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Salutequità: nasce un nuovo laboratorio per analisi e innovazione delle politiche sanitarie

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Nasce l'associazione Salutequità, il nuovo 'laboratorio italiano' per l'analisi, l'innovazione e il cambiamento delle politiche sanitarie e sociali, che ha presentato oggi il primo report - 'Equità di accesso alle cure e Covid-19' - e annunciato le sue prime proposte per le istituzioni durante l'incontro online 'Ripartiamo dall'equità'.

"Salutequità, per tutelare il diritto alla salute - spiega Tonino Aceti, presidente della nuova associazione - elabora analisi basate sulle evidenze e valuta la capacità di atti, provvedimenti, politiche di tenere insieme due punti saldi fondamentali: salute ed equità. Siamo un'organizzazione che vuole valutare la qualità delle politiche pubbliche, contribuendo al loro miglioramento, ed essere anche un 'laboratorio di idee' per promuovere l'innovazione - quella che serve davvero al Servizio sanitario nazionale - per dare concretezza ai suoi principi fondanti: equità, solidarietà e universalità".

E il primo report presentato indica un'emergenza nell'emergenza dei pazienti "esodati" dal Ssn: nel primo semestre del 2020 le attività ospedaliere per i malati non Covid sono scese di circa il 40%, il numero di ricette per prestazioni specialistiche erogate è crollato del 58%, e si è più che dimezzata l'attività di screening per i tumori rispetto allo stesso periodo del 2019.

"Il 2021 sarà un anno importante per uscire dalla pandemia - sottolinea - ma bisognerà lavorare per il rientro dei pazienti non Covid nel circuito del Ssn". In base ai dati diffusi, nei primi mesi del 2020 c'è stata una caduta di ricoveri (-40%), ricette per prestazioni di specialistica ambulatoriale (-58%) e screening oncologici (-50/55%), oltre che una drastica contrazione della spesa per farmaci innovativi non oncologici, e oncologici in alcune Regioni. Nel complesso si stima che per i mancati screening non siano state diagnosticate circa 4.300 neoplasie e 4.000 adenomi. La sanità digitale e il Fascicolo Sanitario Elettronico avrebbero potuto facilitare le cure a distanza, ma anche su questo a luglio 2020 il Ssn era piuttosto indietro: attivato con il consenso del cittadino per l'85% della popolazione in Emilia-Romagna, il 77% in Friuli-Venezia Giulia e il 60% in Lombardia, è del tutto assente in Calabria, Abruzzo e Bolzano.

"Tutto questo a fronte di cospicui finanziamenti alla sanità che, dopo anni di tagli, sono cresciuti nel 2019, 2020 e 2021 - continua Aceti - Ma finanziare il Ssn non è sufficiente per migliorare l'assistenza, senza contare che le risorse stanziate non vengono sempre utilizzate". Per cercare di far fronte a questi problemi, Salutequità propone un Piano Nazionale di Rientro nel Ssn dei pazienti non Covid, da considerare nel 2021 come uno specifico "adempimento Lea". Poi potenziare l'assistenza territoriale, definendo gli standard da garantire in tutto il Paese, rafforzare nel 2021 i fondi per i farmaci innovativi e accelerare il processo di digitalizzazione.


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