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Covid/ Istat, Tra marzo e dicembre 2020 +21% di decessi, mai così tanti dal dopoguerra

di Radiocor Plus

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Tra marzo e dicembre 2020 l'impatto del Covid-19 sulla mortalità totale fa registrare un eccesso di mortalità del 21%, pari a 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019. In generale, «nell'anno 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra». È la fotografia scattata dall'Istat nel quinto Rapporto prodotto con l'Istituto superiore di Sanità sull'impatto della pandemia sui decessi in Italia. Un conto salatissimo per i più colpiti dalla malattia: l'incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più «spiega il 76,3% dell'eccesso di mortalità complessivo - si legge nel report - in totale sono decedute 486.255 persone over 80 (76.708 in più rispetto al quinquennio precedente)». Nella classe di età 65-79 anni, un altro 20% dell'eccesso di decessi con oltre 20mila decessi in più (per un totale di 184.708 morti nel 2020). Quanto alla seconda ondata, secondo l'Istituto nazionale di statistica i suoi effetti in termini di eccesso di mortalità, che per il 75% riguarda le regioni del Nord, proseguono nel 2021. In particolare per gennaio si stimano 70.538 decessi, 2mila in più rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 e 8.500 in più rispetto a gennaio 2020. La Lombardia, il Veneto e l'Emilia-Romagna da sole spiegano il 50% dell'eccesso di gennaio 2021.nuto (rispettivamente +19,4% e +9,0%). Al Centro si evidenzia il caso delle Marche (+27,7%), regione che si distingue rispetto all’incremento medio della ripartizione (+8,1%).

In Lombardia nella prima fase +111,8% dei decessi. «Considerando i decessi per il complesso delle cause - rilevano ancora da Istat - durante la prima fase dell'epidemia si sono contati oltre 211.750 decessi (da marzo a maggio del 2020), 50.957 in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019. Bilancio pesantissimo nella prima fase per la Lombardia: +111,8% di decessi per il complesso delle cause; per tutte le altre regioni del Nord l'incremento marzo-maggio 2020 è compreso tra il 42% e il 47%; solo Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno numeri più contenuti (rispettivamente +19,4% e +9,0%). Al Centro si evidenzia il caso delle Marche (+27,7%), regione che si distingue rispetto all'incremento medio della ripartizione (+8,1%). A partire da metà ottobre 2020 pesa la seconda ondata (ottobre-dicembre): +213mila i morti, pari a 52mila in più rispetto allo stesso periodo degli anni 2015-2019. In alcune regioni l'eccesso di mortalità dell'ultimo trimestre del 2020 supera quello della prima ondata (marzo-maggio 2020): in Valle d'Aosta (+63,7% rispetto al +42,6% del trimestre marzo-maggio), in Piemonte (+53% rispetto al +47,5%), in Veneto (+44,4% rispetto al 19,4%), in Friuli Venezia Giulia (+45,6% a fronte del +9,0%), nella Provincia autonoma di Trento (65,4% vs 53,1%). Al contrario, l'eccesso di mortalità del trimestre ottobre-dicembre cala rispetto alla prima ondata in Lombardia (+37,1% in contrapposizione al +111,8%), in Emilia Romagna (+25,4% rispetto a +43,6%), in Liguria (+33,9 vs +42,2%) e nella provincia autonoma di Bolzano (+39,1% rispetto a +45,4%). Infine, il confronto con gli altri Paesi: da marzo 2020 l'eccesso di mortalità è stato in Italia del 20,4%, inferiore a quello di Spagna (23,6%), Belgio (20,8%) e Polonia (23,2%) ma superiore a quello di Francia (13,2%), Germania (7%), Olanda (14,7%) e Portogallo (13,9%).


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