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Decreto Sicurezza/ Trizzino (M5S): «Misure perfettibili ma necessarie. Mai voltarsi dall'altra parte davanti ai bisogni umanitari»

di Barbara Gobbi

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Mentre impazza lo scontro tra i sindaci capitanati dal palermitano Leoluca Orlando e il Governo, il decreto Sicurezza fa emergere l'ennesima contrapposizione tra i due vice premier Matteo Salvini (Lega) e Luigi di Maio (M5S). Con il secondo che si dice disposto ad accogliere in Italia - previo sbarco a Malta - almeno le donne e i bambini a bordo delle due navi Sea Watch e Sea Eye, raminghe nel Mediterraneo da quindici giorni. Una disponibilità che, al momento in cui scriviamo, si scontra con il pugno di ferro del ministro dell'Interno leghista. Un muro contro muro che inevitabilmente rischia di creare imbarazzo non solo nella compagine governativa, ma anche tra i parlamentari dei due schieramenti. È di oggi pomeriggio un lungo e accalorato messaggio del deputato pentastellato Giorgio Trizzino. Che, da medico in prima linea nei lunghi anni di sbarchi e di accoglienza in ospedale a Palermo, ribadisce i valori dell'accoglienza e della solidarietà, pur difendendo la necessità di un decreto che mettesse ordine alla situazione non più gestibile, a suo avviso, con la legge Bossi-Fini.

Onorevole Trizzino, come porsi in quanto parlamentare di maggioranza ma nello stesso tempo medico, rispetto alle problematiche che il decreto Sicurezza potrebbe aprire rispetto all'assistenza?

Le rispondo con una battuta molto semplice: non voltarsi dall'altra parte rispetto alla sofferenza cui assistiamo giornalmente. Questa è una regola che ho sempre assunto, da medico, quando affrontavo quotidianamente nella Palermo degli sbarchi il dolore e la sofferenza ritratti nei volti di bambini e donne. Non voltarsi ed essere pronti al soccorso: un principio che tutta l'Europa deve fare proprio, per quanto siano necessarie regole che non esistevano, fino a oggi. Il nostro decreto era assolutamente necessario e indispensabile per regolamentare e superare la legge Bossi-Fini, che non era più attuabile. È certo un punto di partenza, su cui eventualmente costruire anche delle modifiche e dei percorsi di attuazione differenti.

Da medico lei è particolarmente sensibile al tema dell'assistenza sanitaria. Il decreto Sicurezza toglie o aggiunge?

È di sicuro perfettibile. Non toglie e non aggiunge. Mette dei paletti. Partendo dal presupposto che il mondo nasce con le migrazioni e che la migrazione stessa è un fenomeno innato nell'uomo, bisogna comunque che questi flussi siano regolati minimizzando i rischi dei passaggi da un continente a un altro. Il vero problema ha un solo nome e si chiama Africa: lì bisogna puntare tutta l'attenzione. Da sempre il Movimento 5 Stelle afferma che la sostenibilità di questo pianeta è fondamentale e passa anche attraverso interventi mirati alla tutela dell'ambiente e delle fonti di energia, che proprio in Africa in questo momento vengono sfruttati al massimo dai colossi mondiali. Ecco: è lì che bisogna intervenire...

Al momento però in sindaci "dissidenti" segnalano un problema di gestione quotidiana di flussi di persone che sono già una realtà... Le loro sono richieste a suo avviso pretestuose?

Purtroppo quando vengono fatte in questi termini, le richieste sono pretestuose. I problemi si affrontano in altro modo e non così come fa puntualmente il sindaco di Palermo. La via è quella indicata dal presidente del Consiglio Conte, e cioè sta nel confronto e nel dialogo. Sappiamo che la legge ha creato dei dubbi: affrontiamoli e parliamone con i sindaci. Di sicura lo situazione non era più gestibile: la riduzione dei flussi in questi ultimi mesi è un dato significativo che ha portato un beneficio al nostro Paese, che può riorganizzarsi a partire dalle centinaia di migliaia di immigrati ormai presenti in Italia. A tutti va garantita l'integrazione: se non riusciamo a garantire i diritti d'integrazione, non ha senso accogliere altre persone.

La stessa deontologia medica prescrive di non negare l'assistenza a nessuno. Non vede una contraddizione rispetto alla direzione che l'Italia sta prendendo?

No. Nella mia carriera professionale di medico ho accolto - con quel poco che avevo a disposizione e del resto come i miei colleghi e gli infermieri - tutti i bambini che sono arrivati. Ci siamo spesi rivestendo e alimentando le persone che approdavano da noi. Non può mancare mai, da parte del medico e del sanitario, il principio di soccorrere la vita che è in pericolo. Un principio innato nella nostra professione e nell'essere uomini: dobbiamo mantenerlo ovunque e in qualsiasi momento e condizione della nostra vita. Il decreto Sicurezza in alcuni aspetti addirittura tutela questi principi. In ogni caso, lo ribadisco, è l'inizio di un percorso che andrà condiviso e concordato. E probabilmente, per alcuni aspetti, modificato.


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