Dal governo

Patto salute, Giulia Grillo: «Confermate le risorse 2019»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Il termine del 31 marzo 2019 per la sottoscrizione del Patto è ordinatorio e il suo superamento non ha alcun effetto. Assicuro che il finanziamento del Fondo sanitario nazionale per il 2019 resterà confermato». Così la ministra della Salute Giulia Grillo in risposta a un'interrogazione (primo firmatario Vito De Filppo - PD) sull'iter del Patto per la salute, la cui sottoscrizione con le Regioni, secondo la legge di Bilancio, sarebbe dovuta avvenire entro la fine del mese scorso, pena la perdita dell'incremento delle risorse per la sanità. «Dopo una prima stesura del nucleo di misure concordato con le Regioni - ha annunciato ancora Grillo - un documento più aggiornato è stato inviato il 13 marzo alle Regioni. E tra poco partirà una lettera ai governatori per finalizzare la stesura del Patto».

Patto che, lo ricordiamo, per il 2019 prevedeva l'incremento di un miliardo di euro delle risorse già previsto dal precedente Governo, e per il 2020 e 2021 rispettivamente un aumento di 2 miliardi e di 1,5 di euro. E proprio gli aumenti messi in predicato dalla manovra potrebbero traballare secondo le Regioni, che per altro si dicono ancora "al buio" rispetto ai contenuti di dettaglio del Patto e sono in allerta dopo le previsioni di crescita al ribasso e ai due miliardi di euro di tagli in arrivo, scritti nero su bianco nel Documento di economia e finanza appena varato dal Consiglio dei ministri. «Sono molto preoccupato - ha spiegato il presidente delle Regioni Stefano Bonaccini in merito al Def - perché mi pare evidente che escono in chiaro dati che peraltro molti di noi avevano sollecitato qualche mese fa. C'è preoccupazione, perché quando sbagli le previsioni di crescita significa non solo che avrai meno entrate, ma che peggioreranno i conti pubblici e ogni mese aumenta anche il debito pubblico. Un Paese che entra in recessione tecnica - ha aggiunto - vede una crescita praticamente pari a zero; dall'altro aumenta il suo debito. Se questo è fatto per gli investimenti significa che può dare una mano alla crescita futura, ma se è fatto senza investimenti aumenta il debito e non c'è una ripresa complessiva del Paese, non c'è una politica industriale e dell'occupazione. Adesso dovremo, come Conferenza delle Regioni, porre un tema che, alla luce della certezza che due miliardi di tagli comunque ci saranno, vorremmo nelle prossime settimane capire esattamente dove il governo pensa di recuperare questi due miliardi». Il timore è particolarmente forte per la Sanità: «Credo che su questo - ha detto Bonaccini - avremo bisogno di una qualche forma di garanzia, cioè che non si vadano a toccare gli accordi dell'incremento del fondo sanità, fatti col governo solo qualche mese fa».
Amaro rispetto al Def è anche il commento su facebook del presidente della Toscana, Enrico Rossi: «L'unica cosa certa è che, ovviamente dopo le elezioni, ci saranno 2 miliardi di tagli. Dobbiamo impedire che colpiscano sanità, trasporti e servizi sociali. Per il resto dal Governo chiacchiere molte, bugie e promesse fumose, insieme alla presa d'atto tardiva e obbligata che il Paese non cresce».


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