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Sanità privata/ Ministero e Regioni: «Inspiegabile il nuovo stallo, vertenza da chiudere»

di Red. San.

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Procede a singhiozzo la trattativa per il rinnovo del contratto dell'ospedalità privata. Dopo l'ultimo stop di lunedì scorso, il ministero interviene oggi con un comunicato in cui esorta alla ripresa del dialogo. «Il ministero della Salute - si legge nel testo - è intervenuto con modifiche normative in sede di Legge di Bilancio sugli acquisti di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati per tutte le Regioni. Questo ha agevolato l’accordo tra Aiop (Associazione italiana Ospedalità privata) e Aris, organizzazioni sindacali e Regioni, raggiunto il 12 novembre, per la sottoscrizione del nuovo contratto del comparto sanità privata. Un dovere istituzionale a tutela del diritto dei lavoratori dopo 13 anni di blocco contrattuale. Nonostante tale accordo, frutto di lavoro collegiale, lunedì 27 gennaio si sono interrotte le trattative. Preso atto delle dichiarazioni delle Regioni, che ribadiscono il loro impegno, il ministero auspica una rapida ripresa del tavolo delle trattative in attuazione dell’accordo già raggiunto e sottoscritto. Si attende, altresì, la ripresa delle trattative con la Confederazione italiana medici ospedalità privata (Cimop)».
E dalle Regioni arrivano a seguire le manifestazioni di stupore per l'ennesima impasse. «Abbiamo appreso con stupore che lunedì scorso, senza alcun preavviso, si sono interrotte in prossimità della firma le trattative per il rinnovo del contratto della Sanità privata, che i lavoratori del settore attendono da tredici anni», dichiara il Presidente Stefano Bonaccini, in merito alla notizia - rilevano i governatori - dell’improvviso cambio di posizione al tavolo delle trattative da parte delle associazioni datoriali, che ridiscutono i termini di un negoziato già in fase avanzata, comportando così una nuova mobilitazione delle Organizzazioni sindacali.
«Non capiamo quali siano le motivazioni – rileva Bonaccini - che hanno portato a questa nuova fase di stallo, che rimette in discussione tutti i passi in avanti fatti negli ultimi mesi che hanno visto un intervento istituzionale delle Regioni e del Ministero della Salute per una positiva e sollecita conclusione della vertenza. Governo e Regioni hanno mantenuto fede agli impegni assunti: da una parte in sede di conversione del "Decreto legge Fiscale" il Governo ha introdotto una disposizione che aumenta del 2% il tetto di spesa per acquisti di prestazioni da soggetti privati accreditati. Dall’altra la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con deliberazione del 17 ottobre 2019, si è impegnata ad aumentare il budget delle prestazioni fino al 50% dei costi del rinnovo contrattuale, fermo restando il fatto che ciascuna Regione si farà carico di individuare le modalità attraverso le quali assicurare il contributo per il proprio territorio. Ad oggi non mi sembra – spiega Bonaccini - che sia cambiato il contesto e continuano quindi a sussistere le condizioni per siglare il contratto anche perché l’impegno delle Regioni è confermato. Auspico che possa essere scongiurata la mobilitazione in corso con una rapida riapertura del tavolo delle trattative e si arrivi al più presto alla chiusura della vertenza».


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