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Covid/ Il Comitato nazionale di bioetica: «Vaccini bene comune, le aziende abbiano responsabilità sociale». Poi: «La fretta non pregiudichi qualità e protezione della salute» e «obbligo extrema ratio»

di Red. San.

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Il Comitato intende proporre una riflessione etica generale sul tema dei vaccini con particolare riferimento alla ricerca, alla produzione e alla distribuzione nell’ambito della pandemia Covid-19, partendo dalla consapevolezza delle condizioni di incertezza sul piano scientifico ed epidemiologico sul virus.
Prendendo atto delle numerose sperimentazioni in corso, il Cnb - il parere è stato curato dal Presidente Lorenzo d’Avack e dal Vicepresidente vicario Laura Palazzani, avvalendosi dei contributi di Cinzia Caporale, Silvio Garattini e Luca Savarino e di un’ampia e intensa partecipazione dell’intero Comitato - sottolinea sul piano etico come l’emergenza pandemica non debba portare a ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti.
Il Comitato ritiene che il vaccino debba essere considerato un "bene comune", la cui produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo non sia regolata unicamente dalle leggi di mercato. Questa raccomandazione non deve rimanere un mero auspicio, ma piuttosto un obbligo a cui deve far fronte la politica internazionale degli Stati. Altresì il CNB ritiene indispensabile che le aziende farmaceutiche riconoscano la propria responsabilità sociale in questa grave condizione pandemica.
Il Comitato richiama l’imprescindibilità della riflessione etica nell’ambito delle scelte di distribuzione. A fronte delle incertezze sui vaccini, il Comitato ritiene che i criteri anche etici per individuare le priorità di categorie non possano in questo momento che essere tendenzialmente generali, da ulteriormente precisare in funzione delle nuove conoscenze scientifiche sul vaccino e della quantità di dosi inizialmente disponibili, sapendo che non sarà possibile curare tutti allo stesso momento. Il Comitato, tuttavia, fin da ora sottolinea l’importanza che ogni scelta di distribuzione si richiami al principio morale, deontologico e giuridico generale della uguale dignità di ogni essere umano e di assenza di ogni discriminazione, oltre che al principio integrativo della equità, ossia della particolare considerazione di vulnerabilità per specifici bisogni.
Il Comitato ritiene che debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l'obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa. Il Comitato auspica che tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l’adesione spontanea da parte della popolazione. Premessa indispensabile affinché alla pianificazione della distribuzione consegua una accettazione della vaccinazione da parte dei cittadini, è una informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati. Una specifica attenzione dovrebbe essere rivolta alla identificazione delle fonti di disinformazione e falsa informazione.
Per una equa distribuzione del vaccino il Comitato raccomanda una discussione multidisciplinare, che includa la riflessione etica, adeguata rispetto alla situazione concreta.

Il plauso della Fnomceo
«Condivisibile, equilibrato e di buon senso»: così il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, definisce il parere, diffuso oggi, del Comitato nazionale per la Bioetica sui vaccini anti-Covid. «Abbiamo portato il testo all’attenzione del Comitato centrale, tramite il nostro rappresentante nel CNB, Maurizio Benato, ricevendone piena adesione – continua -. Possiamo dire che siamo assolutamente concordi con quanto espresso. In particolare sosteniamo, sul piano della ricerca, l’appello a non accorciare, sotto la pressione per avere presto un vaccino, i tempi della sperimentazione, che, pur nell’urgenza, devono rimanere tali da garantire la qualità, l’efficacia e la sicurezza – argomenta -. Appoggiamo la raccomandazione di una condivisione dei risultati, nell’ottica di una collaborazione internazionale. Ci piace l’idea del vaccino come ‘bene comune’, da condividere e distribuire a tutti i Paesi e a tutti gli individui, secondo i criteri di uguaglianza, equità, beneficialità e giustizia – aggiunge -. Apprezziamo, dal punto di vista bioetico, l’approccio verso la delicata questione dell’obbligatorietà, che non può essere esclusa ma deve essere l’extrema ratio, laddove la prima scelta è l’adesione consapevole.
«Adesione che non può prescindere da un’informazione corretta, completa e trasparente – conclude - Anelli - da attuarsi, da una parte, con una comunicazione, trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, dei dati scientifici sempre aggiornati. Dall’altra, con il contrasto alle fake news ma anche con l’accoglimento e la risposta puntuale alle domande e dubbi dei cittadini. Noi medici ci siamo, e siamo pronti, in questo e per tutto ciò che occorrerà, a fare la nostra parte».


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