Dal governo

Covid/ Draghi alle Regioni: «Vinceremo la battaglia con un sincero rapporto di collaborazione. Immunità di gregge possibile a luglio». Gelmini: «Molta attenzione fino al 15-20 aprile poi automatismi su riaperture». Bonaccini: «Lavoriamo per ripartire in sicurezza»

di Barbara Gobbi

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Soltanto attraverso un sincero rapporto di collaborazione tra Stato e Regioni si riuscirà a vincere questa battaglia. Su questa frase pronunciata in Parlamento nei giorni scorsi - secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi - è tornato il Presidente del Consiglio Mario Draghi nell'intervento introduttivo dell'incontro con le Regioni, i ministri competenti, il commissario per l'emergenza Covid Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio. Draghi ha ribadito che c'è il comune impegno ad assicurare non solo la sicurezza e la salute, ma anche la ripresa dell'attività economica e ha rinnovato l'invito a iniziare a guardare al futuro con ottimismo, sottolineando come la campagna vaccinale stia andando migliorando continuamente e rapidamente. Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano più così lontani. Per quanto riguarda le forniture per i prossimi mesi la Commissione Europea ha assicurato - ha detto Draghi - che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l'immunità per luglio in tutta l'Europa. Il capo del Governo ha ribadito che lo Stato farà di tutto per rispondere alle esigenze delle Regioni, anche in tema di carenze di personale. «Questo è l'atteggiamento del Governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi», ha affermato. Per Draghi occorre ridare speranza al Paese, pensando a programmare e alle riaperture. «Bisogna cominciare ad aver di nuovo il "gusto del futuro". Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme , raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico».
Da parte sua, la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha espresso la sua soddisfazione: «Sono soddisfatta di questa riunione e per le parole del presidente Draghi. È indispensabile la collaborazione tra governo e Regioni per arrivare all'obiettivo che ci siamo prefissati in merito alla campagna vaccinale. Usciamo da questo incontro consapevoli che i nostri destini sono legati. I cittadini ci giudicheranno per la nostra sinergia e per ciò che faremo, insieme, in concreto». Il testo del prossimo decreto Covid «non è ancora pronto . ha avvisato Gelmini - . Ma stiamo dicendo tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza. Allo stesso tempo questo non è il momento per dire "riapriamo tutto". Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all'interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento.
Le Regioni: lavoriamo insieme per una prospettiva di ripartenza in sicurezza. «Con il presidente Draghi - ha infine annunciato Gelmini - abbiamo concordato di rivederci con le Regioni per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, già la prossima settimana. Con la piena collaborazione fra Stato e Regioni porteremo il Paese fuori dalla pandemia: dobbiamo lavorare insieme per farlo prima possibile».
In sintonia le Regioni: «Col Governo clima costruttivo e massima collaborazione per velocizzare la campagna vaccinale - ha affermato il presidente Stefano Bonaccini. È necessario restituire fiducia nel futuro al Paese per scongiurare che la pandemia si trasformi da sanitaria a economica e sociale. Ringraziamo il Presidente del Consiglio per la sua disponibilità e confermiamo la volontà delle Regioni a un proficuo dialogo istituzionale affinché si lavori come un sol uomo in questa campagna vaccinale». La riunione si è svolta in un clima cordiale e costruttivo, con l'impegno comune a velocizzare al massimo la campagna vaccinale. Ogni obiettivo del Piano vaccinale, dai tempi alle categorie – ha ricordato ancora Bonaccini - è stato definito dal Governo insieme alle Regioni e se qualcosa non ha funzionato, ciò è stato dovuto in gran parte all’incertezza della programmazione a causa dei tagli alle forniture delle dosi e alla instabilità nella definizione del target del vaccino Astrazeneca. Servivano e servono molte più dosi. Per questo abbiamo molto apprezzato le rimostranze e l’atteggiamento del nostro Governo rispetto all’atteggiamento delle aziende farmaceutiche». Le Regioni salutano con favore la conferma dell'entità delle prossime consegne: 50 milioni di dosi nel II trimestre, 80 milioni nel III trimestre, insieme al fatto che presto sarà disponibile il vaccino monodose Johnson & Johnson. «Ma - sottolinea Bonaccini - sarà importante conoscere quando, quanti e quali vaccini saranno disponibili, considerando anche le modalità di inoculazione con differenti tempi per la seconda dose o l’opportunità della monodose. Sono dati fondamentali per rendere ottimali programmazioni regionali».
A fianco di questo, ha spiegato il presidente della Conferenza, «è poi fondamentale restituire presto fiducia al Paese. Dobbiamo lavorare insieme per una prospettiva di ripartenza in sicurezza, valutando a quali condizioni epidemiologiche potremmo cominciare ad improntare un’azione che contrastando il virus ci aiuti ad evitare una pericolosa pandemia economica e sociale. Dobbiamo avere - come ha efficacemente sintetizzato il Presidente Draghi – "gusto per il futuro"». Un concetto che «consente di ricollegarsi alla necessità di un coinvolgimento attivo delle istituzioni regionali nell’occasione storica rappresentata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. La prossima settimana torneremo a incontrarci su questo tema con il Presidente del Consiglio, il ministro Franco e la ministra Gelmini, a cui abbiamo assicurato la massima collaborazione nella convinzione che un piano di queste dimensioni e con tanti e tali investimenti previsti possa realizzarsi nei tempi brevi previsti solo con il concorso delle Regioni e delle autonomie locali».


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