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Coronavirus/ Rezza: Rt appena sotto 1, focolai importati dai paesi a rischio

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

"Il numero dei contagi da coronavirus è stabile rispetto alla scorsa settimana e l'Rt nazionale è di poco inferiore a uno". E' quanto afferma Giovanni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute commentando i dati diffusi dalla cabia di regia Salute-Istituto superiore di sanità sull'incidenza del virus nella settimana 13-19 luglio. "Ci sono diversi focolai di ampiezza variabile - aggiunge - in quasi tutte le regioni e molti di essi sono causati da persone provenienti da paesi ad alta incidenza di coronavirus". Per questo "è necessario continuare ad avere comportamenti prudenti rispettare le distanze, indossare le mascherire e curare l'igiene personale e sottoporsi alla quarentana se la provenienza è da paesi ad alta incidenza".

"Complessivamente - è scritto nelle conclusioni del monitoraggio - il quadro generale della trasmissione e dell'impatto dell'infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 gg (periodo 6/7-19/7) di 4.6 per 100 000 abitanti (stabile rispetto al periodo 29/6-5/7). A livello nazionale, si osserva una leggera diminuzione nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale = 0.95, sebbene sia maggiore ad 1 nel suo intervallo di confidenza maggiore. Questo indica che la trasmissione nel nostro paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane".

Sebbene le misure di lockdown in Italia abbiano permesso un controllo efficace dell'infezione da SARS-CoV-2, "al momento siamo in una situazione di trasmissione stazionaria a livello nazionale in cui persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, talvolta associati all'importazione di casi da Stati esteri".

L'età mediana dei casi diagnosticati nell'ultima settimana è ormai intorno ai 40 anni; questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane e in parte all'identificazione di casi asintomatici tramite screening in fasce di età più basse. "Questo - spiega la Cabina di regia - comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari".


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