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Vaccini, Demicheli (Salute): «Nasce il nuovo Nitag indipendente». E sul morbillo: «Nel Piano di eliminazione priorità a 800mila giovani»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Anteprima. Sono ottocentomila gli adolescenti e i giovani adulti da vaccinare contro morbillo e rosolia, cominciando con almeno mezzo milione di sedute già nel 2019. «Perché è lì - spiega Vittorio Demicheli, consulente della ministra della Salute Giulia Grillo per i vaccini -che esiste un'emergenza morbillo. Ed è a questa fascia d'età che il prossimo Piano nazionale di eliminazione della malattia, fermo al 2015, dedicherà particolare attenzione. L'obbligo per le nuove generazioni sarà mantenuto - precisa Demicheli - affinché la copertura resti buona, ma bisogna in fretta offrire la vaccinazione agli adolescenti e ai giovani adulti suscettibili. Altrimenti ci vorranno moltissimi anni per interrompere la catena dei contagi. Basti pensare che gli ultimi focolai hanno interessato una popolazione con età mediana di 25 anni, mentre l'epidemia al Nord l'anno scorso ha colpito la fascia d'età dei 27enni». L'obiettivo è mettere a punto una strategia sinergica: ai giovani l'anti-morbillo andrebbe proposto «a ogni "incontro" con un'articolazione dello Stato. Stiamo lavorando a un documento molto concreto - precisa Demicheli -: ad esempio la soluzione per l'offerta alle matricole universitarie potrebbe essere una circolare del Miur che impegni i rettori a promuovere la vaccinazione attiva, inserendo la profilassi nel sistema di valutazione dell'università». Altra emergenza che il Piano affronterà è la copertura tra gli operatori sanitari. E «non servono nuove leggi, perché gli strumenti ci sono già tutti, a cominciare dalle norme sulla sicurezza sul lavoro - aggiunge l'esperto -. La Regione Marche ad esempio ha escluso con delibera del direttore generale da determinati reparti "sensibili", come i nidi e le pediatrie, gli operatori che non siano vaccinati».

A stilare il nuovo Piano di eliminazione di morbillo e rosolia, che secondo il cronoprogramma ministeriale si tradurrà in Intesa Stato-Regioni entro gennaio, sarà il gruppo tecnico che se n'è occupato anche in passato e che viene confermato per garantire una linea di continuità con il passato, nonché probabilmente per mandare un messaggio distensivo dopo i contrasti degli ultimi mesi e delle ultime settimane: in "pole" tra i partecipanti figurano l'Istituto superiore di sanità, le Regioni e le società scientifiche, più lo stesso Demicheli.

Il nuovo Nitag. Non solo morbillo: al ministero è appena stato ricostituito il Nitag (Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni), pensato per elaborare valutazioni di Health technology assessment. «L'organismo - afferma Demicheli - è stato rinnovato sulla base della raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità in merito all'esigenza di rispettare criteri di trasparenza. Interessi di varia natura, più professionale che commerciale perché questi ultimi sono molto più "in chiaro", sono all'ordine del giorno nelle decisioni di carattere vaccinale». E a questo proposito un decreto freschissimo di firma, che Sanità24 è in grado di anticipare, contiene la lista degli esperti indipendenti del "Nucleo strategico" (v. allegato), presieduto sempre da Demicheli. Il gruppo opererà a titolo individuale in base alla propria competenza e formulerà raccomandazioni su materie sensibili: monitoraggio delle malattie infettive prevenibili con la vaccinazione e sui risultati delle vaccinazioni in atto; analisi dei "comportamenti di rifiuto", proposte di aggiornamento del Piano nazionale di prevenzione vaccinale; integrazioni o modifiche del calendario di offerta vaccinale alla luce di "nuovi prodotti" o di novità sui prodotti esistenti; informazioni al pubblico o ai professionisti sulle vaccinazioni. Dell'altro braccio operativo del Nitag, il Nucleo tecnico, faranno parte membri (le nomine individuali sono in arrivo) del ministero, dell'Iss, dell'Aifa, di Agenas, di Ordini e sindacati medici e di società scientifiche.

«Il Nitag - avvisa Demicheli - entrerà nel vivo a metà dicembre. Lavoreremo subito a un atto d'indirizzo con standard organizzativi, di quantità e di qualità, su cui impegnare Stato e Regioni per dare ai servizi vaccinali le dotazioni sufficienti per fare bene il loro lavoro, a cominciare da una formazione adeguata. Il Piemonte, da cui provengo, aveva formato al counselling sistemico gli operatori dei suoi servizi vaccinali: con una comunicazione efficiente, le coperture salgono. L'obiettivo del Nitag è arrivare a questo traguardo in tutte le Regioni. Lo stesso vale per i medici di famiglia e per la pediatria: anche qui servono standard organizzativi e formativi degni di questo nome. Servono operatori capaci di comunicare efficacemente ai genitori l'importanza di proteggere dalle malattie infettive i bambini. I "no vax" sono una minoranza, il problema sono le famiglie che non vaccinano i figli per sciatteria organizzativa, perché semplicemente non gli arriva l'invito».

Altra priorità del Nitag è avviare un approfondimento sulle motivazioni che sono alla base della mancata vaccinazione, così come richiesto dall'Oms, e di individuare strategie mirate. In Italia non finora su questo fronte si è fatto poco o nulla e il Nitag si occuperà di mettere a fuoco le varie cause della mancata vaccinazione, per poter intervenire in modo mirato. Poi, c'è in vista l'aggiornamento del Piano di prevenzione vaccinale, che scade nel 2019. «La mia idea - conclude Demicheli - è fissare anche qui precisi criteri di metodo. Delle tante vaccinazioni oggi proposte, non tutte sono ugualmente prioritarie, anche tenendo conto dei limiti oggettivi dei servizi regionali: serve una valutazione Hta per capire se la profilassi proposta vale davvero il guadagno di salute che consegue. Penso ad esempio al rotavirus, che stiamo dando ai bambini sani a fronte di un guadagno di salute molto modesto».


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