Dal governo

9° Healthcare Summit del Sole-24Ore/ Speranza: «Il mio piano per il post Covid, servono tutti i fondi possibili»

di Marzio Bartoloni e Barbara Gobbi (da Il Sole-24Ore di sabato 5 dicembre)

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«L’Italia deve usare questo passaggio drammatico della pandemia per trasformare la crisi del Covid in una grande opportunità. La possibilità di una grande riforma sistemica che segni la ripartenza del nostro Servizio sanitario nazionale che è la cosa più preziosa che abbiamo». Il ministro della Salute Roberto Speranza è in trincea da 10 mesi per arginare la più grande emergenza sanitaria degli ultimi cento anni e anche nel mezzo della seconda ondata del Covid prova ad alzare lo sguardo per guardare al dopo pandemia. E lo fa proprio mentre il Governo stringe sulla partita dei fondi europei del Recovery fund, con lo scontro sul Mes all’interno della maggioranza sempre sullo sfondo. Di una cosa è sicuro Speranza e cioè che la dote «ottimale» per costruire un Ssn più forte dopo le ferite inferte dal Covid resta quella proposta mesi fa al Parlamento e su cui non c’è nessun ripensamento o marcia indietro: 68 miliardi. «Quelle sono le risorse che consideriamo giuste per il nostro Piano che ovviamente sono da spendere in più anni». E per finanziarlo si può e si deve attingere a «tutti i canali attivabili, quelli europei sicuramente e quelli nazionali». Compreso il Mes? «Per me da dovunque vengano sono benvenuti», spiega Speranza all’apertura ieri della nona edizione dell’Healthcare Summit del Sole 24 ore, evento che ha riunito tutte le voci più importanti della Sanità per provare a immaginare il futuro dopo il Covid. Ma prima di quel futuro c’è un presente difficile fatto di un virus da tenere sotto controllo e segnato da una nuova stretta varata con il nuovo Dpcm da ieri in vigore.
La nuova stretta basterà per scongiurare la terza ondata?
Dobbiamo evitare che le prossime settimane in modo particolare i giorni del Natale che rappresentano un momento in cui si riprendono tante relazioni inneschi una risalita dei contagi. Bisogna evitarlo perché sappiamo che da gennaio dobbiamo cominciare una campagna vaccinale contro il Covid imponente e senza precedenti. È li che dobbiamo concentrare le nostre energie. Non si tratta dunque di linea morbida o dura ma di una linea necessaria se vogliamo fermare una ipotetica terza ondata e aiutare il personale sanitario a gestire la pressione sugli ospedali ancora molto forte.
Quindi ancora sacrifici?
In questo momento siamo davanti a due verità con cui fare i conti. Da un lato c’è una situazione ancora molto complicata:  il numero dei decessi e dei contagi è ancora alto. La seconda verità è che nelle ultime settimane le misure messe in campo e il modello costruito hanno prodotto un abbassamento della curva. Se vedo la dinamica dell’Rt nelle ultime cinque settimane siamo passati da 1,7 a 1,4, poi a 1,08 e ora a 0,91. Un dato che non significa scampato pericolo ma che le misure hanno prodotto effetti senza ricorrere a un lockdown generalizzato come a marzo. Se pensiamo però che un primo raggio di sole significhi una vittoria definitiva rischiamo di metterci in difficoltà, per questo siamo costretti a chiedere qualche altro sacrificio. Questo non è bello per chi governa. Sarebbe bello dire togliamo ogni limitazione, ognuno può tornare alla propria normalità. Ma non diremmo la verità e ci troveremmo a pagare un prezzo enorme. Basta poco per ripiombare in situazioni pericolose. Lo abbiamo visto nei mesi estivi.
A settembre in Parlamento ha presentato una ipotesi di piano per riformare la Sanità che vale 68 miliardi. Ora che si apre la partita dei fondi Ue la dote per lei resta quella?
Il piano ha quelle cifre. Certo è chiaro che non si spendono in un anno, ma in un orizzonte di più anni. Per me quelle sono le risorse che considero ottimali per poter gestire la costruzione di un Servizio sanitario nazionale più forte. Una riforma sistemica che rimetta al centro la sfida del territorio, che riorganizzi la nostra rete ospedaliera e in cui si rimetta mano alla grande questione della Sanità digitale come questione strategica fondamentale. È un piano molto articolato su cui dobbiamo aprire appena la pandemia ce lo consentirà un grande momento di confronto con il Paese.
Ma come farà a trovare tutte queste risorse? Le priorità sono tante nell’impiego dei fondi del Recovery fund.
È chiaro a tutti che bisogna aprire una stagione nuova di investimenti e riforme in tema di salute. Oggi finalmente c’è una ampia consapevolezza anche a livello mondiale che ci porta a dire che gli anni dei tagli e del rigore, gli anni in cui la Sanità è stata considerata anche un bancomat da cui prendere risorse, sono superati. Noi abbiamo lavorato a un grande piano di investimenti strategici che prova a tenere dentro tutti i canali di finanziamento potenziali. Il recovery fund è sicuramente uno di questi canali, ma ce ne possono essere altri. Già in questo anno le risorse che sono arrivate al Ssn sono di 10 miliardi in più e parte di queste arrivano dalla legge di bilancio dell’anno scorso che era ante-Covid. Ecco io penso che dobbiamo utilizzare tutte le risorse disponibili: vanno bene i soldi che arrivano dall’Unione europea da tutti i canali possibili che sono attivabili, ma vanno bene anche i soldi del bilancio dello stato. Purché questi soldi arrivino e siano spesi ovviamente bene, aumentando le cure domiciliari, modernizzando le attrezzature dei nostri ospedali e affrontando la questione del personale che non si trova sul mercato come le mascherine o i respiratori, ma formando per molti anni nuovi medici. Perché un respiratore senza un anestesista non serve a nulla.
Quindi per lei si può ricorrere anche al Mes?
Su questo ho le idee chiare. Per me ogni euro che arriva al Servizio sanitario nazionale è un euro ben investito e da dovunque vengano sono benvenuti, perché la salute è un bene pubblico essenziale che va difeso.
A gennaio potrebbero partire la campagna di vaccinazione per il Covid. Pensate di poter vaccinare gli anziani già prima dell’estate?
La tempistica per la campagna vaccinale è subordinata alle autorizzazioni che l’Agenzia europea dei medicinali darà. Se l'Ema ci darà massima sicurezza sui controlli fatti e sull'esito della sperimentazione, il cuore delle vaccinazioni potrebbe avvenire già tra la primavera inoltrata e l’estate. Abbiamo un piano, con delle scansioni temporali, ma al momento non possiamo dare delle date precise e delle scadenze senza prima avere un vaccino formalmente approvato.


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