempo e anche a livello territoriale, perché ci sono Regioni che hanno coperture altissime e altre molto più basse». Prevedendo interventi mirati, ha tenuto a precisare. E rilanciando il "no" al criterio dell'esclusione scolastica, che sarebbe «un atto estremo». «Prevederla, a un certo punto, deve essere fortemente giustificato di fronte alla popolazione - ha detto Grillo -. Ci sono delle gradualità nei meccanismi sanzionatori che uno Stato può tranquillamente utilizzare prima di arrivare all'estremo», ha aggiunto la ministra, ricordando di aver «fortemente criticato il decreto Lorenzin proprio perché non è stato né graduale né preceduto da un graduale lavoro di un Governo che non si è reso conto che le coperture vaccinali erano scese. Peccato che erano scese in 4 anni, quindi se ne poteva accorgere pure prima visto che la precedente ministra è stata in carica 5 anni». La linea è quindi «un razionale di buon senso: non fare un decreto che mette 10 vaccini all'improvviso quando il giorno prima erano 4».

Le liste d'attesa. Il rispetto le Piano nazionale liste d'attesa - in via di aggiornamento al ministero (l'attuale risale al 2012), che ha chiesto alle Regioni di comunicare lo stato dell'arte - rientrerà tra gli obiettivi dei manager sanitari e sarà oggetto di un prossimo Ddl. «Se rispetteranno le indicazioni saranno premiati, se non lo faranno saranno puniti - ha affermato Grillo -. Quindi ci sarà una grande pressione da parte mia. Poi, l'autonomia delle Regioni dà tutto in mano a loro quindi la responsabilità è all'80% delle Regioni. Il 20% di parte politica mi prendo la responsabilità di portarla avanti io, cosa che non è stata fatta in questi anni».


© RIPRODUZIONE RISERVATA