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Covid/Rezza: situazione peggiora, 5 regioni finiscono in fascia arancione

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Sono cinque le Regioni che dovrebbero transitare dalla fascia gialla a quella arancione con maggiori restrizioni: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria. Il ministro della Salute dovrebbe firmare questa sera l'ordinanza che entrerà in vigore da mercoledì 11 novembre. Oggi si sono riuniti sia la Cabina di regia che il Comitato tecnico scientifico che si sarebbero espressi in questa direzione. La provincia autonoma di Bolzano dovrebbe entrare in fascia rossa mentre il governo si riserva un ulteriore approfondimento sulla Campania che al momento dovrebbe restare in fascia gialla.

"La situazione epidemiologica per quanto riguarda il Covid-19 - spiega il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza - continua a peggiorare con un indice Rt di 1,7. Abbiamo oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le Regioni italiane sono pesantemente colpite". Si registra, inoltre, "un aumento dei ricoveri soprattutto in terapia intensiva". "Questa situazione - spiega - giustifica ulteriori provvedimenti più restrittivi soprattutto nelle regioni più colpite e naturalmente richiede comportamenti prudenti da parte di tutti i cittadini".

Tre delle cinque regioni da oggi in zona arancione hanno ad esempio un rapporto positivi/tamponi sopra la media nazionale: 18% per la Basilicata, 17,1% per la Liguria e addirittura 30% per l'Umbria. Non solo: già il 3 novembre, quando è stato firmato il Dpcm, 4 regioni su cinque avevano un tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari o nelle terapie intensive sopra la soglia critica: oltre alla Basilicata, il 31% dell'area medica in Abruzzo, il 46% delle terapie intensive e il 47% dell'area medica in Umbria, il 60% dei reparti ordinari in Liguria e il 36% delle rianimazioni in Toscana.

Le cinque regioni rimarranno in zona arancione per almeno 15 giorni: se infatti i dati dovessero peggiorare ulteriormente, già la prossima settimana potrebbero diventare rosse. Diverse le reazioni dei governatori alle scelte del governo. Se Vito Bardi non esclude misure ancora più restrittive per la Basilicata e fa appello al "senso di responsabilità dei lucani affinché abbiano atteggiamenti responsabili", e quello della Toscana Eugenio Giani parla della necessità di fare "sacrifici ora per uscirne il prima possibile", il presidente della Liguria Giovanni Toti si dice "perplesso" visto che i numeri "sono più o meno simili a quelli della scorsa settimana". Anche se è lui stesso a confermare come gli ospedali della regione siano "sotto forte pressione". Dubbi anche dalla governatrice dell'Umbria Donatella Tesei, secondo la quale la Regione "si è attrezzata e portata avanti con il piano di salvaguardia", installando anche un ospedale da campo. Ma pure lei deve ammettere che "purtroppo l'evoluzione e i numeri straordinari di questa seconda ondata stanno facendo cambiare i colori a tante regioni e con molta velocità".


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