Dal governo

Coronavirus/UniCattolica: italiani più preoccupati dell'economia che dei contagi

S
24 Esclusivo per Sanità24

Due italiani su 3 hanno preoccupazioni per la crisi economica conseguente alla pandemia da Coronavirus, mentre la paura di essere contagiati riguarda solo 1 italiano su 3. È quanto emerge da una ricerca promossa da EngageMinds HUB coordinato da Guendalina Graffigna, nell'ambito del progetto CRAFT dell'Università Cattolica, campus di Cremona. La ricerca, parte di un Monitor continuativo sui consumi alimentari, mostra anche che diminuisce la fiducia nella ricerca scientifica e fa capolino la preoccupazione di venire contagiati attraverso gli alimenti acquistati al supermercato. La ricerca di EngageMinds HUB è stata condotta su un campione di 2000 italiani, rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione.

Gli italiani si sono detti molto preoccupati per le ricadute economiche dell'emergenza Covid-19 (valutando la preoccupazione 8,5 su una scala da 1 a 10). La preoccupazione è legata alla situazione finanziaria dei cittadini e alle prospettive per il futuro: il 43% degli intervistati riporta che la propria situazione economica è peggiorata nell'ultimo anno e il 37% pensa che le proprie finanze peggioreranno nel corso del prossimo anno. Inoltre, l'80% ritiene che la situazione economica del paese sia peggiorata nell'ultimo anno e il 57% pensa che continuerà a peggiorare nei prossimi 12 mesi.

La preoccupazione per gli aspetti economici rischia, in futuro, di ridurre l'attenzione personale rispetto al pericolo di contagio e dunque di far abbassare la guardia sulla prevenzione, rileva la coordinatrice del proetto, Guendalina Graffigna. "Una situazione - spiegano i ricercatori di EngageMinds HUB - che può portare a un senso di sfiducia verso le misure preventive e di insofferenza ad aderirvi".

A farsi strada, infine, è la preoccupazione di essere contagiati per via degli alimenti acquistati al supermercato, percepiti come un possibile veicolo di infezione (circa un intervistato su 4 si sente "potenzialmente a rischio" di contrarre il Covid-19 a causa di possibili contaminazioni dei prodotti alimentari consumati).

"I dati di una prima "onda" di ricerca – commenta Graffigna – sono stati raccolti nel periodo iniziale dell'emergenza sanitaria, tra fine febbraio e inizio marzo 2020. Questa ulteriore indagine è stata lanciata sullo stesso campione rappresentativo della popolazione italiana nella seconda settimana di maggio, dunque in piena "fase 2". Non solo: se la prima ricerca è partita cinque giorni dopo il "paziente 1", la seconda ricerca è partita cinque giorni dopo l'inizio della "fase 2"; una preziosa simmetria che ci permette di fare comparazioni significative e capire le tendenze".


© RIPRODUZIONE RISERVATA