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Covid/ Varianti, il ministero battezza il Consorzio italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione di Sars-CoV-2 e per il monitoraggio della risposta immunitaria alla vaccinazione

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

È la «risposta italiana alla sorveglianza delle mutazioni del virus responsabili delle infezioni emergenti, nonché della valutazione dell’efficacia e della durata della vaccinazione». Così il ministero della Salute con in prima battuta il viceministro Pierpaolo Sileri presenta il "Consorzio italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione di Sars-CoV-2 e per il monitoraggio della risposta immunitaria alla vaccinazione" - che sarà coordinato dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) e ha il patrocinio della Società italiana di Virologia - con il compito di supervisionare controlli di qualità, elaborazioni dei dati epidemiologici-clinici e di avviare una banca biologica. Primo obiettivo è monitorare le varianti del virus «a cominciare da quella inglese e da quella sudafricana- ha spiegato il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza - che destano preoccupazioni per un R0 che sembra essere aumentato rispetto agli altri ceppi del virus ma non sembrerebbero impattare sui vaccini, mentre quella brasiliana emersa in Amazzonia preoccupa di più per dubbi rispetto alla risposta ai sieri». A questo proposito, ha aggiunto Rezza, «sta per essere emanata una nuova circolare ministeriale che darà alle Regioni dettagli maggiori rispetto alla capacità di sequenziare il virus. Puntiamo a costruire un sistema a rete di allerta precoce, basato su laboratori distribuiti sul territorio, che ci consenta di identificare le varianti e intervenire prontamente. Un'attività già partita ma le risposte - ha concluso Rezza - devono essere più veloci e tutti gli sforzi per aumentare la capacità di sequenziamento devono trovare un coordinamento».
«Sono contento che si parli di un network anche del futuro, cioè delle infezioni emergenti - ha spiegato il presidente Vir Arnaldo Caruso - e come società scientifica siamo pronti a rendere disponibili tutte le forze in campo per partecipare a questa inziativa».
«Questo virus ha confermato l'estrema utilità di fare genomica molecolare nelle malattie infettive, ma nel caso delle varianti è necessario associare al sequenziamento i dati epidemiologici e conoscere a fondo il significato biologico delle mutazioni nel genoma. Quindi questa iniziativa scientifica spero possa far gemmare dei gruppi di lavoro e possa convogliare le expertise che ci sono nel Paese», ha detto Paola Stefanelli dell'Iss. «Le varianti ci stanno preoccupando per una possibile inefficace dei vaccini ma anche per le terapie in arrivo, ad esempio le monoclonali, quindi è estremamente importante conoscerle - ha aggiunto -. Serve un interscambio continuo tra i vari attori per fare progressi il più velocemente possibile». Il Consorzio sarà costituito da una rete di laboratori identificati sul territorio nazionale che provvederà a fornire su larga scala e rapidamente le sequenze del genoma Sars-CoV-2 circolanti in Italia, permettendo all’Istituto superiore di sanità di monitorare l’evoluzione genetica del virus e la durata dell’immunità indotta dai vaccini.
I dati ottenuti dai laboratori di riferimento saranno inviati all’Iss mediante report a flusso continuo e posti al vaglio di un Comitato tecnico-scientifico a supporto dell’Iss e dell’Aifa e facente capo al Ministero della Salute. Tutti i dati ottenuti forniranno indicazioni sull’andamento della immunità conseguita in seguito alla somministrazione di vaccini a diversa formulazione e saranno fondamentali per monitorare e prevenire la diffusione sul territorio nazionale di mutanti e/o varianti virali in grado di sfuggire alla risposta anticorpale evocata dai vaccini.
Per il viceministro Sileri «serviva un passo avanti. L'Italia non è rimasta indietro ma aveva necessità di fare rete e sistema per utilizzare al meglio i finanziamenti. Questo tavolo dovrà sfociare attraverso il suo gruppo di lavoro in un Consorzio che sia utile oggi per il Covid ma utilissimo, in futuro, per altre pandemie in arrivo. Che è certo che ci saranno, il rischio l'Oms lo denuncia da due decenni e bisogna essere pronti». Quanto alle vaccinazioni in Italia, Sileri ha spiegato che «una volta che abbiamo vaccinato tutto il personale sanitario con entrambi i rischiami -spetterà agli over 80 e poi agli over 60 fragili e a tutte le altre categorie con fragilità. È un atto dovuto: protetti i nostri anziani sarà necessario riaprire in sicurezza e questo passa attraverso lo stretto monitoraggio, non solo delle varianti che seminano dubbi sul futuro, ma anche con una struttura come il Consorzio che ci consenta di non viverle alla giornata. Vanno promosse l'attrattività di fondi e la creazione di un network a livello nazionale e se possibile europeo, che ci consenta la convivenza con il virus che di sicuro non scomparirà presto. Quindi vaccini e mascherine convivranno. La nostra opera politica, come ministero, sarà investire in questi gruppi di lavoro e reperire risorse». Ma serve un «cambiamento culturale: «Il mondo intero è rimasto spaesato dalla pandemia, ora bisogna organizzarsi per cambiare il modo di pensare - ha aggiunto il viceministro alla Salute -. Ad esempio un Piano pandemico non è qualcosa che deve rimanere fermo e che si attiva quando c'è una pandemia ma è qualcosa di vivo. Significa "preparazione" innanzitutto dal punto di vista formativo, ad esempio con esercitazioni continue sul modello adottato dalle compagnie aeree: dobbiamo assumere quel modo di pensare, lavorare in gruppo, fare delle review e illuminare i problemi che emergono senza nascondersi dietro un dito. Il ministero deve riappropriarsi di un ruolo di controllo, monitoraggio e aiuto cambiando la cultura di quelli che gestiscono la sanità sia a livello nazionale che regionale».
Cita Churchill il presidente Aifa Giorgio Palù:«Se non approfittiamo di un'emergenza per costruire su questa, non abbiamo appreso niente». Così Palù ha ricordato i gap emersi con la pandemia su cui per il virologo è necessario correre ai ripari, dalla medicina del territorio ai vaccini «fino agli anticorpi monoclonali che sono in Fase 3 e hanno un'efficacia all'80%, tanto più essendo personalizzabili», ha detto. Quanto al vaccino Reithera, per Palù non arriverà prima dell'autunno: «Il vaccino italiano Reithera è un'ottima opportunità - ha detto - ma rispetto a quando sarà disponibile e all'esperienza di Moderna, per cui ci sono voluti nove mesi prima che la Food and Drug Administration l'approvasse, se sono in Fase 1 devono ancora fare la Fase 2 e dovranno fare decine di migliaia di casi - e costerà molto - verosimilmente considerando i tempi si arriverà a settembre-ottobre. Ma non sono un indovino».


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