Dal governo

Griglia Lea, le cure migliori in Veneto, Emilia Romagna e Toscana, ma il Sud avanza

di Marzio Bartoloni

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24 Esclusivo per Sanità24

Il Veneto assicura meglio di tutti in Italia i livelli essenziali di assistenza (Lea), le prestazioni sanitarie che ogni Regione deve garantire ai propri cittadini. Con 222 punti (su un massimo di 225) conquistati nell’ultima griglia Lea che il ministero della Salute pubblicherà a giorni è sua la vetta della classifica dove scalza il Piemonte (218 punti) che dall’anno scorso scende al quarto posto. Sul podio a pochissima distanza dal Veneto c’è l’Emilia Romagna (221) e la Toscana (220). Al quinto la Lombardia (215) e poi Liguria (211) e Umbria (210).
La nuova classifica. La griglia definitiva con cui il ministero della Salute monitora il livello di qualità delle cure relative al 2018, dopo alcune anticipazioni, sarà sul tavolo del Comitato Lea in questi giorni. E la classifica finale oltre a confermare le migliori performance del centro Nord Italia (ormai abbastanza scontate) mostra un generale miglioramento della Sanità meridionale che dopo aver messo a posto i conti (con l’uscita dal commissariamento della Campania resta ormai solo la Calabria) comincia a macinare anche punti in più nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, con punte di buona qualità come quella dell’Abruzzo che può vantare ormai una Sanità saldamente a metà classifica in Italia. Se Calabria e Campania restano in coda spicca però il fatto che in un solo anno hanno migliorato sensibilmente le loro performance: la Sanità calabrese, tuttora commissariata, passa da 136 punti nel 2017 ai 162 del 2018, quella campana fa un balzo in avanti da 153 a 170. Punteggi, questi, sopra la soglia limite dei 160 punti che rende entrambe le Regioni virtualmente «adempienti» nell’assicurare i Lea e quindi meno a rischio di possibili interventi del ministero della Salute.
Come si calcolano le performance. Per valutare la situazione sanitaria delle Regioni italiane queste griglie sui livelli essenziali di assistenza prendono in considerazione 33 indicatori raccolti in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Ogni indicatore viene pesato e misurato in base ai valori "soglia" previsti nel sistema di misurazione, dando luogo a un punteggio finale, che va da un minimo di -25 ad un massimo di 225. Sotto la lente va un po di tutto: dalla copertura vaccinale all’adesione agli screening, dal tasso di ospedalizzazione al numero di posti letto o ai ricoveri inappropriati fino al numero dei parti cesarei o ai tempi di reazione tra la chiamata al 118 e l'arrivo dell'ambulanza o agli interventi al femore svolti entro 48 ore dalla diagnosi di frattura. Le Regioni sottoposte alla verifica sono quelle ordinarie e la Sicilia (sono escluse la Valle d'Aosta, le due Province Autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna dal 2010). Questi monitoraggi sono molto attesi anche perché aprono le porte a quote premiali di fondi.
Il nuovo sistema con 88 indicatori. Ma la griglia Lea sarà comunque sostituita molto presto da un nuovo meccanismo previsto nell’ultimo Patto per la Salute siglato dal Governo con le Regioni a fine 2019. Da quest’anno infatti scatta il «NSG» (Nuovo Sistema di Garanzia) che monitorerà l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza in modo molto più accurato grazie all’impiego di ben 88 indicatori: 16 per la prevenzione collettiva e sanità pubblica; 33 per l'assistenza distrettuale; 24 per l'assistenza ospedaliera; 4 indicatori di contesto per la stima del bisogno sanitario; 1 indicatore di equità sociale; 10 indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostico terapeutici. Il nuovo sistema di garanzia farà scattare piani di potenziamento dei Lea in caso di carenze in almeno 2 macro livelli (tra ospedale, distretto e prevenzione) con monitoraggi costanti da parte del ministero della Salute. E con la possibilità di ricorrere al commissariamento solo come extrema ratio.


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